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PIPPONE SULLA RIELEZIONE DI MATTARELLA AL QUIRINALE

di luca fidia pardini*  (preso da facebook)

Scrivo questo ragionamento principalmente per sfogarmi. Nel 2013 ci è toccato assistere ad una bassissima pagina di politica, con il Partito Democratico che ha impallinato prima un suo iscritto (Stefano Rodotà) poi il suo unico leader vincente a livello nazionale (Romano Prodi), per arrivare alla rielezione di Giorgio Napolitano. Un preciso disegno, ben architettato, per evitare quello che sarebbe stato il primo governo non democristiano (almeno non in maggioranza) tra centrosinistra e MoVimento 5 Stelle. Continua la lettura di PIPPONE SULLA RIELEZIONE DI MATTARELLA AL QUIRINALE

SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME…

Molti sono gli aspiranti, ma l’esame per il titolo “Il più Fesso della Repubblica” è molto severo. Salvini però è sicuro di sé, si sente al Papeete, e ingurgitati tre, quattro mojitos, appena poche ore dopo la catastrofe Casellati da lui provocata, si presenta davanti agli esaminatori e proclama: «Sto lavorando affinché ci sia un presidente donna e in gamba, non in quanto donna ma in quanto persona in gamba». Era ora. In ventuno parole certifica che la sua vittima di giornata non era una donna o, se era donna, era candidata solo per questo motivo e certamente non perché in gamba. Che sia chiaro a tutti.

Il titolo è suo. Persino Tajani si deve arrendere. E il suo compagno di banco, Giuseppe Conte, allunga il collo e copia il compito. Così anche lui, in extremis, riesce a strappare la medaglia d’argento. Complimenti.

la lepre marzolina – sabato 29 gennaio 2022

APPELLO AI GRANDI ELETTORI

il ruolo che la Costituzione ti ha assegnato, è un onore e onere individuale, non esiste nessun vincolo di gruppo, di partito, di fede, ma è la tua volontà che, sommata a quella degli altri Grandi Elettori formerà, attraverso le ripetute votazioni, una maggioranza sufficiente ad eleggere il Presidente della Repubblica.

Alcuni personaggi, in questi giorni stanno “trattando” tra di loro come se il tuo voto, su loro indicazione, sia scontato, se non doveroso.

Questa procedura non è quella pensata dai padri costituenti: votare scheda bianca, finchè qualcuno non vi dirà su quale nome è stato fatto l’accordo, non è un metodo intelligente, sopratutto in questo caso dove, nessuna “coalizione” potrebbe vantare una maggioranza.

Vi imploriamo quindi di iniziare a votare: votate la persona che ritenete più indicata come Presidente della Repubblica, osservate lo scrutinio e, nel caso qualcuno, votato da altri, dovesse incontrare il vostro gradimento, alla votazione successiva votatelo anche voi. Di voto in voto si formerà una maggioranza trasversale, unica vera garanzia di scelta del migliore.

Questo è lo spirito della Costituzione: PRATICATELO!

TRAGICI ‘SCHERZI A PARTE’

di La lepre marzolina

Martedì 25 gennaio. Ore 10,15.

Ieri lunedì è stata la giornata tra le più nefaste della storia repubblicana. Draghi, con le sue consultazioni, ha ufficializzato la discesa in campo, già di fatto preannunciata a dicembre. (Non è un caso che persino i più prezzolati dei suoi sostenitori – Gedi & company – riconoscono che l’azione di governo degli ultimi due mesi si è molto indebolita).

Con la mossa assai azzardata della candidatura ha dimostrato tutta la sua incapacità politica ed ha manifestato la sua totale irresponsabilità.

Il quadro generale era già inquietante: impazzimento generale, partiti spappolati, leader afoni o incapaci di fare alcuna proposta credibile o mutanti idea tre volte nella stessa giornata, in una situazione generale di pandemia, malessere sociale che non può che crescere, lavoro precario alle stelle, economia che il governo pensa di poter risollevare solo con la pioggia di bonus, necessità comunque di sfruttare al meglio i soldi europei, situazione internazionale che precipita in una crisi cosi acuta e così vicina da mettere paura. E ricordiamoci che noi abbiamo le destre, forse maggioritarie, che trafficano materialmente e ideologicamente con Putin. Il tutto sotto agli occhi di intere generazioni allo sbando destinate a un futuro assai incerto.

