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PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO “MIMMO CàNDITO GIORNALISMO A TESTA ALTA”. VINCONO SIMONA CARNINO E MARCO BENEDETTELLI

ASSOCIAZIONE “MIMMO CàNDITO GIORNALISMO A TESTA ALTA”

I primi frutti del Premio “Giornalismo a testa alta” dedicato alla memoria del reporter e inviato di guerra davvero speciale Mimmo Càndito, scomparso il 3 marzo 2018, sono due lavori: uno già svolto, uno ancora da effettuare. Oltre alla sezione Opere, infatti, il Premio ha voluto aiutare concretamente – anche nella consapevolezza della crisi del settore – la realizzazione ex novo di un réportage giornalistico, con la sezione “Progetti”.

In entrambi i casi si tratta di viaggi tra dati e documenti, analisi politiche e testimonianze, ma soprattutto tra volti e storie di persone concrete, capaci di raccontare dalla loro angolazione i tempi che stiamo vivendo. Un giornalismo che prova a rispecchiare in ambito internazionale, nello spirito di Mimmo, l’indipendenza nella ricostruzione e nella rappresentazione dei fatti, per interpretarli e collocarli nel loro contesto storico, geografico e culturale. Un giornalismo che non rinnega l’uso della tecnologia ma che affianca agli algoritmi di Google il compito inderogabile di un cronista: verificare di persona la notizia.

Il Premio si è completamente autofinanziato, attraverso un crowdfunding online al quale hanno partecipato con solo colleghi e amici di Mimmo ma anche lettori ed estimatori che lo hanno apprezzato negli anni attraverso i réportage e i libri.

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“Working at home”: per i giornali una scorciatoia sbagliata

di raffaele fiengo

L’espressione “Docking station” fa venire in mente la sequenza di “The Wall” dei Pink Floyd. Ma ahimè non con il computer che viene collegato. Mi immagino (scherzo) il giornalista turnista che arriva e viene collegato, direttamente lui, con il cavetto o senza.

“Working at home” durante le settimane paurose del Coronavirus è stato l’unico modo per portare in edicola e nelle case (dove eravamo tutti rinchiusi salvo brevi uscite ammesse per cibo, farmaci, giornali e sigarette) l’informazione qualificata,  bene primario. A Milano ho fotografato più volte la fila all’edicola e mi ha scaldato un po’ il cuore.

Pensare però che sia stato scoperto, come una mela caduta da un albero, un nuovo modo di fare i giornali (economico e innovativo) è una insidiosa e sbagliata scorciatoia.

Esiste un principio solido,  collaudato, una costituzione materiale del giornalismo: «L’impostazione del lavoro giornalistico è il frutto di un’opera comune, al quale ogni giornalista è chiamato a partecipare secondo le sue competenze. Il direttore, e chi lo rappresenta, ha una funzione di guida che esercita solidalmente con l’intero corpo redazionale, nel riconoscimento delle rispettive prerogative».

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E’ UNA BUFALA DIRE CHE I GIORNALI NON SONO VENDUTI –  “Liberi tutti” del Corriere, dove la pubblicità si divora il giornalismo

da “professione reporter”

“Liberi tutti”, pagine del Corriere della Sera del sabato. Dove la pubblicità si tuffa nel giornalismo. O il giornalismo si getta nella pubblicità.

Pagina 31 del Corriere del 20 giugno, titolo: “Fendi, ripartire da Roma”. Paginata sul concerto della violinista Anna Tifu sullo scalone del Palazzo della Civiltà all’Eur, Roma. Il Palazzo, realizzato dal Fascismo per l’Expò 1942 che non ebbe mai luogo, è diventato quartier generale di Fendi. La concertista indosserà tre capi alta moda Fendi.

Pagina 32: “Dallo sport alla musica rap. I nuovi mondi di Bikkembergs”. Brikkembergs, per chi non sapesse, è un marchio di scarpe da ginnastica. Foto del rapper Fedez, tutto vestito di verde, con ai piedi la “capsule collection” di Bikkembergs. “Fedez ha avuto una partecipazione attiva alla realizzazione della scarpa, dandogli una connotazione unisex contemporanea”, ci informa Dario Predonzan,  coo (chief operating officer) dell’azienda Levitas, che fa capo al marchio Bikkembergs.

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I collaboratori sono i nuovi riders, gli editori i caporali

di  andrea garibaldi

Giornalisti come riders? Editori come caporali della piana di Gioia Tauro?

