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PEGGIO LA TOPPA DEL BUCO

Il ministro dell’istruzione e del merito, riferendosi alla punizione che merita lo studente che ha tirato un pugno alla sua professoressa, dichiara (i giornali riportano tra virgolette): «Soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi [csv nostro] anche – evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità – di fronte ai suoi compagni, lui si prende la responsabilità dei propri atti.» La superficialità pedagogica del ministro della scuola ha suscitato un putiferio. Ora, che una punizione consistente nello svolgimento di un lavoro socialmente utile sia pedagogicamente più efficace di una sospensione, della quale gli studenti maleducati si fanno baffo, ci può stare, ma l’umiliazione è educativa? Soprattutto, favorisce la giusta crescita del cittadino? Sì, se si vuole che il futuro cittadino sia educato ossequiente al potere e, più che rispettoso delle regole, impari a stare al suo posto. Guarda caso, il ministro si riferiva non solo ai bulli e ai violenti, ma anche agli occupanti delle scuole.

A seguito degli attacchi, il ministro si è difeso scrivendo ai giornali (cfr la Repubblica 26 novembre): «… nel mio pensiero, e nelle mie parole, è decisivo l’uso riflessivo del verbo, ho detto … “umiliandosi”, non “umiliandolo”. È dunque il protagonista stesso che si fa umile …» A parte che non si capisce perché un lavoro socialmente utile debba essere fonte di umiliazione, il ministro ritiene che umiltà e umiliazione, umile e umiliato, siano sinonimi e per un ministro dell’istruzione non c’è male. Peggio ancora, il ragazzo punito dovrebbe “umiliarsi” per conto suo, ma in conseguenza di una sanzione disciplinare irrogata dall’autorità scolastica. Siamo tra l’autodafé e il bullismo di Stato.

valerio pocar

70 anni senza Benedetto Croce

di riccardo mastrorillo

Il mio personale approccio al liberalismo da ragazzo iniziò con la lettura di Croce. Attratto dalla sua prosa, tanto affascinante, quanto complessi erano i concetti che vi si esprimevano, mi colpivano del personaggio tre cose: l’essere rimasto sotto le macerie durante il terremoto, essere coltissimo pur non essendo laureato, essere anagraficamente anziano, ma intellettualmente e concettualmente più moderno dei pensatori che ancora oggi devono nascere. Nonostante il suggerimento, da parte di liberali più “strutturati” che mi dicevano: «leggi meno Croce e più Einaudi», nel corso degli anni nei momenti del dubbio o dello sconforto, sono sempre tornato sulle pagine ingiallite delle vecchie edizioni dalla copertina color arancione degli scritti di Croce, e, sempre ne ho trovato giovamento.

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Sgarbi gaffe e granchi: collezione autunno-inverno del sottosegretario alla Cultura