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BONINO, RADICALI, E L’”ITALIA ALLA ROVESCIA”

Da molto tempo c’erano prove irrefutabili del consolidato opportunismo e trasformismo di Emma Bonino, ma che lei si metta ora, assieme con altri radicali da burletta, a smantellare con fervore e sistematicamente persino la memoria storica dei primordi della storia radicale, ci pare davvero un’infamia un tantino esagerata. Ci rendiamo conto che  non sono in moltissimi a non arrendersi allo straripamento dell’”Italia alla rovescia”. E a non diventare Kapò. Eppure ci meravigliamo ancora quando oninoB e i suoi ilacidar, ex abortisti e laici (persino anticlericali), danno il loro voto (peraltro neppure richiesto, così aggratis, solo per devozione politico-ideologica) alla ciellina clericale e antiabortista Cartabia. Ci ridà il buon umore soltanto il pensiero della reazione, fiorita d’improperi toscani, di Ernesto Rossi. Ovviamente dall’Inferno. Per non dire del giudizio delle ossa di Salvemini, Galante Garrone, Calamandrei, Ada Rossi, Adele Faccio, milioni di donne, e via dicendo… Ma sono giudizi che non arrivano a destinazione perché nell’”Italia alla rovescia”, nell’Italia delle oninoB e dei suoi ilacidar, non si sa neppure cosa sia la vergogna.

enzo marzo

GUZZANTI, IL MARATONETA DELLO SLURP

di enzo marzo

Paolo Guzzanti dovrebbe essere onorato come inarrivabile Maestro da tutti i giornalisti italiani. E portato ad esempio ai giovani che vogliono intraprendere questa professione sempre più amata dagli italiani. Per settimane è stato in prima fila delle frotte di giornalisti prezzolati da Berlusconi, scrivendo un pezzo al giorno per dimostrare quanto gli italiani fossero fortunati giacché uno statista come Berlusconi, di specchiata moralità e di inenarrabile sagacia politica (dopo tutto chi è lo statista che ha chiuso la “guerra fredda” se non lui?, lo sanno tutti, dopo averlo letto sul “Corriere della sera”), aveva deciso di ascendere al Supremo Colle. Non c’è stato superlativo assoluto che il Maestro non abbia sciorinato, non c’è stata metafora ardita che non abbia cesellato, non c’è stato artificio retorico di cui non abbia approfittato. Tutte le arti del mestiere (più antico del mondo?) sono state messe in campo per l’elogio quotidiano. E oltre a tutte queste abilità, davvero ammirevoli sono state una costanza e una dedizione che non possono venire che da un amore travagliato ma vero. Ha persino viaggiato per l’Europa per strappare interviste incensatorie. Non ha fatto mancare dichiarati o sottintesi rimbrotti per quegli italiani che, ingrati, non mostravano il loro entusiasmo per la fortuna che gli sarebbe piovuta addosso e non si dimostravano riconoscenti per tutto il bene che lo Statista ha dispensato per decenni nel bel Paese. Solo uno poteva fargli concorrenza in piaggeria, e gliel’ha fatta: l’uomo di Bertinotti, Piero Sansonetti, ma in verità non c’è stata gara. L’ex rifondarolo non è secondo a nessuno in sfacciataggine, ma non ha lo stile suadente di Guzzanti. Il quale, tra l’altro, è stato costretto a un ulteriore sforzo quotidiano per superare la contrarietà del suo Direttore, restio a pubblicare articoli cosi ancora non sufficientemente celebrativi del comune Padrone.

Potete quindi immaginare la profonda delusione del “maratoneta dello slurp”

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Quirinale, verità nascoste

di gian giacomo migone 

Milioni di parole scritte e dichiarate a proposito dell’ormai imminente elezione del Presidente della Repubblica ignorano o occultano una semplice verità: che quella carica, per il modo in cui è delineata dalla nostra pur sacrosanta Costituzione, se ne fosse investita la persona sbagliata, configurerebbe anche un pericolo.

Gli osservatori più acuti, ad esempio Gianfranco Pasquino, ricorrendo alla fisarmonica o ad altre metafore,  hanno osservato che la storia del presidenzialismo italiano contempla un’ampia gamma d’interpretazioni dei suoi poteri,  sempre rilevanti. 

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ECCO CHI SARA’ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

