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MEDAGLIA D’ORO PER “libero”

Data storica per il giornalismo italiano. Con una certa emozione stamattina, mercoledì 9 aprile 2020,  abbiamo scoperto che Littorio Feltri , direttore di “Libero”, ha voluto formalizzare il ruolo che da tempo sta svolgendo nella stampa italiana e ha arricchito la testata con una qualifica più precisa e ben meritata. Potrebbe sembrare solo un aggiustamento grafico,  invece è un’orgogliosa presa d’atto della supremazia raggiunta nei confronti di competitori come Belpietro, Sallusti, Sansonetti  e persino Bechis che, nonostante gli sforzi e la buona volontà, non riescono a raggiungere i vertici di “Libero”  e quindi a minacciarne la  funzione di rappresentanza vera della cartacea Destra-trash.  Adesso, dall’alto del picco raggiunto, non gli resta che superare sé stesso.  [e.ma.]

VOGLIAMO IL GOVERNO DEI MIGLIORI

di enzo marzo

Vittorio Feltri sabato sera era disperato: in Italia e nel mondo non c’era uno straccio di notizia. Come “aprire “ il suo “Libero trash”? Idea: il grande giornalista decide di approfittare del solito prefestivo deserto di informazioni per fare un bilancio complessivo del nostro Governo in tempo di Corona virus. E con la sua solita grande onestà intellettuale titola così a 9 colonne di prima pagina:

«Siamo nelle mani dei mediocri

IL TRIONFO DEI PEGGIORI

A gestire l’emergenza ci sono un avvocato, un ex steward del San Paolo, un ex concorrente del Grande Fratello e un laureato in Scienze politiche. Ecco i risultati: abbiamo il record dei morti»

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CHE CONFUSIONE A CASA BECHIS…

di enzo marzo

Come esistono gli “Stati canaglia”, quelli che non rispettano affatto le regole internazionali, si dilettano a giocare con le bombe atomiche e minacciano quotidianamente il mondo, quelli , insomma, tanto amati da Razzi, così esistono i giornali sciacalli: sono quelli che ogni giorno dimenticano di informare i propri lettori delle principali notizie e sparano in prima pagina titoloni a 9 colonne che un tempo si usavano per annunciare lo scoppio di una guerra mondiale. Invece i giornali sciacalli ogni giorno ripetono sempre lo stesso annuncio: Conte ha le ore contate, governo disastroso, provvedimenti rovinosi, il futuro sarà agghiacciante, togliamo ai poveri – che intanto sono già poveri – per dare ai ricchi che non sono invece abituati alla povertà, l’Europa fa schifo comunque, la maggioranza litiga ogni minuto, evviva l’opposizione, vogliamo l’Uomo della Provvidenza e che si diano delle Poltrone a Salvini, che è “a rota”. Tutto qui.

Tra i giornali sciacalli c’è una certa rivalità:

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SENZA VERGOGNA

di enzo marzo

[illustrazione: dettaglio di “Giornalismo e arte” di Norman Lindsay]

L’Italia sta dando il meglio di sé, ma anche il peggio.

I due giornali di estrema destra “Libero” e la “Verità” (la “Pravda“ di un auspicato regime salviniano) stanno disonorando il giornalismo italiano. Più di quanto non lo facessero prima della catastrofe del coronavirus. E ce ne vuole. Ogni giorno usano la loro prima pagina come un bollettino propagandistico in cui sciacallaggio e cinismo oltre misura si assommano a tutto ciò che è utile per propagare panico. Forse i due Direttori sono presi dal batticuore, perché i loro referenti politici, diventata indigesta la stagione della demagogia a mitraglia e del dilettantismo, sono quasi del tutto usciti dal radar dell’attenzione dei cittadini che hanno ben altro cui pensare.  E allora non sanno offrire altra linea se non quella della contraddizione quotidiana, non sanno che pesci prendere e quindi vanno sull’usato sicuro: no all’Europa, no a Conte, sì a quei due «eroi» che sono i presidenti della Lombardia e del Veneto, anche quando si ridicolizzano…

Certo, un paese democratico ha assoluto bisogno dell’opposizione, sempre. Anche molto severa. Ma i giornali , oltre che criticare, avrebbero anche il dovere di dare qualche volta delle notizie ai lettori, non sparare ogni giorno solo slogan o proposte politiche partorite in redazione trasformata in bar dello sport. Forse il coronavirus ci aiuterà ad attenuare i malanni della società dello spettacolo, ma rimanere asserragliati nella società dell’avanspettacolo è offensivo per chi sta soffrendo, per chi ha giustamente paura e non gli rimane molto tempo per la demagogia politichese e per l’odio allo stato puro. I titoli del 20 marzo hanno toccato il fondo. 

Ne riportiamo solo uno, che sfiora l’eversione. È di “Libero”:

«L’unico modo per dare fiato agli ospedali

INVESTIRE SUBITO SULLA SANITÀ I SOLDI DEL REDDITO DI CITTADINANZA

solo con i 7 miliardi destinati ai fannulloni può tornarci la salute»

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UN EDITORE GENEROSO CHE FA ANCHE IL GIORNALISTA [con un apprezzamento di e.ma.]

