Le istituzioni diventano propaganda

 di angelo perrone

 «Farò propaganda per il non voto», ha detto Ignazio La Russa, che è la seconda carica dello Stato, non un qualsiasi politico di partito. Lui, sui cinque referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, dirà «ciò che pensa affinché la gente se ne stia a casa». La dichiarazione solleva il tema del ruolo delle istituzioni.

Il presidente del Senato ha scelto di prendere una posizione attiva contro il voto, promuovendo l’astensione, così mettendo in discussione il principio costituzionale della neutralità delle cariche pubbliche. Ci si aspetta invece, come dalle altre figure istituzionali, che garantisca il neutrale funzionamento della vita democratica, senza favorire una parte politica né sostenere una strategia elettorale.

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Gaza in cenere: la ferocia di Netanyahu

di angelo perrone

 Tra macerie e fame, il grido disperato di Gaza. Il fuoco infinito di Netanyahu («Siamo alla vigilia di un’invasione massiccia nella Striscia. La popolazione verrà spostata») divora un popolo. La situazione a Gaza è una tragedia umanitaria. Il massacro in corso, la fame che affligge la popolazione civile e la politica di Netanyahu stanno portando la regione in un baratro. Elly Schlein (segretaria Pd) definisce il piano di occupazione e deportazione dei palestinesi un «disegno criminale».

Le immagini che arrivano da Gaza mostrano una popolazione stremata, costretta a sopravvivere in condizioni disumane. Il blocco degli aiuti umanitari ha aggravato la crisi, lasciando migliaia di persone senza cibo, acqua e cure mediche. La comunità internazionale ha il dovere di agire, ma le risposte tardano ad arrivare, il governo israeliano continua la sua offensiva senza alcun freno.

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USCITO IL N.169 DEL “NONMOLLARE” SCARICABILE GRATIS QUI

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Sommario
la biscondola
03. paolo bagnoli, non si governa, si occupa il potere
allarmi son fascisti!…
04. da costituzionalisti non possiamo tacere: vogliono governare con la paura – in 257 firmano l’appello contro il dl sicurezza
gli stati uniti d’europa
09. pier virgilio dastoli, il parlamento europeo s’è desto
cosmopolis
12. angelo perrone, trump: università e scienza sotto attacco
13. libertà scientifica e accademica negli USA
la vita buona
14. valerio pocar, la sessualità è un diritto, anche in carcere
la cerimonia degli addii
15. ebru timtik, un’eroina in un paese incivile


l’osservatore laico
16. riccardo mastrorillo, chi tocca il bambinello: diventa compare
17. antonio pileggi, sede vacante
l’osservatore laico – parlandone da vivo
20. francesca palazzi arduini, bergoglio batte wojtyla 5 a 3
29. enzo marzo, il perfetto gesuita – un papa ipocrita e bugiardo – il peronismo straripante


lo spaccio delle idee
31. giovanni perazzoli, due manifesti opposti
34. manifesto croce, la replica degli intellettuali non fascisti al manifesto di giovanni gentile
35. comitato di direzione
35. hanno collaborato
 

Lollobrigida, pensieri fashion su Trump

di angelo perrone

 Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida commenta l’immagine di Donald Trump vestito da Papa, generata con l’intelligenza artificiale e rilanciata sui social dalla Casa Bianca. Quella, per ricordare, in cui il presidente Usa si mostra vestito da Papa, con abito talare bianco, mitra e crocifisso dorato, nell’atto di impartire una benedizione.

Provocazione, derisione, cattivo gusto, cretinata? Macché, il pensiero del ministro è in sintesi: non guardiamo gli abiti dei leader. Cioè, il governo non giudica, non segue le rappresentazioni mediatiche, non alimenta polemiche, non si fa influenzare da provocazioni visive, non pensa nulla dell’abbigliamento dei leader: caricature e costumi locali sono la stessa cosa.

Il governo pratica infatti la sobrietà, come è noto, a differenza di altri, non si fa certo distrarre dal suo costante impegno, che è, non dubitiamone, «lavorare per il benessere degli italiani e degli europei». Meno male che c’è lui, Lollobrigida.

“Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”- Roma, Lunedì 12 Maggio – Sala Stampa Camera dei Deputati

Roma,  lunedì 12 maggio 2025, ore 14.30
Sala stampa, Camera dei Deputati
Via della Missione, 4 – Roma

Si svolgerà lunedì, 12 maggio, alle 14.30, nella sala stampa della Camera, l’iniziativa promossa dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalla rivista Confronti nell’ambito del mini tour di sensibilizzazione dal titolo ‘Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace‘.

