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Partirà il corteo dei vassalli?

di giovanni perazzoli

Viene detto e ripetuto che Trump è un isolazionista. Non è vero. La cifra della politica di Trump è la politica estera. Le sue posizioni di politica interna sono banalità: la lotta all’immigrazione illegale, il contenimento del wokismo, un po’ di politica economica basata su meno tasse e riduzione della spesa pubblica. Staremo a vedere, ma dubito che vedremo dei cambiamenti epocali.

Dove invece potremmo davvero vedere cambiamenti epocali è nella politica estera, con la rottura dell’architettura atlantica che ha garantito la pace: un’alleanza naturale tra democrazie. I cambiamenti epocali potrebbero arrivare con la disgregazione dell’UE. Cresceranno i populisti (amici di Trump, c’è da scommetterci), che metteranno in crisi i già debolissimi stati europei. Partirà il corteo dei vassalli? Eccome! Naturalmente, tutto a vantaggio delle autocrazie.

IL FALLIMENTO DELLA BREXIT

di graham watson

Ci sono voluti sei anni a John Bull per svegliarsi e capire quello che Jock Tamson aveva previsto nel 2017. La Brexit ha reso il Regno Unito più povero e ha privato le persone di opportunità. La grande domanda ora è se la Scozia e l’Irlanda del Nord si staccheranno dall’Inghilterra e rientreranno nell’UE.
(N.B. John Bull e Jock Tamson sono i nomi generici dati rispettivamente a inglesi e scozzesi).

SERVONO BENI PUBBLICI EUROPEI

di pier virgilio dastoli

Noi riteniamo che ci siano almeno quattro ragioni che rendono necessaria la creazione di beni pubblici europei, affidandone la gestione oggi alla Commissione europea e domani ad un vero governo europeo sotto il controllo dell’autorità di bilancio europea (Parlamento europeo e Consiglio) e sottraendone la responsabilità esecutiva ai governi nazionali.

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MORIRE (DI NUOVO) PER DANZICA

di giovanni vetritto

L’uccisione del Sindaco di Danzica, Pawel Adamowicz, avvenuta nelle scorse ore, lega sinistramente al nome della città polacca questo difficile momento storico, per tanti versi già simile alla crisi europea tra le due Guerre mondiali del ‘900.

Si apre ufficialmente con questo omicidio la campagna elettorale in un Est ancora anni luce lontano dal costume (prima ancora che dalle regole) della democrazia liberale, che solo la miopia, la sudditanza a un papato politicamente attivo e una realpolitik priva di ideali potevano immaginare, solo pochi anni fa, codecisore di una Unione Europea così faticosamente tratta dalle secche dell’incomprensione dall’Atto Unico del 1986.

Il regime instaurato in Polonia dal PIS di Jaroslaw Kaczynski sta ormai abbandonando pressoché del tutto i caratteri di uno Stato di diritto.

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IL CAPO IN GILET GIALLO E DOPPIOPETTO

di enzo marzo

DOMANDA A LUIGI DI MAIO, CAPO DEL M5S.

Egregio Capo,

nei giorni scorsi lei ha rotto gli indugi e sorprendentemente ha annunciato la sua volontà di allearsi, in occasione delle elezioni europee, con i “gilets jaunes” francesi e con il polacco Pawel Kukiz, fondatore di un partito cui ha dato modestamente il suo stesso nome (Kukiz’15 ), dichiaratamente di estrema destra, euroscettico e nazionalista. A Kukiz non manca nulla: è anche un reazionario clericale famoso per le sue battaglie contro la legislazione sull’aborto, che piaceranno particolarmente all’elettorato femminile grillino.  Ricordiamo che il M5s nell’ultima legislatura europea è stato con i parlamentari dell’Ukip di Farage, promotore della Brexit, acerrimo nemico della Unione europea e di estrema destra. Ora che Farage ha ottenuto il suo obiettivo, lei va a cercare i suoi partner nell’estrema destra europea in aperta concorrenza con Salvini. Bella gara…