Pubblichiamo questo Comunicato del Comitato di redazione del Corriere della sera, come dimostrazione della intollerabile protervia dei giornalisti del Corriere che si permettono di criticare il loro editore solo perché distribuisce a sé e agli altri proprietari dividendi per oltre 15 milioni di euro e nello stesso tempo  “ha rappresentato le difficili prospettive per i conti aziendali, chiedendo nuovi sacrifici alla redazione” e  “il prepensionamento di 50 colleghi”.  Ma è possibile che giornalisti, collaboratori precari e free lance non capiscano le sofferenze di un editore angosciato per le difficili prospettive dei conti aziendali? Dove sta la solidarietà aziendale? Perché  si rifiutano di fare ulteriori sacrifici solo perché l’editore si distributrice  15 milioni di utili? E’ vera irriconoscenza. E bene ha fatto l’editore a farsi pubblicità con ben due video, in cui si è costretto persino a rivelare che, mentre i giornalisti protestano, lui ogni sera si sacrifica, si traveste da cronista e raggiunge il Direttore del Corriere per aiutarlo a fare il quotidiano. E’ possibile che non si capisca che la vera libertà di stampa sta proprio in questo mutuo soccorso sui titoli, sulla linea e sui contenuti tra Direttori carenti ed Editori disinteressati? [e.ma.]

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INCASSARE E LICENZIARE

di Massimo A. Alberizzi [By Senza Bavaglio on 30 Marzo 2020]

Immorale incassare e licenziare: requisire i dividendi di RCS e Mondadori
Ricevere sovvenzioni dallo Stato poi con i bilanci in utile ricorrere a prepensionamenti e altri ammortizzatori sociali per disfarsi del lavoratori non è coerente con l’etica nel business

Quando i miei ex colleghi del Corriere della Sera hanno telefonato per avvisarmi che era stato chiuso un accordo per 50 esuberi, non ci volevo credere. Ma sono addirittura trasecolato quando poco dopo mi hanno annunciato che la RCS distribuirà dividendi ai suoi azionisti. Il mondo ormai è ribaltato. Più tardi i due video diffusi online da Urbano Cairo mi hanno profondamente indignato: dopo il sonoro schiaffo anche la beffa del vanto del patron che si è anche automagnificato per aver fatto qualcosa di illegale: “Io aiuto il direttore del Corriere a fare il giornale”. Come, l’editore che fa il giornale? Ormai non ci si vergogna di violare le regole. Anzi ci si vanta di trasgredirle.

Tutto ciò fa il paio con i capi della Mondadori, Marina Berlusconi ed Ernesto Mauri, che da un lato chiudono testate e cacciano giornalisti e dall’altro annunciano la distribuzione di dividendi (la decisione definitiva verrà presa il 22 aprile), raggiunti anche grazie al sostegno dello Stato. Scusate ma dove siamo finiti? Perché questi personaggi si permettono tutto ciò? Prendono finanziamenti dallo Stato e invece di reinvestire le risorse per rimettere in sesto i loro prodotti stipano il denaro nelle loro tasche. Nel silenzio generale.

Perché il sindacato – inebetito come se avesse preso un pugno sul ring – non reagisce? Negli ultimi anni ha sempre teso la mano e sorriso agli editori concedendo l’inconcedibile. Con una giustificazione grottesca che, se il momento non fosse drammatico, sarebbe comica: “Per senso di responsabilità”. Il senso di responsabilità del sindacato è quello che ha permesso agli editori di spolpare giornali e redazioni senza neanche un cenno di reazione.

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IL TRIONFO DELLE MARCHETTE – ARRIVANO GLI AMBASSADOR, LA PUBBLICITÀ OCCULTA

di andrea garibaldi

Un personaggio di tipo nuovo si aggira sui giornali italiani. L’ambassador. Costui mescola le carte, quelle già confuse fra giornalismo, pubblicità e marketing. L’invenzione è degli strateghi della pubblicità e del marketing, il giornalismo è la vittima, del tutto consapevole.

Mercoledì 27 novembre i più prestigiosi giornali italiani hanno offerto in dono ai lettori voluminosi inserti. Repubblica due “Album”, Beauty e Orologi, 48 e 56 pagine. Il Corriere delle Sera, Orologi, 72 pagine. Prodotti giornalistici, si deve desumere. Nessun avvertimento tipo “inserzione pubblicitaria”. A pagina 3 di ciascun inserto stanno stampati i nomi della redazione più la gerenza al completo del quotidiano, direttori e vicedirettori.

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MARCHETTA ALLA GAZZETTA DELLO SPORT: “RISO O PASTA?”. “BARILLA”… CERTO. E’ LO SPONSOR

di www.professionereporter.eu

Nuove frontiere del giornalismo. La grande sciatrice statunitense Mikaela Shriffin, due titoli olimpici e cinque iridati, intervista il grande tennista Roger Federer “per conto di un gruppo selezionato di giornalisti internazionali”. Per l’Italia c’è la “Gazzetta dello Sport”, giornale principe degli specializzati sportivi.