di vittorio emiliani

Scambiare l’Accademia Reale d’Italia voluta da Mussolini con la gloriosa Accademia dei Lincei costituita nel ‘600 da alcuni giovani intellettuali solidali col Galileo del Nuncius Sidereus è già una bella topica per chi vorrebbe essere l’Intellettuale per eccellenza pronto a dare della “capra” ai suoi contraddittori, cioè Vittorio Sgarbi sottosegretario alla Cultura nel governo di destra. Ma non è  la sola della chilometrica fustigazione (con tante gaffes) di un bravo e coraggioso giornalista come Enzo Marzo, già Corriere della Sera in anni migliori ed ora attivo pensionato in Umbria con una sua lettera quotidiana e numerosi interventi di attualità politica. Insomma un animatore politico-culturale come ne vorremmo di più in questo stanco e stravolto Paese e come cerchiamo di essere noi con Italia Libera. Naturalmente Sgarbi non sfugge all’argomentazione tipica del qualunquismo più becero e cioè che “Mussolini fece anche cose buone” e cita, puntualmente smentito da Enzo Marzo, l’Inps che ha le sue prime radici nel solidarismo di fine ‘800, la Treccani anch’essa nata prima e che, lo sottolineiamo noi, durante il fascismo fece lavorare – come la Comit di Raffaele Mattioli – numerosi intellettuali non allineati al fascismo. Accusa di collusione Benedetto Croce che col manifesto da lui promosso tentò invece di opporsi al plebiscito fascista. Fra l’altro a Croce ministro della Cultura nell’ultimo governo prima del fascismo e al suo attivo sottosegretario Giovanni Rosadi si deve la promozione dei due primi Parchi Nazionali e cioè il Gran Paradiso e il Parco Nazionale d’Abruźzo con sede a Pescasseroli dove don Benedetto era nato. Col fascismo la politica dei Parchi si fermò a quello del Circeo per giunta in parte disboscato negli anni ’30. Ma le “perle” sono tante che è arduo citarle tutte. Come quella clamorosa della cultura portata in Abissinia con l’architettura delle case della cultura fascista. Dimenticando che alla posizione d’avanguardia di un Terragni e dei suoi seguaci vi fu la monumentale reazione dell’architetto di regime Marceĺlo Piacentini che è il vero maestro della edilizia e dell’urbanistica mussoliniana. Per non parlare della Via dei Fori Imperiali, inaugurata dal Duce a cavallo, che sacrificò due antiche chiese e una quantità di preziosi resti archeologici documentati in uno scritto di esaltazione dell’allora governatore di Roma Bottai che per fortuna nel ’38 da ministro della Cultura ascoltò i consigli di tecnici antifascisti o non allineati come Argan e Brandi. Ma forse è pretendere troppo dal loquacissimo sottosegretario alla Cultura del governo Meloni specialista in capre.
 
*Riprendiamo volentieri questo editoriale di Vittorio Emiliani pubblicato da “Italia libera”….

LA VENETIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA

di maurizio fumo

Il Fratello d’Italia, Nordio dott. Carlo (da poco parlamentare e quindi ministro), si è reso conto – ma guarda un po’ – che nel settore giustizia c’è una netta prevalenza di meridionali. In tutte le categorie professionali, dai magistrati ai commessi (più tra i primi che tra i secondi, per la verità). Si è anche reso conto che ciò determina un pesante turn over in danno degli uffici giudiziari del nord Italia, in quanto i “terroni”, dopo qualche anno, tendono (e quasi sempre ci riescono) a tornare dalle loro parti. Situazione che certamente non si è determinata negli ultimi tempi, ma che dura … da sempre.

Soluzione: forse incentivi? economici, di carriera, in termini di ricongiunzione familiare, ecc. Macché. Regionalizzazione dei concorsi!  Questa è la chiave di volta (IL GAZZETTINO 8/11/2022) “Nordio: legge speciale per reclutare in regione personale per i tribunali”. La notizia ha fatto eccitare non pochi valligiani e simpatizzanti del carroccio, che hanno immaginato di poter avere, finalmente, “giudici loro” (REPUBBLICA on line 7/11/2022) “Magistrati regionali? Leghisti in visibilio, ma Nordio parlava solo del personale amministrativo”.

Però chissà, magari è un primo passo. Poi vedremo.

D’altronde il taglio provinciale di fratel Nordio è abbastanza marcato. Ha nominato suo capo di gabinetto il dott. Alberto Rizzo, già presidente del Tribunale di Vicenza, e  ha scelto come capo dell’ufficio legislativo il dott. Antonello Mura, ottimo magistrato che ha egregiamente militato nella Procura generale della Cassazione, ma che, temiamo, sia stato selezionato perché, da ultimo, è stato Procuratore generale di Venezia. Come “prima uscita”, poi, il Nostro è andato prima a Treviso, poi a Venezia. Certamente non si tratta degli uffici giudiziari più rilevanti (e più problematici) d’Italia. Ma tant’è: ancora uno step e poi vedremo sventolare il leone di san Marco a via Arenula.

