di enzo marzo
Come in Liguria, anche in Umbria la coalizione di estrema destra si è allargata. La Giunta regionale, che per quattro anni non ha realizzato alcunché, all’ultimo momento si è dedicata alla raccolta dei rifiuti urbani. Il recente acquisto di Bandecchi Stefano è l’unico esempio dell’attivismo dalla presidente Tesei, oltre ovviamente al generoso finanziamento di Società per l’incremento dell’occupazione giovanile soprattutto quella famigliare. E l’acquisto del “Trump della Ternana calcio” ben si sposa con la linea di Giorgia tutta tesa a sostituire l’egemonia culturale della sinistra con eccelsi intellettuali fascisti finora disconosciuti. Si sa che l’Umbria ha scarsi e antiquati tesori artistici, ma adesso può esporre al turismo internazionale un’opera eccellente, speriamo in una gabbia protettiva: lo “Sputatore perpetuo”, che compra voti o li prende di prepotenza. Chissà se l’Umbria dimostra di meritarselo.
È LA DEMOCRAZIA, BRUTTEZZA! (dedicato ai neotrumpiani, antiberlusconiani pentiti, equilibristi, saltafosso, trasformisti, ultraliberisti protezionisti)
di giovanni perazzoli
A proposito del celebre tweet (e dico tweet) di Musk, non dovremmo essere disturbati dal fatto che il nostro amico si sia impicciato dei nostri affari. Il problema vero e serio è che Musk non riconosce la divisione dei poteri. Se vi pare poco, stiamo messi malissimo. Da ogni parte del mondo, i commenti sotto il suo tweet sono: “Hi, Elon, ma la rule of law?” Gli altri commenti non si possono leggere senza inorridire. Spero che anche Musk inorridisca. Però si ammonisce: è stato eletto Trump, è la democrazia, bellezza. Sì, ma queste sparate restano una destabilizzazione della democrazia.
Professione Reporter: Critica liberale molla Il Fatto: “Troppo putinismo, contismo, trumpismo”
“Ormai Il Fatto quotidiano ha una linea rigida che è sotto gli occhi di tutti: ormai il putinismo, il contismo, il trumpismo permeano tutti i giudizi su qualsiasi argomento. Recentemente, per esempio, vi abbiamo letto addirittura un peana sul generalissimo Vannacci”.
Con questa e altre frasi Non Mollare, quindicinale online che riprende idealmente la testata di quello che fu nel 1925 il “primo esperimento di giornalismo clandestino in epoca fascista” sotto l’egida di Ernesto Rossi, Carlo Rosselli, Gaetano Salvemini e Piero Calamandrei, il 3 novembre termina la collaborazione con Il Fatto quotidiano.
IL FATTO ONLINE CENSURA CRITICA LIBERALE E “NON MOLLARE”
Il 3 novembre Critica liberale, come al solito, ha inviato l’ultimo numero del suo quindicinale “Non Mollare” al Fatto online, che da ben nove anni lo riprendeva tra i suoi blog, in seguito a un accordo tra le due pubblicazioni. Questa volta il “Non Mollare” conteneva al suo interno una lettera aperta al Direttore Peter Gomez, in cui si spiegavano – a lui e ai suoi lettori – le ragioni politiche che ci portavano a chiudere la collaborazione. Purtroppo il Fatto online in questa occasione non ha pubblicato né la lettera né il link del fascicolo. Abbiamo più volte sollecitato di farci sapere il perché di questa decisione censoria, ma invano. Ci rammarichiamo sia dell’abbandono da parte del “Fatto” della sua tradizionale correttezza giornalistica sia del poco rispetto dei diritti dei suoi lettori. Non ci resta che spiegare entrambi con le stesse motivazioni che ci hanno fatto decidere la fine della collaborazione e che abbiamo denunciato nella lettera aperta censurata .