La formula è già strana. I giornalisti hanno bisogno della Shriffin per fare domande ed essere pronti a ribattere (visto che trattiamo di Federer) alle risposte? Ma quel che conta viene dichiarato subito nelle prime righe del pezzo uscito a tutta pagina giovedì 19 settembre con il sopratitolo prestigioso “l’altra copertina”: l’iniziativa di questa “operazione” è la Barilla, “sponsor italiano che i due numeri uno hanno in comune, oltre all’amore per la pasta”, ci informa il collega della Gazzetta che mette la firma sul tutto, Pier Bergonzi inviato a Ginevra.

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BUFALE DI OTTO E MEZZO. GRUBER A MORRA “VECCHI GOVERNI NON HANNO FATTO CONDONI”

[nella foto: Quando i media lustrano le scarpe]

da Fatto  Quotidiano 13 Giugno 2019

Battibecco in diretta negli studi di Otto e mezzo (La7) tra la Lilli Gruber e il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra sul tema del condono. Da una parte la conduttrice che ricorda l’uscita di Salvini secondo il quale “il condono non è una parolaccia“. Dall’altra il senatore M5s che ha iniziato ad interrompere la conduttrice mentre stava facendo la domanda: “Lei non mi deve ricordare niente – ha risposto Gruber – Io le devo fare delle domande, lei mi deve rispondere”. Ma nella premessa della domanda la conduttrice dice che “i precedenti governi non hanno fatto condoni”. Una specie di scivolone, come minimo, visto che – come noto – i condoni conclamati sono stati finora almeno 7, da Rumor all’ultimo governo Berlusconi con lo scudo fiscale tremontiano passando per gli esecutivi Craxi e Andreotti.

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le notizie e le non notizie del Corrierone (con una premessa di “Senza bavaglio”)

di ivo caizzi

Premessa di “Senza bavaglio”

Il corrispondente del Corriere della Sera da Bruxelles, Ivo Caizzi, ha sollevato il problema fondamentale dell’attendibilità dell’informazione partendo dalla copertura della trattativa tra Unione Europea e Italia sulla manovra di bilancio per il 2019. Con una richiesta (che riportiamo qui sotto) di chiarimenti sindacali al Comitato di Redazione e per conoscenza a tutti ai colleghi, richiama il rispetto dei principi tradizionali del Corriere come simbolo italiano dell’informazione indipendente di qualità, in un contesto, come quello attuale italiano, dove gli interessi di parte sembrano troppo spesso prevalere sul valore intrinseco delle notizie.

Va ricordato che testate come il New York Times, il Washington Post o l’Economist, hanno dimostrato l’importanza di investire sull’attendibilità e sulla qualità dell’informazione, e quindi sull’autorevolezza e sulla professionalità dei giornalisti, anche per vendere più copie, nonostante la crisi che ha colpito il settore dei media.

Il giornalismo attendibile e di qualità, come la cronaca locale basata su notizie certe e verificabili facilmente dai lettori, che non si trovano quasi mai gratis sul web, si dimostrano, già da tempo, una soluzione efficace per il rilancio dei media.

Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio

Ecco il messaggio inviato da Ivo Caizzi al Comitato di Redazione e a tutti i giornalisti del Corriere della sera

Cari colleghi del Cdr del Corriere
p.c. alla Redazione e alla Direzione

Nella solita massima trasparenza interna, chiedo al Comitato di redazione – in base al suo dovere di tutela dell’attendibilità e dell’indipendenza del Corriere e dei suoi giornalisti – di verificare e valutare il comportamento del direttore Luciano Fontana nella copertura della trattativa tra Unione europea e Italia sulla manovra di bilancio 2019,  in relazione a quanto documentalmente provato con 5 allegati.

Inizio dall’1 novembre scorso, quando Fontana apriva il giornale titolando in prima pagina su una “procedura d’infrazione” Ue contro l’Italia (foto 1) inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data. In trenta anni non ricordo un’altra “notizia che non c’è” simile in quella collocazione sul Corriere. Anche perché Fontana potrebbe aver dato il massimo risalto possibile a quello “scoop” pur sapendo che non si era mai arrivati nemmeno alla fase iniziale della proposta tecnica dei commissari Ue. Aggiungeva, infatti, in piccolo in prima: “a meno di cambiamenti di rotta sostanziali”. In pratica si strilla nel titolo “L’ITALIA PERDERA’” e si infila tra le righe “se non vince o pareggia”. In questo modo si potrebbero fare “scoop” simili in serie: “IL PREMIER CADRA’, se non resterà in sella”, “L’IMPUTATO SARA’ CONDANNATO, se non verrà assolto”, “QUEL PRETE SARA’ BEATIFICATO, se non è un pedofilo”, “TIZIO MORIRA’, se non vivrà”.
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