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I SEDICI SULLA LIBRA. Quando non c’è limite al ridicolo

di angelo perrone

Erano in sedici. Sulla nave Libra, la prima diretta verso uno dei centri per migranti in Albania, voluti a suon di centinaia di milioni di euro dal governo Meloni. Neppure in trecento, come nell’epopea cantata dalla Spigolatrice di Sapri: quelli che, “giovani e forti, a noi non fecer la guerra ma si inchinaron a baciar la terra”. Non fa nulla.

Altra roba quella, pure i momenti però erano differenti, che volete. Lì, un manipolo di trecento carcerati che Carlo Pisacane immaginava potesse realizzare il sogno della sommossa nel Regno delle due Sicilie. Qui, il sogno meloniano, ugualmente nobile eppur ridotto, affidato – per ora, poi si vedrà – a sedici individui: certo arditi, dieci bengalesi e 6 egiziani, precisano i cronisti, accompagnati dall’altra parte dell’Adriatico.

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Aridatece l’Azzolina – il caos nelle scuole italiane

di riccardo mastrorillo

tra meno di due giorni i bambini e i ragazzi italiani dovrebbero rientrare a scuola, dopo le vacanze natalizie, nonostante un serrato confronto nel Governo, lo stesso ha deciso di riaprire le scuole anche se la curva degli infettati (come era largamente prevedibile) è in forte ascesa.

In questi giorni di festa, per evidenti priorità economiche, si è fatto finta di nulla: negozi affollati per lo shopping natalizio, obbligo di mascherina all’aperto largamente inosservato, spesso inosservato anche al chiuso, mezzi di trasporto pubblico affollati, cinema, teatri, stadi e locali aperti. Vaccinazioni a singhiozzo (personalmente ho subito l’annullamento dell’appuntamento per la terza dose, per indisponibilità del vaccino) e tanti, troppi ancora convinti che il virus sia una montatura mediatica e che il vaccino sia uno strumento complottista. Continua la lettura di Aridatece l’Azzolina – il caos nelle scuole italiane

PAPEETE DUE. CRISI? MA QUALE CRISI?

[h.16.09] [e.ma.] Non mi dilungo in un giudizio su Renzi per non turbare la sensibilità dei lettori e per non violare il codice penale. Chi è Renzi ormai lo sanno tutti, anche all’estero. Persino il Pd. Persino la Destra, per cui egli sta lavorando da anni sotto la guida di Verdini. Ormai lo definiscono «un bullo» [vedi “la Verità” e “La Repubblica 3.0”]. Non mi dilungo nel descrivere la situazione di crisi sanitaria ed economica del paese perché ci stiamo immersi fino al collo. Noi abbiamo sempre criticato Conte su singole decisioni, ma tenendo conto delle forze in campo e del pericolo rappresentato dall’estrema destra antieuropea e razzista. Non siamo stati mai contro il governo in modo aprioristico. Per esserlo avremmo dovuto indicare una proposta alternativa. Ma questa non c’è. Inoltre, realisticamente, questo è il miglior governo possibile, Conte ha fatto miracoli date le carenze della burocrazia, la guerra furiosa dell’opposizione (caso unico in Europa), la corruzione generalizzata e una sanità pubblica ridotta a pezzi. La gestione della pandemia in mano ai negazionisti e a gente come Fontana + cognato-Gallera-Zangrillo-Bertolaso fa rabbrividire; i rapporti con l’Europa in mano ai sovranisti nostrani ci avrebbe sprofondato e ci sprofonderebbe in un pozzo di miseria senza fondo.

E allora la crisi? Ma quale crisi? È obbligatorio arrivare al semestre bianco con questo Parlamento, eleggere un Presidente della Repubblica democratico, e poi vada come vada. Per ora si sono dimesse due ministre di un partitino alla ventura. Non le rimpiangiamo e andiamo avanti. Conte si presenti alle Camere e chieda il voto. Se in parlamento prevale il masochismo suicida e il sadismo nei confronti del paese, si va al voto. Vogliono sostituire la campagna vaccinale con la campagna elettorale? Ognuno si assuma le proprie responsabilità. 

