Archivi categoria: l’osservatore laico

FESTA DI HALLOWEEN Quando la Chiesa Cattolica ha paura del sorriso di un bambino.

di alessandro giacomini 

C’è chi, la notte del 31 ottobre, accende una candela dentro una zucca per ridere della paura e c’è chi, la stessa notte, accende una candela davanti a un altare per avere paura di ridere.

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SULL’8xMILLE UN NUOVO SCENARIO

di raffaello morellli

La stampa, nel riferire l’incontro ai primi di luglio dei vertici del Governo Meloni con i vertici Vaticani, ha fatto emergere un nuovo scenario in tema 8xmille. Il sostegno alla fantasiosa tesi clericale secondo cui la legge 222/1985 istitutiva dell’8xmille sarebbe una legge non modificabile unilateralmente dall’Italia, non viene più, come avveniva fino a qualche anno fa, dal Governo, dalle alte burocrazie ministeriali e dal Vaticano stesso. Oggi, secondo la cronaca dell’incontro, l’appoggio a questa tesi viene solo dal Vaticano e dal mondo dell’informazione. Quest’ultimo ha perfino parlato dell’arbitrarietà della decisione unilaterale del Governo italiano di inserire una sesta opzione (il contrasto alle tossicodipendenze) nelle scelte dell’8x mille a favore dello Stato (opzione che farebbe concorrenza all’attività della Chiesa nella materia).

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Ignoranza con radici profonde

di andrea bitetto

«Quarant’anni fa i leader europei scelsero la bandiera comune dell’Europa. Blu come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù d’Israele disposte in cerchio. Un simbolo dei nostri valori di libertà, delle nostre radici giudaico-cristiane».

Antonio Tajani 30 giugno 2025

E ci risiamo con le radici. A parte la figura ingloriosa in sé, il messaggio di Tajani contiene, come un rilesso pavloviano, il consueto richiamo alle radici giudaico-cristiane dell’Europa. Ora, il mito delle radici giudaico-cristiane (cfr. S. Lesti, Il mito delle radici giudaico-cristiane, Ed. Einaudi) è stato proposto, in età moderna, dal pensiero reazionario alla fine del diciottesimo secolo. Arriveranno ovviamente i ratzingeriani in servizio permanente effettivo. Buon per loro, ma qualche liberale non corrotto dovrebbe prendersi la briga di ricordare quanto Ratzinger fosse avverso al liberalismo ed a quella forma di magnifico umanesimo descritta quasi cento anni fa da Hazard nel La crisi della coscienza europea. Ed arriverà, poi, di sicuro quale discepolino velardiniano che, coerentemente, non avrà letto, ed ancor meno capito, il Croce del Non possiamo non dirci cristiani, altre saggio in cui l’immanentista Croce vuol demitizzare, perché vuol storicizzare, il ruolo giocato dal cristianesimo – e NON dalla Chiesa, tantomeno quella cattolico romana – nello sviluppo della nostra civiltà, tramite la secolarizzazione di quei principi e valori ricondotti, per i credenti, alla predicazione cristiana. Ma questa è prospettiva affatto diversa da quella del mito delle radici giudaico-cristiane. Ovviamente: è cosa affatto diversa se si vuol preservare un minimo di onestà intellettuale.

Fine vita, il Tevere è stato prosciugato

di andrea bitetto

Se l’Italia fosse un paese serio il Parlamento italiano si determinerebbe a legiferare sul tema del suicidio assistito o della eutanasia in modo del tutto autonomo rispetto ai desiderata di questa o quella confessione religiosa, maggioritaria o minoritaria che essa sia.

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8×1000: Il lupo perde il pelo, ma non …

di valerio pocar

Il cardinale Zuppi, presidente dei vescovi italiani, intervenendo a un convegno dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero, ha espresso il suo indignato rammarico per via della decisione del governo italiano di destinare l’ottopermille di sua competenza, alla lotta alle tossicodipendenza e ad altre dipendenze. D’acchito, la rimostranza sembra fuor di luogo, giacché si suppone che non spetti ai vescovi di stabilire a qual fine lo Stato italiano debba spendere (spesso male) i suoi danari così come lo Stato non si permette di valutare il modo in cui la Chiesa spende (spesso male, come c’insegna l’ex (?) cardinale Becciu) i danari suoi. Le parole del cardinale, invece, hanno il loro perché.  

Come si sa, certe sciagurate regole fiscali ripartiscono la gran parte dell’ottopermille col criterio dell’inoptato, vale a dire il totale della somma in proporzione delle opzioni espresse. Questo consente alla Chiesa cattolica, alla quale meno di un terzo dei contribuenti dichiara di voler destinare l’ottopermille, di riceverne la grande parte, per quasi un miliardo di euro. Lo Stato, che finora non faceva alcuna propaganda per concorrere alla torta e anzi in un certo senso disincentivava le opzioni a suo favore non specificando in alcun modo la destinazione dei proventi (spesso impiegati in scopi tutt’altro che attraenti), ha finalmente pensato di dichiarare lo scopo al quale intende destinare la sua quota. Questo semplice fatto ha suscitato la reazione preoccupata della Chiesa, che s’indigna perché lo Stato (udite udite!, parole sue) le farebbe una “concorrenza” sleale.

