referendum giustizia dibattito in TV – I VIDEO DELLE TRASMISSIONI e degli appelli

a questi link potrete vedere i confronti  andati in onda in diretta il 9 e il 10 giugno con la partecipazione del nostro rappresentante: 

09/06 RAI 3 ore 23.30  QUESITO 2 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 3 ore 23:30

10/06 RAI 1 ore 14.00 – QUESITO 5 intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 22:30

10/06 RAI 2 ore 23.15 QUESITO 3 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 3 ore 23:15

REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA: CALENDARIO CONFRONTI E APPELLI TELEVISIVI – andati in onda

“Comitato per il NO mediante il NON”

ASTENETEVI: TUTTE LE RAGIONI PER BOCCIARE I 5 REFERENDUM LEGHISTI E RADICALI

dichiarazioni:

SKY – Intervento di Enzo Marzo

RAINEWS24 – Raffaello Morelli QUESITO 1

trasmissioni:

10/06 RAI 2 ore 23.15 QUESITO 3 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 3 ore 23:15

10/06 RAI 1 ore 14.00 – QUESITO 5 intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 22:30

09/06 RAI 3 ore 23.30  QUESITO 2 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 3 ore 23:30

03/06 RAI 3 ore 15.20 QUESITO 2 – intervento di Pasquale Dante
RADIO 1 ore 17:05

03/06 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 3 – intervento di Giuseppe  Bozzi 
RADIO 1 ore 23:05

03/06 RAI 2 ore 23.30 QUESITO 5 –  intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 2 ore 23:30

02/06 RAI 3 ore 23.20 QUESITO 4 – intervento di Pasquale Dante
RADIO 2 ore 23.20

02/06 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 5 – intervento di Pasquale Dante 
RADIO 1 ore 23:05

02/06 RAI 3 ore 15.20 QUESITO 1 – intervento di Pasquale Dante  
RADIO 1 ore 17:05

01/06 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 1 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 20:10

30/05 RAI 3 ore 15.20 QUESITO 5  intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 17.05

29/05 IL TEMPO DELLA POLITICA – LA7 –  ore 11.45 intervento di Massimo Alberizzi  (Critica Liberale – Senza Bavaglio)

27/05 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 4 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)

RADIO 1 ore 23:05 

26/05 RAI 2 ore 18.20
QUESITO 2 – intervento di Giuseppe  Bozzi 
RADIO 1 ore 23:05

25/05 RAI 3 ore 15.20
QUESITO 1  – intervento di  Antonio Caputo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 20:10  – RADIO 3 ore 23:20 
 
24/05 RAI 3 ore 15.20  QUESITO 4 – intervento di Giuseppe  Bozzi 
RADIO 1 ore 21:05

24/05 RAI 2 ore 18.20
  QUESITO 3  – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 23:05

19/05 RAI 3 ore 15.20
RADIO 1 ore 21:05 (QUESITO 2) 

18/05 RAI 2 ore 18.20
RADIO 1 ore 23:05  (QUESITO 1)

17/05 RAI 2 ore 18.20
   
RADIO 1 ore 23:05  (QUESITO 4)

17/05 RAI 3 ore 15.20   –  RADIO 1 ore 21:05   (QUESITO 3)

15/05 Retequattro ore 07:35

15/05  Italia 1 ore 07:00

14/05 Canale 5 ore 09:15 Super Partes referendum  

[ l’Appello per il NO, i suoi promotori e i suoi firmatari – clicca qui]

CON “GRANDE INTERESSE”

Non si capiscono tutte queste polemiche per la scampagnata in Russia di Salvini. Era scontato che prima o poi ci dovesse andare qualcuno della Lega a recuperare la borsa dimenticata da Savoini nei salotti dell’Hotel Metropole di Mosca dopo i suoi traffici con i commercianti di gas russo. E a ricordare a Putin la devozione espressa in tempi non sospetti proprio dal “Ministro degli esteri e dell’Economia” della Lega: «paradossalmente i partiti più vicini alla Russia sono quelli nazionalisti, non dico fascisti ma quasi: perché capiscono che l’America è il male assoluto e guardano alla Russia e al Presidente Putin con grande interesse perché ha detto che vuole, come noi, difendere identità e tradizioni».  Con “grande interesse”, ovviamente.