di La Lepre Marzolina

Venerdì 22 gennaio. Ore 16,48. Non ditemi che vi siete appassionati al gioco del Presidente. Però vi capisco, e vi vengo incontro: la grottesca ma verosimile candidatura di un pregiudicato ha mandato nel panico tutt’Italia, anche quella di destra, con la sola eccezione di qualche svergognato giornalista-lustrascarpe e il solito buffone di corte. Ora speriamo che l’arrampicata di Berlusconi sul Monte Ridicolo sia fallita e allora ci dovremo rallegrare perché il caro Silvio ha ringiovanito di venti anni noi vecchietti e ha permesso di chiarire ai giovani quale passato avesse il Caimano. È risorto persino il giudice corrotto Metta. Si è potuto far rivivere la sceneggiata di Berlusca che va al Quirinale per formare il suo primo Governo e indica come Ministro della Giustizia il suo avvocato, Previti, che sarà condannato per aver corrotto un giudice per conto del grande Corruttore. Complice Crozza, nell’immaginario collettivo si era affermata la figura comica di un vecchio rincretinito. Che faceva persino tenerezza. Ora non può che tornare in rilievo un Berlusconi superiore di qualche lunghezza a tutta la classe dirigente piddina. Un Berlusconi che le ha fatto prendere una gran bella paura. Forse ciò renderà più complicato il perenne verdiniano sogno nascosto degli ex-comunisti e degli ex democristiani di riempire il loro vuoto con ancora quattro, cinque, sei incontri “del Nazareno”. Facendo salire oltre ogni limite il già alto disgusto degli elettori. Zingaretti entrerà nella storia per aver dichiarato di “vergognarsi” di un tale partito. E D’Alema sarà ricordato anche per aver annunciato imprudentemente la fine nel Pd della malattia inoculata da Renzi. Renzi non c’è più ma il renzismo è ancora là con tutti i suoi fantasmi. L’ultimo andrà al Quirinale.

Lasciamo da parte le candidature di Mattarella e di Draghi. Nel primo caso si realizzerebbe il ripetersi di un’insopportabile scorrettezza istituzionale; e, nel secondo, si aprirebbero più problemi di quanti ne risolverebbe e getterebbe il paese nella ingovernabilità o in un truffaldino mutamento di fatto dell’assetto costituzionale.

La Lepre Marzolina sa come andrà a finire.

La Lepre non fa i salti di gioia, tira soltanto le conclusioni; il nome del nuovo  Presidente della Repubblica è quasi scontato. Ragioniamo assieme: sapete dirmi qual è i principale segno distintivo di questa Seconda repubblica e soprattutto di questa diciottesima legislatura? Forza, non pensateci troppo. È ovvio: il Trasformismo. Bande di parlamentari che passano da destra a sinistra e da sinistra a destra, partiti che compongono governi ad egemonia di estrema destra e subito dopo governi di centro sinistra. Il Trasformismo domina e dà forza alla scemenza che non esista più né la destra né la sinistra. Il tutto viene anche teorizzato da menti pensose. E poi, non dimentichiamo, il Trasformismo viene da lontano, è vizietto storico della classe politica italiana. Anche se bisogna ammettere che mai come in questi ultimi anni ha fatto così tanti danni irreversibili. Gli elettori credono sempre meno nei riti democratici svuotati e se ne rimangono a casa.

Possiamo negare il diritto di rappresentare la vera essenza della politica italiana al Trasformista per eccellenza? Non un trasformista qualunque, un improvvisato, ma il Trasformista rodato da decenni di lotta politica. Non un dilettante ma un professionista. Alla fine ci arriverà persino Salvini. Sarà lui a offrire la soluzione ideale. Semmai contornata da un paio di vittime da sacrificare. E Letta, che ha condotto questa vicenda quirinalizia con l’abilità politica di un sedicenne (uno di quelli ch’egli vorrebbe far votare), dovrà accettare, anzi far finta di accoglier il nome fatto da Salvini come la soluzione di ogni problema. Avere al Colle il democristiano doc, con decenni di militanza nello schieramento di destra ma che ora siede a sinistra (si fa per dire), proprio nella file pd… Già doroteo, berlusconiano, renziano. Non gli manca nulla. E così vincono tutti. Chi meglio di lui?

Due soli corollari: uno, i franchi tiratori possono guastare la “perfezione” del quadro; due, dal gioco rimane fuori il M5s, che avrebbe l’opportunità di darsi finalmente un’identità non facendosi integrare dal Pd e votando dalla prima votazione fino all’ultima un personaggio civile come Segre. Una dell'”Altra Italia”. Ma saprà Conte resistere alla tentazione dell’ammucchiata da Prima repubblica? Di Maio sicuramente no. (Di Maio è, come la cucina Scavolini, “il più amato” dai politici italiani perché ha trasformato il M5s in un bancomat dove prelevare ad libitum elettori e parlamentari).

P.S.: Una considerazione a parte: mentre imperversavano il Covid, Berlusconi e una micidiale crisi economica, le burocrati talebane della sinistra si sono fatte la loro piccola battaglia per avere un po’ di visibilità reclamando una Presidente-donna. Una presidente non già proveniente da una qualche definita cultura politica, non una Bindi, bensì semplicemente una qualsiasi “in quanto donna”. “Genere” per “genere”, allora perché no a un Presidente “in quanto” gay o una presidente “in quanto” lesbica? Basta fare un po’ di rumore e di presenzialismo sul palcoscenico ai danni della vera battaglia per l’uguaglianza di diritti e di opportunità tra tutti… Purtroppo, se va come prevede la Lepre marzolina, ci perderemo lo spettacolo imbarazzante della Grande elettrice che deve scegliere con coerenza talebana tra Casellati e Zagrebelsky, tra Santanché e Giorgio Parisi… “Fatuità delle fatuità, tutto è fatuità”.