La Chiesa finge di non sapere che si tratta di una regalia da parte degli italiani e che, per via della sconcia regola concordata col governo Craxi, percepisce indebitamente una bella fetta delle imposte di tutti i contribuenti italiani, compresi i non credenti e persino gli anticlericali. La Chiesa tace anche sul fatto che, nonostante la sua pubblicità assillante lasci intendere il contrario, solo circa un quarto dell’introito va in opere di beneficenza, mentre la quota maggiore va favore degli affari clericali.

La sacra auri fames è sempre stata un argomento per presentarsi “francescamente”, non “francescanamente” però, immacolati, solo che i danee inn danee, come si dice nella lingua lombarda che s‘intende anche in Vaticano. 

 

Il fondatore di Arcigay: “Il Papa ci esclude con le sue parole”

di franco grillini

Città del Vaticano, 1 giu 2025 “Sono posizioni che creano sofferenza. Io vorrei dirlo di persona a Papa Prevost se mi ricevesse a tu per tu”.

Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, si è fatto un’idea “abbastanza critica” del Papa dopo le sue parole sulla famiglia stamani al Giubileo. “Come si fa ad insistere sulla famiglia cosiddetta tradizionale, oltretutto nel momento in cui questa famiglia mostra tutte le sue contraddizioni; le cronache ne sono piene – osserva all’Adnkronos il fondatore dell’Arcigay – bisognerebbe come minimo avere una visione critica e dire anche quali sono le patologie della famiglia tradizionale che sono tante e andrebbero affrontate come tali. La Chiesa da sempre ha un problema con la modernità: non basta l’atteggiamento compassionevole o pietistico, che peraltro questo Papa non ha ancora mostrato, ma bisogna prendere atto che il mondo è cambiato”. 

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laicità, addio

 di alessandro giacomini  
 
In occasione dell’inizio del nuovo pontificato, con data 28 maggio, in tutte le scuole pubbliche vi sarà l’obbligo di esporre la bandiera, la circolare è del commissariato del governo per tutte le scuole di ogni ordine e grado. 
Un gesto che, forse in buona fede, vuole rendere omaggio a una figura religiosa importante per molti. 
Ma è proprio nelle buone intenzioni che, spesso, si nasconde il cedimento della laicità.
Le scuole pubbliche sono e devono restare luoghi laici e inclusivi, spazi dove ogni alunno, indipendentemente dal proprio credo religioso o dall’assenza di esso, si senta rappresentato e rispettato.
Esporre un simbolo ad omaggiare una confessione religiosa, per quanto radicata nella storia del Paese, non è un atto neutro. 
È un messaggio. 
E il messaggio che trasmette è: 
“Questa religione è più importante delle altre”.
In un’Italia che è per Costituzione uno Stato laico (art. 7 e art. 8), e in una scuola che dovrebbe educare al rispetto del pluralismo, queste scelte sono sbagliate e anacronistiche.
Il rispetto per il papa e per i credenti cattolici si può esprimere a livello personale, non con atti ufficiali di istituzioni pubbliche.
La laicità non è ostilità verso la religione.
È garanzia di libertà per tutti.
È tutela, anche per i cattolici, da qualunque ingerenza dello Stato nella sfera spirituale.
Ma è soprattutto la condizione perché nessuno, in una scuola pubblica, si senta “fuori posto”.
E allora, ci chiediamo:  ma la laicità, che fine ha fatto?
Perché, se proprio vogliamo essere equi, allora diamoci da fare. 
Una bandiera nuova per ogni nuova guida spirituale. 
Quando nasce un nuovo Dalai Lama: issiamo il vessillo tibetano. 
Quando viene nominato un nuovo Patriarca ortodosso: striscioni a tema. 
Quando c’è l’equinozio d’autunno: simboli pagani per tutti. 
E ovviamente, festa grande per il compleanno di Darwin.
Altrimenti, la smettiamo con le ipocrisie.
La scuola pubblica è di tutti, e non può permettersi scivolate simboliche di questo tipo.
Se vogliamo davvero educare al rispetto e alla convivenza, partiamo dal rispetto delle regole: niente simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche.
Perché no, non basta dire “è la nostra tradizione”. Anche certe abitudini, a un certo punto, si superano: 
come, ad esempio, i banchi di legno e il pennino nel calamaio.
 