Protagonisti dell’incontro saranno quattro attivisti per la pace, due israeliani e due palestinesi, impegnati da anni nel superamento della violenza e nella costruzione di ponti tra le comunità che fanno parte delle organizzazioni binazionali Parents Circle e Families Forum e Combatants for Peace: Musa Joma e Yonatan Zeigen (Parents Circle – Families Forum) e Mia Biran e Ahmed Alhelou (Combatants for Peace).

Intervengono:
i deputati democratici Stefano Vaccari e Paolo Ciani; Daniele Garrone (presidente Fcei); e Debora Spini (coordinatrice del progetto). Modera: Claudio Paravati (direttore di Confronti).

L’accesso è consentito esclusivamente previa richiesta di accredito. È richiesto l’uso della giacca per gli uomini | Per accrediti: segreteria.vaccari@camera.it

Per informazioni e programma completo del tour: www.fcei.it/fermiamo-lodio-aiutiamo-i-costruttori-di-pace

https://www.nev.it/nev/2025/05/07/testimonianze-israeliane-e-palestinesi-alla-camera-dei-deputati/

Fahim, alla guerra delle rose

di angelo perrone

Una girandola di trasferimenti. Dall’Italia in Albania, poi indietro, e infine dall’Italia in aereo in Bangladesh. Ci sono voluti quattro viaggi in sette giorni, la nave da guerra, l’aereo, e l’accompagnamento di due poliziotti. Risultato, il rimpatrio di un solo migrante irregolare, certo Fahim, 49enne, venditore di rose.

Uno sforzo inaudito, per tempo, mezzi, tragitto, denaro. Con una spesa stimata in 6000 euro (e sarebbe bastato un quarto se il rimpatrio fosse avvenuto direttamente dall’Italia). Eppure, legge ed ordine, secondo i loro cantori, Meloni, Nordio, Piantedosi. Perseveranza e cocciutaggine. Verrebbe da dire: non-senso.

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non dimentichiamo ferruccio parri

di filippo senatore

Il 25 aprile Sergio Mattarella è andato al Cimitero Monumentale Staglieno di Genova. Nessuno omaggio a Ferruccio Parri Una distrazione ingiustificata da parte del nostro Presidente della Repubblica italiana.

Nei giorni dopo la liberazione dal nazifascismo sfilarono a Milano i partigiani e il loro comandante Ferruccio Parri (Maurizio). C’erano con lui in testa al corteo Enrico Mattei, Raffaele Cadorna, Sandro Pertini, Riccardo Lombardi. Luigi Longo e altri. Due mesi dopo Ferruccio Parri succedendo ad Ivanoe Bonomi diventò il primo Presidente del Consiglio della Liberazione. Furono mesi eroici di quest’uomo servitore della causa democratica dopo aver rischiato la vita al fronte. Lavorava notte e giorno vivendo in un bivacco al ministero. In pochi mesi tracciò le linee guida della nuova nostra cara Italia. Costituente e referendum per la Repubblica posero le basi alla nostra costituzione del 1948. Sono passati 80 anni e la nazione non ha reso abbastanza riconoscenza allo statista di Pinerolo che scelse come sua ultima dimora il cimitero di Staglieno a Genova a pochi passi da quello di Giuseppe Mazzini. Era il suo eroe della Repubblica romana del 1849 l’apostolo che sacrificò la propria esistenza per l’Italia e l’Europa. Sulle sue orme Parri, uno degli artefici della fuga di Filippo Turati, patì il fascismo che lo perseguitò durante il ventennio. Medaglia d’argento della prima guerra mondiale meritò l’elogio del generale Arando Diaz nella sua mirabile arte di cartografo che determinò i punti deboli delle linee austriache. Parri fu giornalista al Corriere della Sera fino al 1925 anno della cacciata dal giornale di Luigi e Alberto Albertini. Onorare Parri significa dare visibilità a quegli uomini onesti che rifecero l’Italia repubblicana e antifascista.

25 aprile, «sobrietà» della Liberazione e dovere della memoria

di angelo perrone

Qualunque cosa voglia dire, non riguarda il 25 aprile. L’avvertimento del governo, dopo la morte di papa Francesco, affinché la ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo, sia vissuta con «sobrietà» suona stonato. Quasi un pretesto per ridimensionare il significato della data. Non c’entrano il rispetto per il lutto nazionale né la commozione per la morte di un uomo così importante per l’umanità tutta, credente o meno.

La sollecitazione alla sobrietà ha radice in un’associazione errata tra la nozione di Liberazione e i concetti di sguaiatezza, esagerazione, inopportunità.  Fa supporre che il problema non sia tanto l’aspetto cerimonioso (più o meno composto) quanto il nucleo autentico della data che si commemora.