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UN PO’ DI DIGNITÀ, ORSÙ

di enzo marzo

  1. DOMANDA A GIUSEPPE CONTE, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Non invidiamo il povero nostro Presidente del consiglio stretto da due guidatori, ubriachi e senza patente, che hanno lanciato la macchina del nostro paese a folle velocità contro il muro della realtà. Apprezziamo il suo tentativo odierno di rimediare in qualche modo agli esiti prevedibilissimi dopo la lettera di Bruxelles con parole sensate: «Potete anche criticare la manovra ma non dimenticate che stiamo agendo in modo responsabile nell’interesse degli Italiani». Invece riteniamo velleitarie le parole che poi ha aggiunto: «Non alimentiamo fiati, voci, polemiche, di chiunque siano e ragioniamo sugli obiettivi e sulla costruzione di un percorso a cui tutti dobbiamo lavorare».

Il suo è un invito che prende le distanze dalle forze di maggioranza e da suoi ministri, ma non crede, caro Premier, che il nostro destino sia segnato senza una sua presa di posizione chiara e decisa che ridia un minimo di credibilità a lei stesso, al ruolo che ricopre e  al paese di fronte all’Europa?

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un fronte popolare vietato a fascisti e razzisti…. e alla politica

Abbiamo letto con attenzione l’appello del sindaco di Napoli  Luigi de Magistris, per “l’unità delle forze che vogliono finalmente attuare in pieno la Costituzione”. Osserviamo che l’appello, più che per la costruzione di un “fronte popolare”, termine che comunque evoca trascorsi complicati nella recente storia italiana, pare più indirizzato alla costruzione di un fronte populista speculare, a sinistra (forse), di quello già messo in campo da SalviMaio. Continua la lettura di un fronte popolare vietato a fascisti e razzisti…. e alla politica

CHI INQUINA I POZZI?

di enzo marzo

  1. DOMANDA a LUIGI DI MAIO, V. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E CAPO DEL M5S

Caro v. presidente, alcuni giorni fa è certo che a Palazzo Chigi si è svolta una riunione di vertice in cui è emersa una grande preoccupazione per l’accoglienza in Europa del Def. Quindi si è deciso in quella sede di gettare acqua sul fuoco e cercare di rassicurare mercati e governi europei. Manovra tardiva, poco credibile e appiccicaticcia. Ma comunque necessaria.

A fare terra bruciata erano stati già i rappresentanti di Lega Ladrona con la loro diplomazia da squadristi da curva sud o da nostalgici mussoliniani. E hanno continuato a farlo. Così sono fioccati i “me ne frego”, le ironie sulle “letterine di Natale” e perfino le performances da hooligan di un energumeno leghista, scarpa in mano, contro i documenti dell’Unione europea. Tanto per dimostrare plasticamente quanto sia forte la buona volontà italiana per l’imminente trattativa e per la permanenza nell’Unione…

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UNA VIOLAZIONE DEL TRATTATO DI LISBONA

di pier virgilio dastoli

Se il disegno di legge sul cosiddetto reddito di cittadinanza fosse applicato solo ai cittadini italiani escludendo i cittadini europei residenti in Italia ciò configurerebbe una violazione del Trattato di Lisbona secondo il principio di non discriminazione sulla base della nazionalità. Se il disegno di legge fosse applicato solo ai cittadini italiani ciò configurerebbe una violazione della Carta dei diritti fondamentali secondo il principio di non discriminazione sulla base della nazionalità che si applica a tutte le persone legalmente residenti in Italia. Il rispetto di questi principi riguarda tutti i residenti nell’Unione europea e deve essere applicato in Belgio, in Francia, in Germania, in Lussemburgo eccetera e se uno di questi governi violasse questo principio dovrebbe essere portato davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea e obbligato a modificare una legge siffatta. Il Presidente della Repubblica dovrebbe rifiutarsi di firmare una eventuale legge sul reddito di cittadinanza applicato solo agli italiani per manifesta incostituzionalità. I giudici italiani inoltre sono tenuti a disapplicare una legge che non è conforme al diritto dell’Unione.