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POLEMICA CON VITTORIO SGARBI – il grande inganno: il fascismo buono e quello cattivo

di enzo marzo

Questo articolo è la risposta all’invettiva di Vittorio Sgarbi posta sul suo sito Facebook [1] come commento all’editoriale di e. ma., La bilancia indecente di Sgarbi, Non Mollare n.116, 17 ottobre 2022

Con ammirazione devo dare atto a Vittorio Sgarbi del fatto che sa unire il trasformismo politico, ora tutto puntato verso l’estrema destra, con la riproposizione monotona del peggio di sé, per decenni. Continua la lettura di POLEMICA CON VITTORIO SGARBI – il grande inganno: il fascismo buono e quello cattivo

Giorgio Meloni

di enzo marzo

Non è un trasformista di giornata, Corrado Ocone. E’ da un po’ di tempo che dal liberalismo crociano ha traslocato nel comitato scientifico di una fondazione missina e, saltando a pie’ pari perfino Gentile, è approdato al melonismo più ridicolo e servile. Certo, arriveranno a frotte altri voltagabbana, più freschi ma non più disinvolti di questo Paolo Orano in sedicesimo.

Ocone oggi ci ha fatto prendere un colpo, dandoci una orrenda notizia: «Così Meloni ha distrutto l’egemonia culturale della sinistra». Oddio, ma quando è successo? Dove sono finite le rovine?: tutto il pensiero liberale, democratico e socialista «distrutto» in un giorno, con pochi «fendenti», e «argomenti inoppugnabili» assicura l’Ocone. «In un attimo» «i piedi d’argilla su cui quel colosso si reggeva si sgretolano».

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USCITA LA NEWSLETTER N. 08/2022 DI ITALIALAICA

Il sito dei laici italiani vi segnala:

Editoriale
DIO, PATRIA, FAMIGLIA: CHI NE FA LE SPESE?
Attilio Tempestini 02.11.2022
A questa triade, ormai sulla cresta dell’onda nel nostro paese, si può forse individuare un’unica parola che le si contrapponga? Io direi di sì: universalismo.
Cominciamo, infatti, da Dio: significativamente al primo posto nella triade. Si tratta -va da sé- del Dio di una determinata…


Editoriale
SPIRITO E RAGIONE, DA CHE PARTE PENDE LA BILANCIA
Giovanni Fioravanti 20.10.2022
Pare che abbiamo “il punto di dio”, non dimostrerebbe l’esistenza di un dio, ma spiegherebbe perché abbiamo la tendenza a porci le cosiddette “domande ultime”.
Secondo le ricerche condotte alla fine degli anni Novanta da un team dell’università della California esisterebbe nel…


Notizie
IL DISCORSO DI LILIANA SEGRE, PRESIDENTE PROVVISORIO DEL SENATO, IN APERTURA DELLA XIX LEGISLATURA
Redazione 13.10.2022
“Colleghe Senatrici, Colleghi Senatori, rivolgo il più caloroso saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a quest’Aula. Con rispetto, rivolgo il mio pensiero a Papa Francesco.
Certa di interpretare i sentimenti di tutta l’Assemblea, desidero indirizzare al Presidente… Continua la lettura di USCITA LA NEWSLETTER N. 08/2022 DI ITALIALAICA

NAZIONE E PAESE

Non entriamo nella diatriba consunta sulla parola “nazione” lungo più di tre secoli. Che ha una sua storia e, avendo partorito un figlio feroce e genocida come Nazionalismo (causa nel Novecento di qualche centinaia di milioni di morti), ha una pessima reputazione. Persino i “sovranisti”, da nazionalisti furbi, la scansano per non infettarsi. Ma chi ci potrà togliere il sottile piacere di osservare e sottolineare ogni giorno il conformismo opportunistico, adulatorio e servile di politici e giornalisti che giorno dopo giorno, prima timidamente e poi con sempre più sfacciataggine, porterà nel dibattito pubblico l’uso meloniano e neofascista di “Nazione”… Povero paese… Aspettiamo.