[critica liberale]
TESTO DELLE LETTERA CENSURATA
LETTERA A PETER GOMEZ, direttore de “il fattoquotidiano.it”
Caro Direttore,
con questo numero il “Nonmollare”, quindicinale online che riprende idealmente la testata di quello che fu nel 1925 il «primo esperimento di giornalismo clandestino in epoca fascista» sotto l’egida di Ernesto Rossi, Carlo Rosselli, Gaetano Salvemini e Piero Calamandrei, termina la collaborazione con “il Fatto quotidiano.it”. La stessa memoria dei nostri progenitori ci impedisce di continuare ad essere diffusi da una testata che sempre più si è allontanata dai nostri principi e valori post azionisti e liberali, anzi li avversa apertamente. Già due anni fa
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Convegno “Alfredo Pizzoni: il banchiere della Resistenza” – Roma, 14 novembre 2024 ore 17.00
Partirà il corteo dei vassalli?
di giovanni perazzoli
Viene detto e ripetuto che Trump è un isolazionista. Non è vero. La cifra della politica di Trump è la politica estera. Le sue posizioni di politica interna sono banalità: la lotta all’immigrazione illegale, il contenimento del wokismo, un po’ di politica economica basata su meno tasse e riduzione della spesa pubblica. Staremo a vedere, ma dubito che vedremo dei cambiamenti epocali.
Dove invece potremmo davvero vedere cambiamenti epocali è nella politica estera, con la rottura dell’architettura atlantica che ha garantito la pace: un’alleanza naturale tra democrazie. I cambiamenti epocali potrebbero arrivare con la disgregazione dell’UE. Cresceranno i populisti (amici di Trump, c’è da scommetterci), che metteranno in crisi i già debolissimi stati europei. Partirà il corteo dei vassalli? Eccome! Naturalmente, tutto a vantaggio delle autocrazie.
TEMPI BUI
IERI
VOTARE CONTRO
GLI STATI UNITI SONO SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO, I VALORI FONDANTI E LA COSTITUZIONE FEDERALE SONO MESSI IN DISCUSSIONE DA UN CANDIDATO GOLPISTA, VIOLENTO, RAZZISTA, ANTIDEMOCRATICO, DELINQUENTE PERICOLOSISSIMO PER GLI AMERICANI, PER LA STESSA UNITÀ DELLA FEDERAZIONE E PER TUTTO IL MONDO CIVILE. SOLO I CIECHI E I SORDI POSSONO NON PERCEPIRE IL PERICOLO. SOLO IL QUALUNQUISMO, L’AUTORITARISMO E IL FASCISMO INTERNAZIONALE POSSONO APPOGGIARLO DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE.
OGGI
TEMPI BUI
TRUMP HA VINTO. GLI STATI UNITI SONO SPACCATI IN DUE IN MODO RADICALE. HA VINTO UN PREGIUDICATO VIOLENTO, SOVRANISTA E PROTEZIONISTA. L’INTERNAZIONALE NERA GIUSTAMENTE ESULTA. FELICI TUTTI GLI AUTOCRATI, I FASCIO-BOLSCEVICHI E IL CAPITALISMO PIU’ ARRETRATO E SREGOLATO. COMINCIANO TEMPI BUI PER TUTTI I DEMOCRATICI E I LIBERALI, CHE (AHINOI!) HANNO ACCUMULATO TROPPI ERRORI. DA ADESSO DIVENTA ANCORA PIÙ ESSENZIALE DIFENDERE CON UNGHIE E CON DENTI LE LIBERTÀ E GLI STATI DI DIRITTO, CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE LA DEMOCRAZIA FORMALE, DISGIUNTA DAL LIBERALISMO, PORTA ALL’AUTORITARISMO
NEL BARATRO DI NUOVO ECC.
di stefano feltri
La sconfitta di Kamala Harris e il ritorno di Donald Trump al potere segnano l’inizio di una fase buia. Anche e soprattutto per l’Europa
La vittoria ormai certa di Donald Trump è un problema, per gli Stati Uniti, per la democrazia liberale, per l’Unione europea, perfino per gli elettori e le elettrici che l’hanno sostenuto. E non ci sono soluzioni facili. Forse non ci sono proprio soluzioni, bisogna soltanto sopravvivere quattro anni o quanto durerà la sua presidenza.
Sono reduce da una lunga notte a seguire i risultati in tv – a Porta a Porta avevo accanto il gongolante Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia – quindi per ora mi limito a poche considerazioni a caldo.