GRAZIE, ORBAN

Non avremmo mai creduto di dover ringraziare un velleitario dittatorello dell’Est europeo, nonché il Capo di Lega ladrona, per la loro incessante opera a favore dell’unità europea. Grazie alla meticolosità di Wundt si è potuto mettere a punto un concetto, quello della “eterogenesi dei fini” che ci avverte come azioni intenzionali possano portare a conseguenze non intenzionali, spesso anche assolutamente contrarie a quelle volute. Orbàn è il più chiassoso tra quelli che vogliono ricostituire in chiave antieuropea (ma conservando tutti i vantaggi economici) un’alleanza del tutto simile alla vecchia Austria–Ungheria. Nella sua mente nostalgica c’è la volontà di esprimere egemonia o forza di attrazione verso la Baviera, la Croazia, persino verso il lombardo-veneto. Ha dalla sua il fatto che l’Ungheria (a parte alcune fiammate libertarie) è stata sempre un paese sottomesso a poteri esterni e quando si è auto governata – come nella Reggenza tra le due guerre mondiali – ha prodotto solo governi fascisti, addirittura nazisti, fondati su un accanito antisemitismo. La popolazione ungherese non si è fatta molto onore, ha perseguito gli ebrei con determinazione. E’ scesa in guerra al fianco di Hitler e, come fecero pure gli italiani, quando la guerra volgeva a male cercò di tradire i suoi alleati. Fu ovviamente occupata, non risulta una sua resistenza ma molto collaborazionismo. Dopo fu punita duramente dalla sua posizione geografica.

Ma gli ungheresi di Orbàn non hanno appreso la lezione.

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VINO NOVELLO

Salvini a Juncker: “Parlo solo con persone sobrie”. Ma soltanto persone non sobrie possono parlare con Salvini. O totalmente rimbambiti dal potere novello, come i grillini, che neppure si accorgono che il leader di Lega Ladrona li sta sospingendo con sempre maggiore decisione verso la fuoriuscita dall’Euro. E che il Def non è una loro vittoria ma solo lo strumento con cui il sovranista li ha intrappolati e resi ostaggio.

PS: Ma è mai possibile che non c’è un ministro degli esteri (o un ministro dell’economia, per non dire di un presidente del consiglio) che abbia uno straccio di dignità che lo porti ad avvertire: “La prossima volta, caro Salvini, che dai giudizi o fai dichiarazioni su argomenti che assolutamente non sono di tua competenza,  ma esclusivamente mia,  mi dimetto, così semplicemente, ma davvero”.

la lepre marzolina – 2 ottobre 2018

METTIAMO UN PUNTO DEFINITIVO ALLA POLEMICA CON I LIBERALOIDI

di enzo marzo

Forza Italia vota a favore della “democrazia illiberale” di Orban

Ovviamente noi lo abbiamo sempre saputo che il berlusconismo era una truffa maldestra a uso e consumo dei liberali (noi li abbiamo sempre chiamati “liberaloidi”) che non desideravano altro che farsi truffare e lucrarci sopra. Così hanno fatto finta per venticinque anni di credere che il partito di un frodatore, di un colluso con la mafia e di un corruttore di avvocati e giudici avrebbe finalmente realizzato la “rivoluzione liberale” in Italia. I risultati stanno sotto i nostri occhi.

Roba da ridere, anzi da piangere, se ricordiamo i salti mortali dottrinali dei “professori della cattedra” sui giornali-spazzatura dell’ex cavaliere e addirittura in parlamento per giustificare il loro servilismo che tanto ha lavorato al massacro della tradizione e del pensiero liberale italiano.

Ora siamo arrivati al punto terminale.

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