Archivi categoria: l’osservatore laico

Evitare i reati di stalking, sexting, revenge porn: un prete consiglia suore e preti ma… .

di francesca palazzi arduini

Scheda 15. Reati penali da conoscere per la religiosa: istigazione al suicidio, diffamazione a mezzo web, falsificazione, sexting, sextorcion, manipolazione mentale, sostituzione di persona, revenge porn…
Due paginette in un manuale di circa 150 pagine sui rischi della dipendenza da connessione, pagine che, assieme al capitoletto sul cosa fare “in caso di denuncia e processo” e ad altre su come evitare di mantenere online contenuti pericolosi per la propria immagine pubblica (“il mio album digitale nello smartphone”), mettono in guardia dall’incappare in denunce e conseguenti scandali.
Suora in Whatsapp. Schede esperienziali per consacrate con esercizio di discernimento” (Il Pozzo di Giacobbe, 2020), di Giacomo Ruggeri, è stato preceduto da “Prete in Clergyphone. Discernimento e formazione sacerdotale nelle relazioni digitali” (Il Pozzo di Giacobbe, 2018); si tratta manualetti smart, con ampio uso di aggettivi e liste, tendenti a voler esaminare il fenomeno della dipendenza da internet da ogni possibile angolazione, con riferimenti a casi pratici che lo scrittore ha incontrato come consigliere spirituale …digitale.

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PRESENTAZIONE DELLE RICERCHE LAICHE DI CRITICA LIBERALE – Roma, 11 giugno 2024 ore 18.00

presentazione delle ricerche laiche di Critica Liberale

Fondazione Critica Liberale – Via delle Carrozze 19, Roma
martedì 11 giugno 2024 h 18

XII rapporto sulle confessioni religiose e TV
XIII rapporto sui telegiornali
XVII rapporto sulla secolarizzazione

le ricerche sono state realizzate
con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

Enzo Marzo (Direttore di Critica liberale): Introduzione
Discussione
Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
Franco Corleone (già sottosegretario alla Giustizia)

Bergoglio, l’uva ed il parlamento. Note su sinodalità e democrazie

di francesca palazzi arduini

Che la Chiesa cattolica costituisca un robusto “antistato” d’impronta monarchica è risaputo. Negli ultimi decenni, soprattutto dal Concilio Vaticano II, e dell’istituzione dei Sinodi (1965) esiste però una tendenza al coinvolgimento del gregge, in quanto “popolo di Dio” nell’indirizzamento generale. L’esigenza è esplicita, soprattutto con questo papa, (che ha riformato la procedura sinodale nel 2018), un papa che tende a voler ribadire il ruolo sociale della Chiesa e tiene quindi ad un aggiornamento dei modi di governo, decentralizzando alcune sue prerogative, ad esempio nel governo delle chiese locali e nei processi di trasparenza amministrativa.
Non si tratta di fascino indiscreto della democrazia, di voler prendere i voti in senso prosaico, perché il metodo politico è sempre quello del governo su base divina e non sul consenso, eppure è indubbio che sempre più la Chiesa, a suo modo, salta all’uva dei sistemi parlamentari.
“Il Sinodo non è un Parlamento” ammonisce il volpesco Bergoglio nel suo discorso inaugurale ai lavori del sedicesimo Sinodo[1]:

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20 settembre festa dell’unità italiana e della laicità!

di maria mantello

La Breccia della laicità compie oggi 153 anni

Nella ricorrenza del 20 settembre, penso sempre al grande sindaco di Roma Ernesto Nathan che ben chiara aveva la svolta progressista impressa alla storia dalla Breccia di Porta Pia. Nel suo discorso di insediamento in Campidoglio il 2 dicembre 1907 affermava «Noi guardiamo all’avvenire. Noi guardiamo attraverso la breccia di Porta Pia», prospettando un programma di radicale rinnovamento (che avrebbe realizzato) per l’emancipazione individuale e sociale all’insegna della libertà e giustizia.

A quel nuovo patto di cittadinanza democratica apriva la Breccia della laicità. Con la caduta del papa re, si affermava la libertà dell’Italia, dell’Europa, del mondo dall’universalismo cattolico. Non era solo Roma a essere liberata. E Nathan non mancava di ricordarlo in occasione delle celebrazioni istituzionali del 20 settembre: «Per la breccia di Porta Pia entrò il pensiero civile e umano, la libertà di coscienza, abbattendo per sempre la muraglia di una Bastiglia morale: il potere temporale dei papi. Nel suo alto significato filosofico e universale questa è la festa del popolo per i popoli».

Quale rappresentante delle istituzioni pronuncerebbe analoghe parole oggi?