la lepre marzolina lunedì 30 maggio 2022

OTTANT’ANNI DAL PARTITO D’AZIONE

per chi avesse perso l’evento qui il link per vedere la registrazione 
1942-2022
OTTANT’ANNI DAL PARTITO D’AZIONE
Storia e attualità degli ideali

4 giugno 2022 ore 17.00
Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales 5, Roma

Saluti: Luca Aniasi e Bianca Cimiotta Lami

Intervengono:
Paolo Bagnoli, Giorgio Benvenuto, Marco Cianca, Giovanni De Luna, Francesco Maria Fabrocile, Riccardo Mastrorillo, Ferruccio Parri, Andrea Ricciardi, Valdo Spini e Patrizia Viviani.

Presiede:
Salvatore Rondello

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LETTERA ALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA CONTRO GLI ABUSI NELLA CHIESA CATTOLICA

del  “Coordinamento contro gli abusi nella Chiesa cattolica – ItalyChurchToo

S. Em. Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Membri tutti della CEI
e p.c.
S. Em. Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità
S. Em. Card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede
S. E. Mons. Lazzaro You Heung Sik, Prefetto del Dicastero per il Clero
S. Em. Card. Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi

Eminenza,
Eminenze ed Eccellenze,
siamo donne e uomini diversi per sensibilità e appartenenza, credenti e non credenti.
Vi scriviamo prima di tutto come cittadine e cittadini. Perché la Chiesa è parte della società e non
fuori di essa.
Ci muove uno spirito di verità, di giustizia, di responsabilità che oggi ci fa stare davanti a voi, in
piedi, in coscienza, con franchezza.
Gli abusi perpetrati all’interno della Chiesa colpiscono le persone nei loro corpi, nella loro vita,
nella loro coscienza: sono violazioni dei diritti umani. Se la Chiesa non rispetta i diritti umani, non
può predicare il Vangelo. Per questo l’obbedienza al Vangelo può spingere alla “disobbedienza”
ogni volta che in nome della “prudenza” si rischia di diventare complici dei delitti.
Questa lettera è rivolta a voi, ma resa pubblica perché altri e altre possano sottoscrivere la nostra
richiesta e perché pubblicamente voi possiate rispondere (italychurchtoo@pec.it). Daremo conto
della vostra replica nel corso della conferenza stampa che terremo il 27 maggio prossimo alle
ore 11, presso la Sala stampa estera a Roma.
CHIEDIAMO VERITÀ, GIUSTIZIA E PREVENZIONE

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INVECE NO

“Ho passato questa legislatura a far cadere governi. È  quasi un lavoro usurante…”. Così dixit Renzi ieri alla scuola di (dis)formazione politica della Lega. Tanto per ufficializzare il suo definitivo assestamento nella destra italiana. Pochi anni la Lega salviniana, in amorosi e sporchi sensi con gli affaristi putiniani, invitò a far lezione ai suoi giovani militanti Aleksandr Gel’evic Dugin, il russo consigliere di Putin e soprattutto ideologo fondatore del nazi-bolscevismo. Tanto per insegnar loro un po’ di democrazia “alla leghista”. Pensammo che si fosse toccato il fondo. Invece no. Ieri c’è stato di peggio.

la lepre marzolina – domenica 22 giugno 2022

La cornucopia azionista

di marco cianca

Roma, quartiere Flaminio via Luigi Canina, numero civico 6. Accanto al portone, una targa ricorda che qui, al primo piano, nell’abitazione di Federico Comandini, dove ora c’è uno studio medico, il 4 giugno del 1942 “riuniti clandestinamente” Vittorio Albasini, Piero Calamandrei, Guido Calogero, Alberto Damiani, Ugo La Malfa, Franco Mercurelli, Mario Vinciguerra, Edoardo Volterra e lo stesso Comandini “hanno fondato il Partito d’Azione”.