Il paragone, evocato dal segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, è corretto. Lorusso ha anche ricordato l’inchiesta del tribunale di Milano che ha portato a commissariare Uber.  Per caporalato.

Dopo una lunga cavalcata al fianco di medici, avvocati, architetti e notai, il giornalismo assimilato alle professioni liberali finisce qui. Il prestigio sociale, anche a causa di tante cialtronate dei giornalisti stessi, è finito da tempo. La dignità retributiva è all’ultimo miglio.

Dalle cabine di prima classe alla fame. Secondo le nuove tabelle preparate da Caltagirone Editore e inviate ai collaboratori del Messaggero, gli articoli sono pagati da zero a 7 euro, a 13, fino a 39 euro (ma solo oltre le 3500 battute e solo in cronaca nazionale). Ciascun collaboratore non può pubblicarne più di 30 al mese. Incassi ipotetici, quindi, che vanno da 210 a 1170 euro mensili (nel caso, assurdo, di 30 pezzi da oltre 3500 battute).

Naturalmente, lordi.

Il Gruppo Caltagirone ha, nell’insieme, un fatturato di 1,5 miliardi.

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“PERCHÉ RESTO A REPUBBLICA” – UNA OPINIONE CONTRARIA, OVVIAMENTE CENSURATA

IL 28 MAGGIO MICHELE SERRA , RISPONDENDO A UN LETTORE SUL “VENERDÌ” DI “REPUBBLICA”, HA MOTIVATO LA SUA DECISIONE DI RESTARE A GEDI DI ELKANN (GRUPPO SEMIMONOPOLISTICO NELLA CARTA STAMPATA, CON I SUOI 16 QUOTIDIANI, L’ESPRESSO E ALTRI PERIODICI).   

ENZO MARZO HA INVIATO ALLA RUBRICA  “SERRA RISPONDE AI LETTORI” UN COMMENTO CRITICO CHE OVVIAMENTE NON E’ STATO PUBBLICATO. 

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LIBERO DA OGNI RITEGNO 02

ARRESTATI  59  NAPOLETANI

Domani il “Mattino” di Napoli, se fosse un giornale cialtrone e razzista come quello di Vittorio Feltri, dovrebbe aprire, a tutta pagina, la prima: 

ARRESTATI PER TANGENTI TREDICI MILANESI

sommario: 

UN’ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE CHE AVEVA MESSO A PUNTO UN “SISTEMA METODICO DI ALTERAZIONE” DEGLI APPALTI SULLA METROPOLITANA DI MILANO DODICI PERSONE SONO FINITE IN CARCERE E UNA AI DOMICILIARI NELL’AMBITO DI UN’INCHIESTA SU TANGENTI E APPALTI TRUCCATI PER I LAVORI DI INNOVAZIONE E MANUTENZIONE DELLA METROPOLITANA. TRA GLI ARRESTATI FIGURA PAOLO BELLINI, RESPONSABILE DEGLI “IMPIANTI DI SEGNALAMENTO E AUTOMAZIONE” DELLA MUNICIPALIZZATA, ACCUSATO DI AVER INCASSATO TANGENTI PER 125MILA EURO. RACCOLTI ELEMENTI ANCHE SU UN EPISODIO DI CORRUZIONE RISALENTE AL 2006 CHE RIGUARDA UNA GARA SULLA LINEA ROSSA M1, PROPRIO QUELLA COLPITA DA NUMEROSI EPISODI DI FRENATE IMPROVVISE.

la lepre marzolina – martedì 23  giugno 2020

AVVISATE I DIRETTORI

di enzo marzo

Avvisate Sallusti, il direttore del “Giornale” di Berlusconi, che ieri le mozioni di sfiducia contro il ministro Bonafede sono state bocciate. Lui non se ne è accorto perché ha titolato a nove colonne: “Bonafede dimezzato, grillini azzerati”. La notizia della doppia sconfitta dell’opposizione si è persa nelle nebbie della cattiva coscienza, dell’informazione servile, della consueta presa per i fondelli dei lettori (che però se lo meritano).

