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Aux urnes, citoyens!

di enzo marzo

L’iconografia francese ha l’immagine più appassionante nella Marianna che guida il popolo verso la liberté. Nei giorni scorsi si è vista la foto di una giovane con il cartello dove “aux armes” era sostituito da “aux urnes”. Grido che più democratico non potrebbe essere. E i francesi hanno votato in massa contro l’estrema destra.

Il presidente Macron, che inaspettatamente, e persino irritando il suo partito, ha sciolto l’Assemblée Nationale e ha convocato sul tamburo nuove elezioni, è stato sbeffeggiato da quasi tutti. “Incosciente”, “folle”, “irresponsabile”: è stato accusato di volere gettare la Francia nel caos e nella ingovernabilità. La sua carriera è stata data per finita sotto i colpi dell’estremismo di destra trionfante. I più accaniti ovviamente i meloniani e persino “il Fatto”, che ormai giudica ogni vicenda con gli occhiali distorti del “putinismo”. Chi oggettivamente non è a favore del duce russo è da scomunicare. Il giorno del voto il quotidiano esalta l’ultima dichiarazione favorevole a Putin di Le Pen, la traditrice di Francia foraggiata dalle banche russe. Quasi un’indicazione di voto. E così Macron diventa “Micron”. Anzi “cretino”.

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BAMBINO PER TUTTE LE GIORNATE

di enzo marzo

Vi sono uomini per tutte le stagioni, tanto per fare un esempio, Freccero, che secondo la stagione tifa o per  Ingroia  o per Salvini. Giggino, ancora in prima elementare, li batte tutti perché ci mette solo un giorno per cambiare idea. D’altronde il suo testo base sulla diplomazia e sulla politica estera è il Risiko, da lui bazzicato invece di fare i compiti. Ricordiamo una sua intervista a “Le Monde” prima delle elezioni del marzo scorso in cui si professava macroniano e soprattutto europeista di ferro. Il giorno dopo invece….

Adesso, saltato sulla ruspa salviniana si allea con i casseurs che sfondano i portoni dei ministeri, ma poche ore dopo scrive a “Le Monde” elogiando la Francia come un paese amico e il suo popolo come un punto di riferimento «con la sua tradizione democratica millenaria».

Giggino non si fonda sui libri della scuola primaria, ma sulla sua esperienza di vita: infatti nel 1019 il fondatore della dinastia dei Casaleggio, Casaleggio 0.000, si inventò proprio in Francia la democrazia, giusto mille anni fa.

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NOUS SOMMES FRANÇAIS

LA CONVOCAZIONE A PARIGI DELL’AMBASCIATORE FRANCESE IN ITALIA.

LA NOSTRA AMICIZIA (O SOLIDARIETÀ) VERSO LA RÉPUBLIQUE, IN NOME DEI VALORI DELLA LIBERTÀ, DELLA NONVIOLENZA E DEI DIRITTI UMANI.

LE FORZE DI GOVERNO ITALIANE LI STANNO VIOLANDO TUTTI.

CERCARE ACCORDI CON CERTE COMPONENTI TEPPISTICHE CHE SI AGITANO IN FRANCIA (FACENDOSI IDEALMENTE IMPRESTARE LE RUSPE DA SALVINI) DIMOSTRA ESCLUSIVAMENTE DILETTANTISMO, OPPORTUNISMO E PERSINO INCOSCIENZA DEMOCRATICA.

IL DANNO PROVOCATO AL NOSTRO PAESE É ENORME.

LUOGO INSICURO

Il comportamento della Francia sui migranti è di una gravità estrema. Molto peggio dei respingimenti verso la Libia perpetrati da Minniti prima e Salvini poi. È infatti notorio che l’Italia, piena di razzisti, nazionalisti, sovranisti e manine non possa essere considerata luogo sicuro per i migranti. A loro dovrebbe chiedere scusa Macron… non all’Italia.

di riccardo mastrorillo – 20 ottobre 2018

IN ATTESA DI MACARON

di gian giacomo migone

[anteprima di un editoriale del prossimo numero di “nonmollare]

Niente paura. In realtà sono un prestigioso notista politico, non importa di quale delle testate principali, o main stream, che ben conoscete. Firmo con uno pseudonimo, preso a prestito, perché, per una volta, intendo scrivere in chiaro quello che solitamente faccio leggere tra le righe.

La campagna elettorale dei soliti al comando sta andando a meraviglia. Tra costoro ci sono anche i proprietari del mio giornale, ma non ho bisogno di prendere ordini, li intuisco e talora li precedo. Alle prossime elezioni politiche – quelle europee potrebbero coincidere o servire per scaldare i muscoli – il nostro candidato, Macaron, sarà sicuramente il vincitore. Ciascuno sta facendo bene la sua parte.

 Salvini ogni giorno ne inventa una, mostrandosi razzista, fascistoide, ignorante quanto basta a rastrellare voti a sufficienza per costituire una credibile minaccia alla democrazia e all’Europa, ove si è alleato con alcuni della sua risma, ma sempre molto  attento a non ferire i nostri interessi duraturi.  

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SALVINI PORTA JELLA?

Oddio che brutte giornate per Salvini.  Scende in guerra contro la marina militare  italiana e viene affondato. Si getta a capofitto contro la matematica ma si sa che i numeri hanno la testa dura. I suoi amici sovranisti europei sbeffeggiano l’italia e sono proprio loro ad essere i più accaniti avversari  della sua politica (si sa che i nazionalisti non si amano tra loro). I cechi indicano addirittura l’Inferno  come meta finale del governo giallo-nero. Deve cacciare sul’unghia i soldi rubati da Bossi e da lui spesi, e i giornali pubblicano i suoi sotterfugi da casta ladrona e scoprono che la sua Lega – come  i sogni –  sta tutta in un cassetto. La sua stella cometa, il populista Trump, ci dichiara suoi “nemici”  (si sa che i populisti non si amano tra loro). Poi la débacle finale: pomposamente e con raro senso di maleducazione per un uomo delle istituzioni dichiara che va a Mosca per “gufare”  contro la Francia e il suo odiato Macron gli rifila quattro goal. A molti viene il sospetto che, oltre ad essere farsescamente ducesco e incapace, non è che porta jella…

la lepre marzolina – 15 luglio 2018