CONTE E LE CRITICHE CAMPATE IN ARIA

di gianfranco pasquino

Non fanno un buon servizio alla comprensione della politica italiana tutti coloro che, un giorno sì e quello dopo anche, sottolineano la debolezza del governo Conte 2 e dello stesso Presidente del Consiglio, e annunciano, talvolta anche auspicandole, la sua prossima caduta e la sua immediata sostituzione. Non posseggo capacità divinatorie, ma sono convinto che qualsiasi discussione sulla politica che miri ad essere rilevante deve essere fondata sui fatti e sugli elementi disponibili, eventualmente anche per smentirli. Ne vedo quattro che mi paiono tutti molti rilevanti e solidi. Primo, sono oramai molti mesi che tutti i sondaggi segnalano qualcosa di inusitato. Tanto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte quanto il governo da lui presieduto godono di un alto livello di approvazione, superiore al 60 per cento e molto più elevato di qualsiasi governo precedente. Conte poi sopravanza personalmente di parecchio tutti gli altri leader politici italiani. Secondo, il Presidente del Consiglio (con il suo Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri) hanno acquisito un alto grado di credibilità nell’ambito dell’Unione Europea e delle sue autorità. Conte si è mostrato preparato e intransigente ed è stato premiato con il più cospicuo pacchetto di prestiti e sussidi accordato ai singoli paesi: 209 miliardi di Euro. Sulla sua capacità di impegnarli e spenderli presto e bene Conte ha opportunamente chiesto di essere valutato a tempo debito. In democrazia si fa proprio così. Terzo, per un paio di mesi, commentatori privi di fantasia hanno fatto circolare il nome di Mario Draghi come il più probabile successore di Conte, già pronto a subentrargli. Nessuno di loro è riuscito ad avere un’intervista con Draghi il quale si è guardato bene dal dichiararsi disponibile. Il grande banchiere sa che l’Italia è una “brutta gatta da pelare” ed è molto probabilmente consapevole che un conto è presiedere la Banca Centrale Europea un conto molto diverso essere catapultato in un sistema politico non possedendo potere politico proprio. Gli altri nomi menzionati, tutti di caratura inferiore a quella di Draghi, costituivano un elenco di uomini (neppure un donna!) noti, ma nulla più. Quarto, anche se ripetutamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza quasi assoluta della stabilità di governo e della continuità della sua azione, quirinalisti e retroscenisti lasciavano trapelare (o si inventavano) una qualche insoddisfazione del Quirinale nei confronti di Palazzo Chigi. Al contrario, esistono molte dichiarazioni di Mattarella che debbono essere interpretate nel senso di una sua grande contrarietà a qualsiasi crisi di governo. Il Presidente della Repubblica non si allontana dalla convinzione che il governo in carica ha l’obbligo politico di formulare i progetti indispensabili per usufruire dei fondi europei ed è il meglio attrezzato a farlo. Le critiche giornalistiche e politiche a Conte continueranno. Sarebbero meno campate in aria se tenessero conto di qualche fatto.

l’esercizio provvisorio

riccardo mastrorillo

Molti storici pongono nel 1215, con la firma da parte del Re d’Inghilterra della “Magna Carta”, la nascita del sistema parlamentare. Quella carta stabiliva che il sovrano non potesse esigere tasse senza il consenso del Parlamento. Per questo motivo in qualsiasi paese del mondo, la legge di bilancio e la legge finanziaria, vengono votate coscientemente dal Parlamento.

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DI VIADOTTI E DI SCIACALLI

di  riccardo mastrorillo

In questi giorni stiamo assistendo ad una sequela di sciacallaggi politici su una vicenda tragica e drammatica. Lo sciacallaggio pervade l’intero paese: politici, tecnici e financo i giornalisti, in questi giorni hanno cercato di addossare responsabilità, prevalentemente sbagliando bersaglio.

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Asso Ventotto: domande e proposte a Antonio Guterres e Federica Mogherini

di Pier Virgilio Dastoli*

La vicenda del rimorchiatore Asso Ventotto solleva inquietanti interrogativi. Essi non hanno avuto finora risposte adeguate da parte delle autorità che avrebbero dovuto garantire il rispetto delle regole essenziali delle convenzioni internazionali e del diritto europeo.