Giustizia e Libertà, il movimento creato da Carlo Rosselli, indossava le vesti, con un po’ di iniziale confusione, di un novello raggruppamento. Anche se l’emblema di GL, come ricorda Emilio Lussu, continuò ad essere esibito sulle bandiere dei gruppi partigiani che a questi ideali si richiamavano.

Sono passati ottant’anni. La creatura politica nata quel giorno (in realtà il parto fu plurimo perché le riunioni si susseguirono fino a luglio in varie città) ebbe vita breve, morì il 20 ottobre del 1947, lacerata dalla scissione tra l’ala socialista e quella repubblicana, ma ha lasciato un’eredità di tale valore che non è ancora possibile valutarla in tutta la sua cospicuità. Una cornucopia inesauribile. “Punto di riferimento di un’altra Italia che non è stata, ma potrebbe essere”, secondo la definizione di Giancarlo Tartaglia, autore di approfonditi studi sull’argomento.

Qualcuno, ogni tanto, tenta di accaparrarsene una fetta con improbabili e nebulosi richiami. Lo fa, periodicamente, Eugenio Scalfari, mischiando socialismo liberale e liberalsocialismo, tanto da indurre uno storico serio e appassionato come Paolo Bagnoli ad ironizzare sul “reato di confusione culturale”, escludendo per il fondatore di “Repubblica” ogni attenuante. Ora tocca a Carlo Calenda, il quale dimentica, o non sa, che la forza rivoluzionaria dell’originario programma rosselliano è inconciliabile con qualsiasi posizionamento più o meno centrista, moderato, efficientista. Poi ci sono quelli, tipo Ernesto Galli Della Loggia, o prima di lui Augusto Del Noce, che, al contrario, vedono ovunque il fantasma azionista e lanciano anatemi contro l’incubo dell’intransigenza etica.

Coniugare giustizia sociale e piena democrazia è un obiettivo talmente arduo che ogni volta torna l’ironico commento di Benedetto Croce sull’impossibile esistenza di un ircocervo. Eppure, la tempra morale dei protagonisti di allora e la devastazione dell’oggi impongono uno sguardo sul futuro che prenda coraggio da quel passato.

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Ma la Russia occupa abusivamente il seggio del Consiglio di sicurezza dell’Onu di cui non fa parte?

Qualcuno dirà che non è una domanda seria  e che i fatti imposti con la forza (la critica delle armi) sostituiscono qualunque regola (l’arma della critica). Non mi sento di contraddirlo. Ma la domanda che non è peregrina per chi crede che anche in una famiglia di sole due persone ci vogliano regole (super partes) per regolare qualunque convivenza tra diversi. In difetto tanto vale tornare allo stato di natura del bellum omnium contra omnes . E fare a meno dell’Onu che dà peraltro flebili segni di esistenza in vita.
La Federazione russa fa parte dell’Onu a che titolo? Interessante, certo   da approfondire, proviamo a rispondere . Tutti i membri permanenti sono indicati nello statuto Onu . L’URSS ne fa parte tuttora. Le istituzioni sovietiche sono state infatti sciolte nel 1991. La Federazione russa ne è il successore?  Il diritto russo sancisce che la Russia è succeduta alla Rsfr (Repubblica federata sovietica socialista russa) che però non ha mai fatto parte dell’Onu. Nel 1945  a diventare membri dell’Onu furono l’URSS  e due sue Repubbliche, Ucraina e Bielorussia. Tutte le ex Repubbliche sovietiche una volta divenute indipendenti hanno aderito all’Onu tranne la Russia che ha semplicemente cambiato targa sul banco dell’URSS. Tutti i paesi nati da quelli vecchi hanno ripetuto le procedure di ingresso nell’Onu. La Russia non ha mai aderito in quanto tale all’Onu. E se rientrasse da zero perderebbe il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza. Le risoluzioni del consiglio degli ultimi 30 anni non sarebbero invalidate perché il quorum c’era e il  seggio URSS era vacante.
Se vogliamo parlare di diritto internazionale, la risposta  alla domanda è no.

