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svegliatevi bambini

Quando cadde il muro di Berlino e sembrò finire la guerra fredda, fummo facili profeti prevedendo che la prossima guerra, magari senza sangue e senza armi, ma con altri mezzi non convenzionali, sarebbe scoppiata tra gli Usa e l’Europa?  

Il Presidente Usa ha detto e ribadito che sarebbe l’ora che l’Europa o più esattamente i Paesi europei che fanno parte della Nato aumentino la spesa per gli armamenti (sarebbe, si spera, la spesa per la difesa) perché gli Usa sono stufi di spendere per difendere popolazioni incapaci di difendersi da sole. Non pretendiamo che la dirigenza Usa, nel complesso piuttosto giovane, tolto il suo Presidente, conosca la storia degli ultimi cent’anni e ritenga, senza rossore, che gli Stati Uniti abbiano difeso l’Europa per dabbenaggine generosa, quando sappiamo tutti che hanno assunto il carico della sua difesa e creato la Nato a tutela principalmente dei loro interessi arrogandosi il ruolo di guida egemonica del mondo, almeno di quello occidentale. Adesso, che i rapporti tra le grandi potenze sono profondamente cambiati, si tratta, almeno secondo la miope visione americana, di una spesa inutile e dunque provvedano i Paesi europei ha spendere per la loro difesa, beninteso, implicitamente, garantendo il ruolo egemonico agli Stati Uniti.

Se i Paesi della Ue restano divisi, come sembrano essere, il ragionamento non fa una grinza. Se, però, decidessero d’investire le risorse pretese dagli Usa e riuscissero a organizzare un sistema di difesa comune, perché mai, investendo in armamenti risorse complessivamente superiori agli Usa, dovrebbero lasciare a questi ultimi il ruolo di guida o, persino, dovrebbero, considerando l’alterigia nei rapporti e la guerra economica minacciata, restare loro alleati per comandamento divino? Ma l’Ue non ha ancora trovato una sua politica comune e segue piuttosto gli interessi di ogni singolo Paese, sicché gli Usa hanno buon gioco e su queste divisioni – ita singuli pugnant universi vincuntur (Tacito, Germania) – possono speculare. Se a una difesa europea comune si giungesse, sarebbe, allora, interessante vedere come i vari sovranisti europei spiegheranno ai loro cittadini ovvero sudditi il drastico impoverimento per via delle spese militari.

valerio pocar – mercoledì 19 febbraio 2025

 

ZELENSKY E GLI ITALIANI

di enzo palumbo

      Ora che il Presidente dell’Ucraina ha percorso pressoché tutti gli altri schermi televisivi dell’universo mondo, possiamo fare mente locale alla peculiarità del discorso che Zelensky ha rivolto ai parlamentari italiani, allorché ha ringraziato calorosamente per l’aiuto umanitario e morale, ma si è ben guardato dall’invocare esplicitamente un aiuto militare, senza neppure fare alcun riferimento a qualche tragedia para-militare del nostro passato, ma limitandosi a evocare il bombardamento di Genova del 1942; quando invece, parlando ai parlamenti di alcuni altri Paesi, ha evocato le rispettive immani tragedie (11 settembre per gli USA, il muro di Berlino per la Germania, le bombe di Hitler per UK, la Shoah per Israele, lo Tsunami per il Giappone), mentre ha quasi supplicato i suoi ascoltatori di inviargli materiale militare per difendersi, e possibilmente per contrattaccare, invocando l’introduzione di una “no fly zone” che impedisse agli arei russi di bombardare e distruggere le principali citta del suo sventurato paese.

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la guerra in casa

riccardo mastrorillo

Stiamo ai fatti: l’Ucraina, a prescindere dalla sua storia e dalla composizione etnica delle sue genti, è uno stato indipendente ufficialmente riconosciuto (anche dalla Russia) almeno dal 1991. Nella serata di lunedì 21 febbraio il Presidente Russo Putin ha annunciato di riconoscere le due Repubbliche secessioniste russofone di Donetsk e Lungansk in quanto Stati indipendenti e ha inviato truppe Russe nei territori sotto controllo dei secessionisti. Compiendo, di fatto, un atto di guerra, violando con evidenza assoluta il diritto internazionale. Oggi ha aggravato la situazione attaccando direttamente il territorio ucraino, mettendo in pratica le peggiori prospettive ipotizzate dai servizi di informazione degli USA. Continua la lettura di la guerra in casa