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l’otto per mille inoptato, un favore al vaticano

di raffaello morelli
Il mondo liberale e l’ampia parte di quello laico che inclina al liberalismo, dovrebbero approfittare della nuova attenzione suscitata a metà di marzo circa il ruolo civile della legge 222/1985 nei suoi molteplici aspetti. L’attenzione è stata risvegliata da un grosso articolo su “l’Espresso” che ha approfondito un tema – quello del vero rapporto tra Repubblica Italiana e Stato del Vaticano – tenuto ai margini da un’ipocrita concezione della democrazia civile, irrispettosa anche di sentenze della Corte Costituzionale consolidate. A questo punto, per il mondo liberale e l’ampia parte di quello laico, si tratta di ragionare su quel rapporto al fine di impedire che si allarghi l’ipocrita concezione della democrazia civile, o preferibilmente al fine di diminuirne l’effetto.

Per tale ragionamento, occorre partire dalla legge 222 del maggio 1985 sui Beni ecclesiastici e sul sostentamento del clero cattolico. Una legge che regolamenta il settore nel diritto italiano, alla luce di quanto pattuito nel rinnovato Concordato sottoscritto il 18 febbraio ‘84. Questo Concordato ha abrogato tutte le norme di quello del 1929 non esplicitamente riprodotte (per esempio quella che definiva la religione cattolica sola religione dello Stato italiano). Il tema beni ecclesiastici e finanziario è trattato dall’art. 7 comma 6 e 7 che istituisce una Commissione Paritetica per formulare la disciplina della materia (il che fornisce l’implicita conferma della volontà della Repubblica di farsi carico degli oneri finanziari del clero). Quanto elaborato da tale Commissione venne poi approvato in un protocollo aggiuntivo sottoscritto nove mesi dopo, 15 novembre 1984, con il testo sulla materia affidata. La ratifica del Concordato avvenne con la legge 121/1985, e la ratifica del protocollo con la legge 206/1985. Non esistono altre leggi di ratifica di questi accordi internazionali. Eppure i clericali puntano ad allargare l’ambito giuridico della loro influenza.

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Una sentenza riscatta i diritti di atei e agnostici

dell’ufficio stampa uaar

La Corte d’Appello condanna al risarcimento di 50mila euro il Comune di Verona che nel 2013 aveva rifiutato l’affissione dei manifesti della campagna dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti “Viviamo bene senza D”

Dopo un iter travagliato che dal 2013 vede l’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti in causa con il Comune di Verona, con sentenza resa nota ieri, la seconda sezione della Corte d’Appello di Roma ha definitivamente condannato la città veneta al risarcimento di 50mila euro nei confronti dell’associazione, al pagamento integrale delle spese di giudizio, nonché alla immediata affissione dei manifesti a suo tempo censurati. Manifesti della campagna informativa circolata nel 2013 liberamente in tutto il resto d’Italia, “Viviamo bene senza D“: una grande immagine giallo-nera (i colori sociali Uaar) con la scritta Dio, la cui iniziale sbarrata da una X ricordava ai cittadini che “dieci milioni di italiani vivono bene senza D”. E che “quando sono discriminati, c’è l’Uaar al loro fianco”.

Messaggio censurato dall’allora giunta leghista di Flavio Tosi come “offensivo e potenzialmente lesivo di qualsivoglia religione”. Finalmente la Corte d’Appello – seguendo peraltro la Cassazione che si era già pronunciata nel 2020 annullando con rinvio la precedente sentenza – ritiene al contrario meritare “la tutela di cui all’articolo 19 della Costituzione accordata alla “libertà di coscienza”, in questo caso riferita alla “professione di un credo religioso negativo” (…) e alla prospettazione in senso positivo dell’esistenza senza Dio. Il messaggio contenuto nel manifesto merita altresì la tutela di cui all’articolo 21 della Costituzione, riguardante la libertà di manifestazione del pensiero”. 

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REPORT  SUI PRETI PEDOFILI – testo integrale nel n. 122 di “nonmollare”

Conferenza stampa – Primo report delle vittime italiane sui preti pedofili omessi dalla CEI

Quale è l’entità della pedofilia clericale in Italia ?

Non esiste in una quantificazione istituzionale dell’entità del fenomeno nella penisola, malgrado ciò oggi è il segreto di Pulcinella anche in Italia.

Se pur in assenza di una commissione d’inchiesta nel paese, nel resto del mondo ne sono state fatte tante e, sarebbe davvero difficile pensare che il dato italiano percentuale fosse inferiore o discordasse dall’omogeneità degli altri paesi.