Furio Colombo: “Ecco perché ho lasciato il Fatto Quotidiano”

intervista di Paolo Flores d’Arcais a Furio Colombo

Figura storica del giornalismo italiano, cofondatore del Fatto Quotidiano e fino a pochi giorni fa editorialista del giornale diretto da Travaglio, Furio Colombo ha lasciato la testata in dissenso con la scelta del direttore di “incoronare” Alessandro Orsini. In questa conversazione con il direttore di MicroMega Colombo spiega cosa è accaduto e le ragioni della sua scelta.

Ricostruiamo intanto quello che è successo.
“Il Fatto quotidiano” era abituato al fatto che il mio pezzo domenicale spesso non fosse in sintonia con la linea del giornale, cioè del suo direttore, talvolta in vera e propria opposizione. La cosa era diventata anzi abituale con il mutare della linea del giornale sull’aggressione della Russia di Putin contro l’Ucraina. Il mio articolo previsto per domenica 8 maggio era particolarmente critico sulla questione. Quell’articolo, con le critiche rivolte ad Alessandro Orsini e Massimo Fini (su cui tornerò), non è stato pubblicato. Non era mai accaduto. Non solo non è stato pubblicato, ma contemporaneamente il quotidiano che avevo contribuito a fondare tredici anni fa ha preparato una grande festa di “incoronazione” per il nuovo personaggio della politica italiana, il professore Orsini, appunto, al quale il Fatto ha offerto un teatro con 500 spettatori al prezzo di 25€ per l’ingresso. Una vera e propria celebrazione nella quale Orsini è stato formalmente adottato come un personaggio chiave del giornale. Il che impediva e impedisce assolutamente a una persona come me di restare sulle stesse pagine. Sulla sostanza inaccettabile degli articoli di Orsini mi ero già espresso nei miei articoli, facendo chiaramente capire che non potevo avere un falsario come collega. La cosa, però, non solo è andata avanti, ma è diventata la celebrazione del falsario.
Insomma, Travaglio non ha pubblicato il mio articolo in cui esprimevo i motivi per cui non mi era possibile avere Orsini come collega, e in cui criticavo Massimo Fini che stava teorizzando l’idea che i veri liberatori dell’Italia furono i tedeschi e i veri invasori dell’Italia furono gli americani. Il che rendeva impossibile la coabitazione anche con Fini, ovviamente. Che cosa vuol dire la frase assolutamente incosciente di Fini quando sostiene che i tedeschi proteggevano gli italiani mentre gli americani li invadevano? Dal momento che io c’ero, ragazzo ma ben consapevole, dal momento che ho visto, dal momento che posso testimoniarlo, dal momento che ricordo i luoghi e le modalità delle esecuzioni, delle fucilazioni, delle case di torture, delle persecuzioni e di tutto quello che è avvenuto al popolo italiano e agli ebrei italiani, questa vergogna non era più tollerabile. Perciò ho fatto sapere a Travaglio che non avrei più mandato altri articoli, che la mia partecipazione al quotidiano che avevo contribuito a fondare nel 2009 si chiudeva lì.
Travaglio nelle sue telefonate mi ha ribadito le sue ragioni, cercando di far rientrare la mia decisione ma insistendo nella difesa di Orsini e Fini, sostenendo che ci sono tanti modi di vedere la vita e di interpretare gli eventi, e naturalmente richiamando i tanti anni di lavoro comune. Ma non poteva funzionare. C’era il macigno delle falsità, sull’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, come “raccontata” da Orsini, e sui nazisti in Italia come “raccontati” da Fini.
Anche con Padellaro ho avuto più di una telefonata, con lui il rapporto, anche umano, è molto più stretto, Padellaro oltre che firma del giornale e suo primo direttore per sei anni, resta uno degli editori. Inoltre il rapporto con lui era ancora più antico. Avevamo diretto un giornale insieme, avevamo deciso insieme che cosa si può accettare e cosa no, avevamo stabilito insieme che la notizia-bugia non si deve pubblicare mai.

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