8 E 9 GIUGNO. IO VADO A VOTARE I REFERENDUM!

COMINCIAMO A FARE PASSAPAROLA, E FACCIAMOLO CON CHIUNQUE.

I referendum non sono validi che non va a votare il 50% degli aventi diritto. Il quorum è difficile?   Sì.   È impossibile?   No.

Ma servono quattro settimane affinché ogni singola persona sia messa nella condizione di sapere che si vota e su cosa si decide.

Allora, nella sintesi estrema.

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Garlasco, non più un processo. L’anomalia Nordio

di angelo perrone

Il caso Garlasco si trasforma, non è più una vicenda giudiziaria. L’ultima di Nordio: “Irrazionale la condanna a Stasi dopo le assoluzioni”. Un ministro della Giustizia che esprime giudizi a gamba tesa su un processo specifico è un’anomalia nello Stato di diritto. Ci sono condanne irrevocabili e nuove delicate indagini in corso, strumenti processuali per l’accertamento della verità e per la verifica di eventuali errori o mancanze.
Non è previsto che la politica intervenga a dire la sua, senza averne titolo, e con argomenti inusuali. Travalicando il suo ambito di competenze, generando sospetti ed incertezze. Ma nulla frena Nordio, lui si schiera, alimenta i suoi dubbi personali, anziché stare al proprio posto. Non è forse questa un’ingerenza che mina le fondamenta dello Stato di diritto? L’autonomia della giustizia è un pilastro della democrazia.

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Il muro dell’esclusione

di angelo perrone

Ora il pugno duro. «Stop alle iscrizioni di stranieri». Dopo il congelamento dei fondi, Donald Trump lancia l’ultimo affondo contro Harvard, la più prestigiosa università americana, quella che per prima si è rifiutata di soddisfare le richieste dell’Amministrazione riguardo alla gestione degli insegnamenti, alle politiche di ammissione e di assunzione dei docenti. Poi l’avvertimento: «E i presenti se ne vadano o saranno illegali, perderanno il visto». Duecento ottanta sono gli studenti italiani.
L’accusa ridicola: «Ad Harvard si insegnano solo odio e stupidità». La colpa è quella di aver creato «un campus non sicuro» permettendo «le azioni di agitatori anti-americani», in maggioranza studenti stranieri. L’ultimatum non dà scampo: «L’Ateneo ha 72 ore di tempo per consegnare i video e gli audio delle proteste». Poi inizieranno le ritorsioni punitive.
L’istituto, simbolo di eccellenza, incontro e scambio di idee, dovrebbe trasformarsi in una fortezza che respinge l’altro e rinnega il valore della diversità. E non si tratta soltanto di una decisione su Harvard, ma di un modello, a cui le istituzioni culturali del Paese devono conformarsi, per sopravvivere. Continua la lettura di Il muro dell’esclusione

Springsteen: il rock sfida l’arroganza di Trump

di angelo perrone

Bruce Springsteen invita a resistere contro l’autoritarismo. Durante il suo concerto a Manchester, il leggendario cantautore ha attaccato duramente Trump con parole piene di amarezza. «L’America che amo, che è stata un faro di speranza e libertà per 250 anni, è attualmente nelle mani di un’amministrazione corrotta, incompetente e traditrice.» Springsteen ha spiegato i motivi: «Stanno smantellando una storica legislazione sui diritti civili che ha portato a una società più giusta e plurale». Continua la lettura di Springsteen: il rock sfida l’arroganza di Trump

La fascia negata, l’identità ridotta a simbolo di parte

di angelo perrone

 

Il gesto della neosindaca di Merano, Katharina Zeller, di togliersi la fascia tricolore durante la cerimonia di insediamento ha suscitato opposte reazioni. La scena, immortalata dalle telecamere, mostra la sindaca che chiede se sia davvero necessario indossare la fascia, per poi rimuoverla immediatamente. Si percepisce nella Zeller disagio, imbarazzo, fastidio. Lo scambio di battute con il sindaco uscente ha toni poco appropriati.