Gli ultimi dati arrivano dalla confinante Francia dove la commissione CIASE, presieduta da Jean-Marc Sauvé, ha stabilito che nell’arco di 70 anni, 3000 sacerdoti pedofili avrebbero abusato di 216.000 minori. Continua la lettura di REPORT  SUI PRETI PEDOFILI – testo integrale nel n. 122 di “nonmollare”

“fate tornare i preti pedofili ai pargoli”…

rete L’abuso

Il Presidente della CEI Matteo Zuppi ed il portavoce dei sopravvissuti italiani Francesco Zanardi (Rete L’ABUSO), si sono incontrati più volte nei mesi scorsi, fino ad oggi in assoluta riservatezza. Il fine, di trovare tra i sopravvissuti e la chiesa italiana una soluzione dignitosa alla pari degli altri paesi che, diversamente dall’Italia, sono intervenuti in tutta Europa con Commissioni d’inchiesta indipendenti, indennizzi e la realizzazione di canali percorribili di sostegno per chi è rimasto vittima.
La Conferenza Episcopale Italiana è nei fatti controcorrente al resto del mondo, come fatto notare durante la conferenza stampa dal presidente della Rete L’ABUSO al cardinale.
Quella che la CEI ha voluto chiamare “la via italiana”, continua a non essere di alcun interesse e utilità; né per le vittime, né per la collettività. Un metodo utile unicamente alla chiesa italiana per continuare ad evitare – anche di fronte alle evidenze oramai emerse in tutto il pianeta – un ennesimo scandalo, in questo caso il più grande, in quanto l’Italia ospita il numero più alto al mondo di religiosi. Continua la lettura di “fate tornare i preti pedofili ai pargoli”…

LETTERA ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA CONTRO GLI ABUSI NELLA CHIESA CATTOLICA

del  “Coordinamento contro gli abusi nella Chiesa cattolica – ItalyChurchToo

S. Em. Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Membri tutti della CEI
e p.c.
S. Em. Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità
S. Em. Card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede
S. E. Mons. Lazzaro You Heung Sik, Prefetto del Dicastero per il Clero
S. Em. Card. Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi

Eminenza,
Eminenze ed Eccellenze,
siamo donne e uomini diversi per sensibilità e appartenenza, credenti e non credenti.
Vi scriviamo prima di tutto come cittadine e cittadini. Perché la Chiesa è parte della società e non
fuori di essa.
Ci muove uno spirito di verità, di giustizia, di responsabilità che oggi ci fa stare davanti a voi, in
piedi, in coscienza, con franchezza.
Gli abusi perpetrati all’interno della Chiesa colpiscono le persone nei loro corpi, nella loro vita,
nella loro coscienza: sono violazioni dei diritti umani. Se la Chiesa non rispetta i diritti umani, non
può predicare il Vangelo. Per questo l’obbedienza al Vangelo può spingere alla “disobbedienza”
ogni volta che in nome della “prudenza” si rischia di diventare complici dei delitti.
Questa lettera è rivolta a voi, ma resa pubblica perché altri e altre possano sottoscrivere la nostra
richiesta e perché pubblicamente voi possiate rispondere (italychurchtoo@pec.it). Daremo conto
della vostra replica nel corso della conferenza stampa che terremo il 27 maggio prossimo alle
ore 11, presso la Sala stampa estera a Roma.
CHIEDIAMO VERITÀ, GIUSTIZIA E PREVENZIONE

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“CHIEDIAMO AI VESCOVI VERITÀ, GIUSTIZIA e PREVENZIONE”

In occasione della 76.ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, in programma dal 23 al 27 maggio p.v., il Coordinamento #ItalyChurchToo chiederà, in una “LETTERA AI VESCOVI”, precise misure necessarie e improrogabili nell’ambito della lotta agli abusi nella Chiesa cattolica, che allineino l’operato della Chiesa italiana a quello di altre Conferenze episcopali e dissolvano i dubbi relativi alle reticenze e alle resistenze dell’episcopato italiano riguardo all’emersione della reale portata del fenomeno in Italia. Continua la lettura di “CHIEDIAMO AI VESCOVI VERITÀ, GIUSTIZIA e PREVENZIONE”

HABEMUS PAPAM

di attilio tempestini

La nota frase, che dà notizia dell’elezione di un pontefice, calza anche per indicare la diffusa tendenza nella politica italiana a mostrare di avere, dalla propria parte, il papa (e con lui la religione cattolica).

Papa Bergoglio prende posizione contro la guerra, che la Russia muove all’Ucraina? Coloro che a loro volta sono contro mettono in rilievo tale convergenza, di posizioni. Papa Bergoglio appare peraltro piuttosto tiepido, sull’invio di armi all’Ucraina? Coloro che a loro volta sono tiepidi, o addirittura contrari, sottolineano questo atteggiamento pontificio.

Senza dubbio è nell’ordine delle cose, che ad una persona e più in generale ad un partito politico faccia piacere se le proprie idee non restano isolate. Quando, però, si attribuisce un gran peso al fatto che un determinato soggetto le condivide, sembra quasi che sia questa condivisione a dare validità ed autorità a tali idee. Continua la lettura di HABEMUS PAPAM