enzo marzo – domenica 23 ottobre 2022

APPELLO PER LA PARTECIPAZIONE ALLA MARCIA DONNA VITA LIBERTÀ – DIRITTI UMANI PER TUTTI E OVUNQUE

ROMA, 10 DICEMBRE 2022 ORE 10 PIAZZA DELLA REPUBBLICA

NOI ci appelliamo a tutte le donne e agli uomini di buona volontà dicendo loro: Ucraina – Iran, Kjiv – Teheran: due popoli, stessa lotta per la libertà e la giustizia, senza le quali non ci può essere pace.
NOI ci appelliamo ai potenti di questo Paese, a coloro che incarnano le nostre istituzioni, hanno giurato fedeltà alle leggi della Repubblica, ai valori che rappresentano e prefigurano.
NOI ricordiamo, e ostinatamente ricorderemo, a tutti loro che in Iran è in corso una rivoluzione nonviolenta e pacifica, e che non si può restare inerti e indifferenti di fronte a questo storico e drammatico evento. Ricordiamo, e ostinatamente ricorderemo, che indifferenza e inerzia equivalgono a complicità con gli oppressori e i violenti: colpa dolosa di cui si dovrà rispondere alle nostre coscienze e alle future generazioni: anche per questo saremo giudicati.
NOI ricordiamo che in Iran, da mesi un popolo lotta in modo nonviolento per la conquista di inalienabili diritti brutalmente negati e repressi, affinché sia posta fine al regime della Repubblica islamica per consentire la costituzione di una Repubblica democratica laica parlamentare basata sullo stato di diritto e sul rispetto diritti umani. In Iran, un intero popolo di donne, ragazzi, operai, contadini di lontane e dimenticate province, lotta per essere finalmente liberi di sognare, agire, plasmare il proprio futuro e destino. Un popolo che nonostante i massacri e le violenze che patisce ogni giorno e che non costituiscono “notizia”, alza la testa, strappa il velo e oppone una strenua, pacifica, fiera resistenza alle violenze e agli abusi delle milizie del regime teocratico che da decenni lo opprime. Continua la lettura di APPELLO PER LA PARTECIPAZIONE ALLA MARCIA DONNA VITA LIBERTÀ – DIRITTI UMANI PER TUTTI E OVUNQUE

IL LAVORO AGILE DALL’EMERGENZA ALLA CONTRATTAZIONE: salario, diritti, sicurezza, conciliazione vita-lavoro

Venerdì 18 novembre 2022 ore 9,30

Sala Turtura | Fillea Cgil | Via G.B. Morgagni, 27

In diretta sui canali social della Fillea Cgil di Roma e Lazio https://www.facebook.com/events/3310994462472709/

programma completo

Iniziativa Fillea Smart Working-1

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berlusconi, il “liberale” putiniano. Una lettera aperta di Valerio Zanone. Con una postilla di e.ma.

[e.ma.] LA GRANDE TRUFFA. Uno dei non minori mali che affliggono la politica italiana è nella più che trentennale truffa che l’ignoranza e la malafede hanno perpetrato nel linguaggio politico e nella battaglia delle idee. Così “scientificamente” si è voluto regalare la bandiera liberale a un demagogo millantatore che fino ad allora aveva  fatto affari  di bassa lega con il partito socialista.  L’etichetta di “liberale” a Berlusconi è servita e serve ancora a dare uno straccio di dignità politica a chi ne è totalmente sprovvisto. I complici sono molti: si va da Bertinotti alla stampa padronale, persino al Pd sempre incline all’inciucio e al compromesso di potere. Il tutto si inserisce in un equivoco costruito ad arte, che fa confondere e identifica il liberalismo col liberismo, e neppure con quello classico della scuola italiana, ma con  la versione “selvaggia” di quello austriaco e americano. Fino ad arrivare a sfondare ogni diga persino del buon senso e del ridicolo: cosi si scambia il missino Tatarella con Croce, Dell’Utri  con Einaudi; diventa liberale, anzi liberale doc, un putiniano-razzista-clericale come Fontana. Come ci  si possa, la mattina, guardarsi allo specchio senza ridere o vergognarsi, non si sa proprio. Ci si strofina su Meloni come  nel 1922 i fascioliberali su Mussolini.

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