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Sommario
res publica
03. 8 e 9 giugno. io vado a votare i referendum!
la biscondola
05. paolo bagnoli, una politica tutto fumo
cosmopolis
07. riccardo mastrorillo, la nostra responsabilità
09. niccolò rinaldi, gaza, come era e come non sarà più –
la fine di un patrimonio culturale plurimillenario
10. pier virgilio dastoli, l’entomologia e il futuro dell’europa
12. roberto fieschi, i primi cento giorni paranoici di donald
14. le menzogne chigiane
astrolabio
15. angelo perrone, le sbarre dell’indifferenza
la vita buona
17. valerio pocar, l’educazione sessuale e affettiva
l’osservatore laico
19. francesco zanardi, l’assai scorretta informazione clericale – e l’inaccettabile sentenza su don marelli
21. comitato di direzione
21. hanno collaborato

 

laicità, addio

 di alessandro giacomini  
 
In occasione dell’inizio del nuovo pontificato, con data 28 maggio, in tutte le scuole pubbliche vi sarà l’obbligo di esporre la bandiera, la circolare è del commissariato del governo per tutte le scuole di ogni ordine e grado. 
Un gesto che, forse in buona fede, vuole rendere omaggio a una figura religiosa importante per molti. 
Ma è proprio nelle buone intenzioni che, spesso, si nasconde il cedimento della laicità.
Le scuole pubbliche sono e devono restare luoghi laici e inclusivi, spazi dove ogni alunno, indipendentemente dal proprio credo religioso o dall’assenza di esso, si senta rappresentato e rispettato.
Esporre un simbolo ad omaggiare una confessione religiosa, per quanto radicata nella storia del Paese, non è un atto neutro. 
È un messaggio. 
E il messaggio che trasmette è: 
“Questa religione è più importante delle altre”.
In un’Italia che è per Costituzione uno Stato laico (art. 7 e art. 8), e in una scuola che dovrebbe educare al rispetto del pluralismo, queste scelte sono sbagliate e anacronistiche.
Il rispetto per il papa e per i credenti cattolici si può esprimere a livello personale, non con atti ufficiali di istituzioni pubbliche.
La laicità non è ostilità verso la religione.
È garanzia di libertà per tutti.
È tutela, anche per i cattolici, da qualunque ingerenza dello Stato nella sfera spirituale.
Ma è soprattutto la condizione perché nessuno, in una scuola pubblica, si senta “fuori posto”.
E allora, ci chiediamo:  ma la laicità, che fine ha fatto?
Perché, se proprio vogliamo essere equi, allora diamoci da fare. 
Una bandiera nuova per ogni nuova guida spirituale. 
Quando nasce un nuovo Dalai Lama: issiamo il vessillo tibetano. 
Quando viene nominato un nuovo Patriarca ortodosso: striscioni a tema. 
Quando c’è l’equinozio d’autunno: simboli pagani per tutti. 
E ovviamente, festa grande per il compleanno di Darwin.
Altrimenti, la smettiamo con le ipocrisie.
La scuola pubblica è di tutti, e non può permettersi scivolate simboliche di questo tipo.
Se vogliamo davvero educare al rispetto e alla convivenza, partiamo dal rispetto delle regole: niente simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche.
Perché no, non basta dire “è la nostra tradizione”. Anche certe abitudini, a un certo punto, si superano: 
come, ad esempio, i banchi di legno e il pennino nel calamaio.
 
 

Violenze sessuali? Corri, nasconditi, spera in meglio: i consigli di Nordio

di angelo perrone

L’ultima sarebbe anche esilarante. Violenze sessuali, aggressività maschili, tutela  delle vittime? Inefficienza del braccialetto elettronico e della vigilanza pubblica? Carlo Nordio, ministro della Giustizia, è perentorio, nella sua dotta prolusione al Senato: «È la vittima che deve trovare un rifugio». Infatti, «il braccialetto è incompatibile con i mezzi di trasporto delle persone».

C’è il traffico, la movida del sabato sera, insomma le solite menate. Rimedi? «Dobbiamo dare l’allerta alla vittima affinché sia in grado di trovare forme di autodifesa». Continua la lettura di Violenze sessuali? Corri, nasconditi, spera in meglio: i consigli di Nordio