Kamala Harris
Il suo ingresso nella campagna elettorale ha ridotto il differenziale tra Trump e Joe Biden, che sembrava destinato a sicura sconfitta. Ma è sempre stata più debole nei confronti di Trump rispetto sia a Hillary Clinton che Joe Biden a parità di momento di campagna elettorale. Non ha elaborato un messaggio chiaro e convincente, il suo ottimismo era privo di basi solide, il suo personaggio indecifrabile.
Dopo l’entusiasmo iniziale, ha confermato i limiti mostrati come vice presidente: non ha niente da dire e infatti più parlava, più perdeva consenso.
Le colpe di questa sconfitta sono da ripartire così: Barack Obama, Nancy Pelosi, il New York Times, George Clooney e tutta la “macchina” Democratica ha nascosto le fragilità di Biden quando c’era ancora tempo di costruire un’alternativa, poi lo hanno silurato dopo il dibattito di fine giugno, troppo tardi, troppo violentemente. Poi Biden ha indicato Harris come erede, chiudendo a ogni ipotesi di primarie.
RESPONSABILI E IRRESPONSABILI
di giovanni perazzoli
Mentre gli elettori di centrodestra e centrosinistra convergono su Kamala Harris, riconoscendo – al di là delle appartenenze politiche – i rischi di destabilizzazione che Trump porta con sé, il 54% degli elettori del M5S sogna il ritorno dell’ex presidente americano (con un 21% di “non so” che parla da solo).
Il Movimento nato contro la “casta” resta fedele alla sua vocazione antisistema, che però è il sistema che ha garantito all’Occidente decenni di libertà e prosperità. Gli elettori di centrodestra avrebbero dovuto seguire Trump, ma comprendono che la posta in gioco è la stabilità del mondo e della pace (proprio della pace). Capiscono la gravità dei rapporti tra Trump e Putin, e che molte cose nei loro rapporti non tornano (e non possono tornare). Per la base del M5S non è così, riescono a preferire chi definisce l’UE “peggio della Cina” e che invita Mosca a “invadere chi non paga” il dovuto all’Alleanza Atlantica – parole che, minando la compattezza NATO proprio quando servirebbe come strumento di dissuasione, ci costringono a spendere di più per una difesa meno efficace.
Il “capo largo” è pieno di mine. Diffidare di chi cavalca l’antipolitica. La crisi della democrazia è più facile che apra le porta al virus che la ucciderà definitivamente, che a una soluzione.
il dossieraggio nella storia italiana considerazioni etiche e filosofiche
Lunedì 11 novembre 2024
dalle 17,30 alle 19,30
presso la sede di Critica
in via delle Carrozze, 19 a Roma
situazione critica, gli incontri di Critica liberale:
il dossieraggio nella storia italiana
considerazioni etiche e filosofiche
è gradita conferma a info@criticaliberale.it
USCITO IL N.158 DEL “NONMOLLARE” – SPECIALE ELEZIONI AMERICANE – SCARICABILE GRATIS QUI
per scaricare il pdf del “NONMOLLARE” clicca qui
Sommario
03. LETTERA A PETER GOMEZ, direttore de “il fattoquotidiano.it”
SPECIALE ELEZIONI AMERICANE
VOTARE CONTRO
americani al voto, per la democrazia
06. giovanni perazzoli, destra e sinistra illiberale
09. angelo perrone, uscire dalla paura
12. ettore maggi, una nuova guerra civile americana?
14. costanza savaia, elon musk, le ambizioni di potere
15. antonio caputo, un impero in declino
la vita buona
16. valerio pocar, paure
astrolabio
18. pier virgilio dastoli, la ribellione del governo di roma ai giudici europei – il rispetto dello stato di diritto in italia
20. riccardo mastrorillo, due coalizioni inadatte
21. enzo marzo, tutti felici e contenti
23. antonio caputo, le regioni contro le autonomie differenziate
25. niccolò rinaldi, il carcere e la politica, una visione liberale
28. angelo perrone, il processo e l’orrore – filippo turetta, le parole impossibili per raccontare l’abisso
l’osservatore laico
30. alessandro giacomini, i sicari di papa bergoglio
32. comitato di direzione
32. hanno collaborato