Quasi che la questione sia proprio questa, il senso radicale della ricorrenza nella coscienza di ognuno, più che il modo di festeggiarla. Del resto non servono speculazioni per dubitare dell’animo con cui il ceto politico governante, post-fascista o immemore del fascismo, affronta la data storica.

Invece, serve la consapevolezza di un’identità: l’essenza autentica del 25 aprile si nutre di «sobrietà», cioè di compostezza, rigore, autorevolezza. Perché con la liberazione il Paese ritrova il suo orgoglio e la sua dignità, si ricollega alle radici storiche di libertà e democrazia e lo fa nel modo più serio, e appunto sobrio, si possa immaginare, cioè accettando di pagare, per tante conquiste di libertà, il prezzo della vita stessa.

La celebrazione della ricorrenza, con la festa del 25 aprile, è di per sé, specie nell’ottantesimo anniversario, un evento appropriato, e quanto mai pertinente nella sua attualità ed importanza, addirittura necessario in un momento in cui, ancora una volta e minacciosamente, sono in pericolo le basi della Repubblica, costruite con la Resistenza e la Costituzione.

W la lotta di liberazione w la resistenza!

Perché mi stanno facendo passare la voglia di partecipare alle manifestazioni del 25 aprile sempre più divisive ! Non riesco ad arrendermi alla decomposizione dello spirito unitario sostanziale e formale, patriottico, del CLN . COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE . Una Liberazione che ha avuto diverse componenti tutte finalizzate come in un grande orchestra a raggiungere l’obiettivo della libertà per tutti ed ognuno con il sogno di un mondo più giusto e più umano. Senza armi e guerre. Un’opera magistrale a cui hanno partecipato in modi diversi milioni di persone. Oltre ai partigiani combattenti della montagna sostenuti dalle popolazioni spesso vittime di stragi efferate , quasi sempre senza tessere di partito che scelsero , esemplari nel dare prova di coraggio e sacrificio per una idea di patria e di mondo , gli oltre 600mila soldati internati nei campi nazisti che rifiutarono l’arruolamento coatto nell’ esercito della repubblica di Mussolini , molti dei quali trovarono la morte , i militari dell’esercito italiano che affiancarono le truppe alleate sino allo sfondamento della linea gotica , i tanti deportati e confinati ,i tanti che dappertutto parteciparono tanto attivamente che col sostegno passivo alla lotta . Non fu una scelta di partito o di parte ma una scelta contro la tirannide la guerra il razzismo la violenza per liberare gli uomini e le donne . Perdere o obliterare questa coralità snatura il significato profondo di quel che è stato un evento straordinario che unisce e non deve dividere . Il nostro secondo Risorgimento .Mi spiace dirlo da anziano in vista del passaggio finale, non è più così . E così rischia di smarrirsi il senso di una celebrazione che non dovrebbe essere divisiva e tantomeno appannaggio degli uni o degli o contro gli altri . W la lotta di liberazione w la resistenza!

Rete L’ABUSO: Conferenza stampa – ROMA, Martedì 6 maggio ore 11.00

Conferenza stampa
ROMA, Martedì 6 maggio ore 11.00

presso la Sala Stampa dell’Associazione della Stampa estera
Palazzo Grazioli, Via del Plebiscito, 102

1. Analizzeremo i vuoti legislativi che hanno impedito l’applicazione in Italia delle direttive e delle norme promulgate da Papa Francesco.
2. Presentazione del database iCODIS, i dati nazionali, regionali e provinciali sugli abusatori, gli abusati. L’annuario dal 2000 a oggi, numeri davvero elevati soprattutto in assenza di una commissione di inchiesta governativa. Oggi la cosiddetta punta dell’iceberg conta in Italia più di 1000 preti offender, 4500 sopravvissuti con una incidenza percentuale del 3,32% ma ciò che di più preoccupa sono i casi mai arrivati alla Giustizia italiana.
3. Proiezione di un breve video (6 min.) con le dichiarazioni di alcuni familiari delle vittime del Coordinamento Famiglie della Rete L’ABUSO.
4. L’eredità di Papa Francesco, cosa aspetta al nuovo pontefice?
5. Livello dell’informazione in Italia

Introduce
Francesco Zanardi – Presidente della Rete L’ABUSO
Interverranno
● L’avvocato Mario Caligiuri – Osservatorio Permanente Rete L’ABUSO
● L’avvocato Eleanna Parasiliti – Difensore Antonio Messina (caso don Rugolo mons. Gisana)
Antonio Messina – Vittima don Giuseppe Rugolo
Pierelisa Rizzo – ANSA
Federico Tulli – Giornalista

Info e accrediti
accrediti@retelabuso.org
Cell. 3927030000
In streaming su ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA ESTERA

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