DALLE STELLE ALLE STALLE. “DIOMIO, COME SONO CADUTO IN BASSO!” (con un aggiornamento)(alleghiamo anche un servizio di “professione reporter”)

di enzo marzo

Ieri, giovedì 20 gennaio, il “Corriere della sera” ha scritto la pagina più buia della sua storia. A pag. 7 è apparsa una pagina ad personam di propaganda spudorata (e persino ridicola) a favore di Berlusconi presidente della Repubblica. L’identica pagina già era stata pubblicata su quel giornale truffaldino che è “il Giornale” di Berlusconi Paolo (truffaldino perché aggira di fatto la legge che proibisce la proprietà di quotidiani a coloro che sono proprietari di concessioni statali, come è Berlusconi Silvio; ma con evidenza il pregiudicato Berlusconi Silvio “prescinde” dalle leggi). Persino la propaganda occulta dei tempi del “Corriere” in mano alla P2 fu meno grave perché, appunto, “occulta”. Il “Corriere” di Cairo-Fontana, al contrario, ha violato tutte le regole deontologiche e di buon gusto sfacciatamente. Entrare a gamba tesa nella campagna quirinalizia con un inserto pubblicitario e un furbesco “combinato disposto” con altri articoli e fotografie corrive è un’offesa ai lettori, al giornalismo, agli stessi giornalisti che lavorano al “Corriere”, ed è uno sfregio alla storia di quello che era il più autorevole quotidiano italiano. È molto grave che il Direttore Fontana, com’era suo diritto e dovere, non abbia impedito questo scandalo, assumendosene la responsabilità. Ma i tempi di Albertini e di Ottone sono distanti anni luce. Però è altrettanto avvilente che il sindacato interno pensi di cavarsela con una blanda lettera al Direttore e non si renda conto della violazione deontologica e persino dell’erosione del “capitale” morale e anche economico del giornale.

P.s. del 22-1-2022: Al secondo giorno dalla scandalosa pubblicazione, il Direttore ha risposto: “Cari colleghi, la pubblicità di cui parlate nel vostro messaggio rispetta tutte le regole stabilite negli accordi tra direzione, sindacato e azienda per la pubblicazione delle inserzioni pubblicitarie”. Come risponderà il Comitato di redazione? Secondo me digerirà il rospo e continuerà a farsi complice delle quotidiane violazioni del contratto nazionale di lavoro in tema di pubblicità e di correttezza professionale. E il Corriere persisterà a uscire pieno zeppo di pubblicità redazionale. Alla faccia dei lettori.

ALLEGHIAMO IL SERVIZIO PUBBLICATO DA “PROFESSIONE REPORTER” DI ANDREA GARIBALDI SULLO STESSO ARGOMENTO

PROTESTE AL CORRIERE: PUBBLICITÀ DI BERLUSCONI ACCANTO ALLE NOTIZIE SUL QUIRINALE – 20 Gennaio 20220

Si discute nei corridoi di via Solferino 28. Sull’Avviso a pagamento (scritto in caratteri minimi) a tutta pagina di Silvio Berlusconi, edizione di giovedì 20 gennaio. Il Comitato di redazione ha scritto al direttore Luciano Fontana, per chiedere ragione e chiarimenti.

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Silenzio della Presidente del Senato e di Renzi, per ora servo di due o tre padroni

di Gian Giacomo Migone

19 GEN 2022 — 

Altri lo hanno rotto, questo silenzio. Soprattutto “il Fatto Quotidiano” e Adn-Kronos hanno dato ampio spazio alla nostra lettera aperta.  Anche “La Stampa”, “Il Manifesto” e “Critica Liberale” l’hanno riportata.

Sono arrivate altre significative adesioni. Oltre a quella di Savino Pezzotta, già segretario generale della CISL, citiamo  ad esempio le firme di Ersilia Salvato, già vice presidente del Senato, Gabriele Lolli, Alessandra Mecozzi, Filippo Maone, Marina Premoli, Giuseppe Giacobbo Scavo, Bruna Bagnato, Paolo Bertinetti, Lucia Salto, Paolo Candelari, Elisabetta Soletti, Angelo Baracca, Armando Michelizza, David Ellwood, Franco Marenco, Roberto Barzanti, Luca Borzani, Mariuccia Cadenasso.

Restiamo in fiduciosa attesa della risposta della presidente Alberti Casellati che, a nostro avviso, ha il dovere istituzionale di farsi parte diligente.