 

Il “coraggio di guardare” che manca alla Cei: il rapporto indipendente sugli abusi a Bolzano

di ludovica.eugenio

42115 BOLZANO-ADISTA. “Il coraggio di guardare” era già un titolo che faceva sperare: il progetto avviato, unico e assolutamente inedito in Italia, nel 2023 dalla diocesi di Bolzano-Bressanone per affrontare gli abusi sessuali perpetrati dal clero partiva proprio dalla necessità di conoscere la realtà per capirla e superarla, e di affidare questo compito a un organismo indipendente, super partes (v. Adista Notizie n. 41/23). L’approccio adottato, del resto, da mezzo mondo, l’unico in grado di garantire trasparenza e di sottrarre al campo scuro dell’omertà e delle protezioni una realtà i cui protagonisti, i sopravvissuti, o, come vengono qui chiamati, le “persone offese”, o “coinvolte”, sono stati sempre ignorati e non creduti.

Un progetto interamente finanziato dalla diocesi che il 20 gennaio scorso ha visto concludersi la sua prima parte, la consegna di un corposo rapporto di indagine di oltre 600 pagine (scaricabile da tinyurl.com/5eznks89) al vescovo mons. Ivo Muser e al vicario generale mons. Eugen Runggaldier, dopo una conferenza stampa di presentazione. Autori del rapporto, elaborato in un anno di lavoro, gli avvocati dello studio legale Westphal, Spilker e Wastl di Monaco di Baviera, già impegnati in un lavoro analogo nella diocesi di Aachen (Acquisgrana, 2020) e nella stessa Monaco (2022), che hanno lavorato in collaborazione con lo studio di Brunico Kofler Baumgartner & Partner , che ha offerto assistenza sul piano delle specificità linguistiche, culturali e giuridiche locali. A Monaco, lo studio legale aveva coinvolto Joseph Ratzinger per questioni di gestione dei casi all’epoca in cui era arcivescovo della città (v. Adista Notizie n. 3 e 4/22 Adista online 23, 24 e 26 gennaio 2022) e aveva dato conto dell’abisso di clericalismo, protezione istituzionale e fallimento della leadership.

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il vaticano scippa greta – la mascotte del giubileo: una strategia di appropriazione

di francesca palazzi arduini

Lucca Comics 2024: sbarca in pompa magna al festival, con tanto di mega gonfiabile, la mascotte del Giubileo 2025, Luce. Anzi, per essere precisi, come spiega Vatican News, “Presentata la piccola pellegrina che sarà la mascotte dell’anno Santo e del Padiglione della Santa Sede all’Expo di Osaka 2025”. Luce ha un impermeabile giallo, proprio quello che la portavoce del movimento Friday for Future, Greta Thunberg, indossa in foto ormai iconiche. Un impermeabile che fa rima col cambiamento climatico, per questo diventato “iconico”. Thunberg, che si è sempre fatta gli affari suoi ed è divenuta un simbolo non certo per un investimento in capitali ma come catalizzatrice di una sensibilità giovanile esistente, col suo impermeabile giallo ha veicolato il messaggio del “protesto in qualsiasi condizione debba farlo, e dovete accorgervene”. Nel caso del Vaticano, l’impermeabile è una palese appropriazione simbolica, agita col pretesto di raffigurare la bambina Luce come una pellegrina (quindi sottoposta alle intemperie). Continua la lettura di il vaticano scippa greta – la mascotte del giubileo: una strategia di appropriazione

Evitare i reati di stalking, sexting, revenge porn: un prete consiglia suore e preti ma… .

di francesca palazzi arduini

Scheda 15. Reati penali da conoscere per la religiosa: istigazione al suicidio, diffamazione a mezzo web, falsificazione, sexting, sextorcion, manipolazione mentale, sostituzione di persona, revenge porn…
Due paginette in un manuale di circa 150 pagine sui rischi della dipendenza da connessione, pagine che, assieme al capitoletto sul cosa fare “in caso di denuncia e processo” e ad altre su come evitare di mantenere online contenuti pericolosi per la propria immagine pubblica (“il mio album digitale nello smartphone”), mettono in guardia dall’incappare in denunce e conseguenti scandali.
Suora in Whatsapp. Schede esperienziali per consacrate con esercizio di discernimento” (Il Pozzo di Giacobbe, 2020), di Giacomo Ruggeri, è stato preceduto da “Prete in Clergyphone. Discernimento e formazione sacerdotale nelle relazioni digitali” (Il Pozzo di Giacobbe, 2018); si tratta manualetti smart, con ampio uso di aggettivi e liste, tendenti a voler esaminare il fenomeno della dipendenza da internet da ogni possibile angolazione, con riferimenti a casi pratici che lo scrittore ha incontrato come consigliere spirituale …digitale.

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PRESENTAZIONE DELLE RICERCHE LAICHE DI CRITICA LIBERALE – Roma, 11 giugno 2024 ore 18.00

presentazione delle ricerche laiche di Critica Liberale

Fondazione Critica Liberale – Via delle Carrozze 19, Roma
martedì 11 giugno 2024 h 18

XII rapporto sulle confessioni religiose e TV
XIII rapporto sui telegiornali
XVII rapporto sulla secolarizzazione

le ricerche sono state realizzate
con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

Enzo Marzo (Direttore di Critica liberale): Introduzione
Discussione
Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
Franco Corleone (già sottosegretario alla Giustizia)