Quel che è avvenuto in queste ore rischia di creare una situazione nuova nel Mediterraneo che richiede una reazione forte e rapida da parte dell’Unione europea e della comunità internazionale per evitare che un singolo atto compiuto ignorando il diritto internazionale sia accettato e condiviso come il segnale di avvio di un’azione politica deliberata del governo italiano e poi dei governi europei.

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LA PADELLA E LA BRACE

Il m5s è veramente ingrato. Ha trattato Renzi sempre con irriconoscenza. Adesso che anche si è comprato casa pur avendo in banca solo pochi spiccioli, uno sforzo lo potrebbe fare per dargli una mano. Una piccola donazione non guasterebbe. Dopotutto nessuno più di lui ha lavorato per anni h24 per costruire il loro successo. Ma Renzi è un vero signore. Si prodiga disinteressatamente. Vedendo che i 5steĺle, tra incompetenza, inesperienza e dirigismo dall’alto, sono travolti dal fascio-razzismo di Salvini, è accorso, senza neppure che glielo chiedessero, in loro aiuto. Con una dichiarazione di grande generosità. Ha esclamato: “Presto toccherà di nuovo a noi”. Tutti gli italiani
(tranne quelli di casa Boschi, Renzi e Orfini) hanno sentito che un brivido gelato percorreva la loro schiena. Hanno tremato anche quelli che detestano questo governo il più non posso. Sperando, ottimisticamente, che ci sia un limite a tutto.

la lepre marzolina – 9 agosto 2018

CHE NE PENSATE DI QUESTO GOVERNO?

AVETE UN GIUDIZIO DA DARE IN BREVE?  SCRIVETELO  A info@criticaliberale.it……PER UN INTERVENTO PIU’  COMPLESSO, SCRIVETE ALLA DIREZIONE.

VINCENZO FERRARI: Un solo pensiero sul governo Conte (alias: Farage – Le Pen): se realizzerà il programma porterà il paese alla catastrofe. Se non lo realizzerà, avrà ingannato i suoi elettori. Tutto qui, per ora.

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LA TRUFFA

di riccardo mastrorillo

In un crescendo di innovative prassi istituzionali il Movimento 5 stelle e la Lega hanno predisposto un contratto di governo e hanno indicato Giuseppe Conte come presidente del Consiglio. Il Presidente Mattarella, vincendo qualche riserva sul fatto che il candidato non fosse un politico e poteva apparire debole, non essendo espressione diretta di un voto popolare,  ha affidato a Conte l’incarico di formare un Governo.  Abbiamo seguito in questi giorni le ricostruzioni dei retroscena e soprattutto la delicata questione del nome di Savona a Ministro dell’Economia. La Costituzione prevede all’articolo 92 che «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri». Già la conoscenza della lingua italiana, potrebbe sovvenire per comprendere l’assoluta correttezza formale del comportamento di Mattarella, ma svariati e anche recentissimi precedenti, in merito al fatto che, rientra nelle prerogative del Presidente della Repubblica quella di contestare i nomi dei ministri proposti, aiutano a capire che in questa vicenda parlare di messa in stato d’accusa del Capo dello stati ci pare francamente ridicolo.

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L’ERRORE FATALE DEL PD

di piero ignazi

Il conflitto istituzionale che si è aperto è figlio del via libera all’accordo tra 5Stelle e Lega, un accordo in buona misura favorito dal rifiuto del Pd di andare a vedere le carte dei pentastellati. La crisi di queste ore deriva da una pulsione anti-establishment dei due partiti che si è spinta fino al progetto di dare vita ad una “terza repubblica”, arrivando a forzare le regole attraverso la diminutio del ruolo del presidente della Repubblica, chiamato a ratificare come un semplice notaio scelte incompatibili con la difesa degli interessi della nazione quali la nostra appartenenza all’Unione Europea e ai suoi principi. Si poteva evitare tutto ciò? Probabilmente sì, se altri attori politici avessero giocato un ruolo politico e non si fossero ritirati sull’Aventino. Alludiamo, evidentemente, alla scelta del Pd, o meglio, del suo “segretario dimissionario”, ma saldamente al comando, come si è visto nelle ultime riunioni collegiali del partito.

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