Avvisate Belpietro, direttore della “Verità”, che la da lui tanto annunciata e attesa caduta del Governo , ieri, non è avvenuta perché le opposizioni di destra sono state sconfitte. Il caro Salvini ha aggiunto solo un grano al rosario delle sue catastrofiche iniziative. E non pensi , Belpietro, di aver rispettato le regole giornalistiche perché ha dato la notizia su una misera colonnina… Capiamo il “gran dispitto” del Direttore che il giorno prima aveva ordinato al Senato: “Bonafede deve lasciare”. Ma il Senatus si è permesso di non obbedire alla  “Pravda” dell’estrema destra. E’ davvero una “mala bestia”…

Odio online, per contrastarlo la Francia approva la peggiore legge possibile

di guido scorza   (da fatto.it blog)

Tutti – o, almeno, la maggior parte di noi – vorremmo vivere in un mondo più civile, in un mondo nel quale si ha più rispetto gli uni degli altri, in un mondo nel quale gli ultimi sono trattati come i primi, in un mondo nel quale non ci sono “diversi” e nessuno è discriminato per il suo aspetto fisico, per quello in cui crede, per le sue idee, per la sua condizione di salute o per le sue abitudini sessuali, in un mondo nel quale la violenza verbale, tutta, inclusa quella online, è sostituita dall’educazione.

E tutti i governi – o almeno la più parte – hanno, di conseguenza, l’ambizione, il compito, la funzione e la responsabilità di assumere decisioni e dettare regole capaci di dar corpo a questi aneliti.

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LIBERO DA OGNI RITEGNO

Mercoledì scorso, il 10 giugno, il quotidiano “Libero” (da ogni ritegno) sparò in prima pagina , a 8 colonne, questo titolo:

ARRESTATI  59  NAPOLETANI

Domani il “Mattino” di Napoli, se fosse un giornale cialtrone e razzista come quello di Vittorio Feltri, dovrebbe aprire, a tutta pagina, la prima: 

ARRESTATO PER STUPRO UN MILANESE

sommario: 

E’ IL BERLUSCONIANO PAOLO MASSARI, GIÀ ASSESSORE DI  DESTRA NELLA GIUNTA MORATTI DEL COMUNE DI MILANO, DIMESSOSI DOPO ACCUSE DI MOLESTIE SESSUALI – DA ANNI GIORNALISTA MEDIASET

la lepre marzolina – lunedì 15 giugno 2020

L’ASINO E IL PADRONE

Nessuno mi diverte più di Crozza. Ma devo ammettere che qualche volta l’originale supera di gran lunga il personaggio imitato dal comico genovese. Un titolo di prima pagina di “Libero” mi ha divertito talmente che non riesco a smettere di ridere. Vittorio Feltri intitola un suo editoriale contro alcuni giornalisti: “Fanno l’interesse degli amici potenti e non dei lettori”.  E precisa meglio: “Mettono l’asino dove vuole il padrone”. Feltri nel caso specifico ha ragione (la maggior parte dei giornali sta censurando notizie importanti sulla magistratura e anche su giornalisti), ma che sia proprio lui a “sparare” la notizia in prima pagina come novità scandalosa è il massimo del massimo della comicità.

Ma se tutta la sua carriera è costruita sullo slurp quotidiano, sull’ossequio al Padrone…, sul servirlo oltre ogni decenza, sulla difesa per decenni dei più indifendibili politici-criminali  della Destra, sulla violazione sfrontata della deontologia giornalistica, sul prendere per i fondelli i lettori spacciando falsi dossier o dando doppio lavoro al suo giornalista preferito, tale spione “Betulla”…

Continuo a sganasciarmi dalle risate.

la lepre marzolina – lunedì 25 maggio 2020

STORIA GLORIOSA DI UN GIORNALE “LIBERO”

13 ottobre 1492. Dopo la scoperta dell’America, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: ISABELLA DI CASTIGLIA È ANDATA  IERI DAL PARRUCCHIERE PER RIFARSI I BOCCOLI

15 luglio 1789. Dopo la presa della Bastiglia, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: SGRADEVOLE INGORGO DI CARROZZE ALLE TUILERIES

19 giugno 1815. Dopo Waterloo, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: SCONTRO A GALLARATE TRA DUE BICICLETTE

1 maggio 1945. Dopo il suicidio di Hitler, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: LUTTO NELLA REDAZIONE DI LIBERO. E’ SCOMPARSO UN GRANDE STATISTA DI DESTRA

21 luglio 1969. Dopo l’allunaggio, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: GITA DI ALCUNI TURISTI AMERICANI  NEL DUOMO DI MILANO

17 maggio 2014. Dopo l’inIzio processo Formigoni, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: UN PAESE LIBERTICIDA OSA PROCESSARE UN INNOCENTE 

28 maggio 2020. Titolo vero del giorno dopo che l’Unione europea dà il via libera a 172 miliardi di euro per salvare l’economia  italiana. “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: SABOTATA LA RIPRESA – CONTE PUNISCE GLI IMPRENDITORI

la lepre marzolina – giovedì 28 maggio 2020