Tutti gli articoli di Critica Liberale

L’ASINO E IL PADRONE

Nessuno mi diverte più di Crozza. Ma devo ammettere che qualche volta l’originale supera di gran lunga il personaggio imitato dal comico genovese. Un titolo di prima pagina di “Libero” mi ha divertito talmente che non riesco a smettere di ridere. Vittorio Feltri intitola un suo editoriale contro alcuni giornalisti: “Fanno l’interesse degli amici potenti e non dei lettori”.  E precisa meglio: “Mettono l’asino dove vuole il padrone”. Feltri nel caso specifico ha ragione (la maggior parte dei giornali sta censurando notizie importanti sulla magistratura e anche su giornalisti), ma che sia proprio lui a “sparare” la notizia in prima pagina come novità scandalosa è il massimo del massimo della comicità.

Ma se tutta la sua carriera è costruita sullo slurp quotidiano, sull’ossequio al Padrone…, sul servirlo oltre ogni decenza, sulla difesa per decenni dei più indifendibili politici-criminali  della Destra, sulla violazione sfrontata della deontologia giornalistica, sul prendere per i fondelli i lettori spacciando falsi dossier o dando doppio lavoro al suo giornalista preferito, tale spione “Betulla”…

Continuo a sganasciarmi dalle risate.

la lepre marzolina – lunedì 25 maggio 2020

STORIA GLORIOSA DI UN GIORNALE “LIBERO”

13 ottobre 1492. Dopo la scoperta dell’America, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: ISABELLA DI CASTIGLIA È ANDATA  IERI DAL PARRUCCHIERE PER RIFARSI I BOCCOLI

15 luglio 1789. Dopo la presa della Bastiglia, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: SGRADEVOLE INGORGO DI CARROZZE ALLE TUILERIES

19 giugno 1815. Dopo Waterloo, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: SCONTRO A GALLARATE TRA DUE BICICLETTE

1 maggio 1945. Dopo il suicidio di Hitler, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: LUTTO NELLA REDAZIONE DI LIBERO. E’ SCOMPARSO UN GRANDE STATISTA DI DESTRA

21 luglio 1969. Dopo l’allunaggio, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: GITA DI ALCUNI TURISTI AMERICANI  NEL DUOMO DI MILANO

17 maggio 2014. Dopo l’inIzio processo Formigoni, “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: UN PAESE LIBERTICIDA OSA PROCESSARE UN INNOCENTE 

28 maggio 2020. Titolo vero del giorno dopo che l’Unione europea dà il via libera a 172 miliardi di euro per salvare l’economia  italiana. “Libero” di Vittorio Feltri intitola a 9 colonne: SABOTATA LA RIPRESA – CONTE PUNISCE GLI IMPRENDITORI

la lepre marzolina – giovedì 28 maggio 2020

NORMALI, PECORONI MASOCHISTI, INFELTRITI

Questa volta, con un video, il sindaco Sala si è mostrato davvero irritato. Sui giornali compaiono foto che mostrano i Navigli di Milano affollati, alla faccia di ogni prescrizione, da imbecilli sfaccendati in vena di suicidarsi e di spargere comunque il Coronavirus in una regione cosi malgovernata da essere la più contagiata d’Italia. La Lombardia non si sta riprendendo, ha ancora una montagna di morti giornalieri e molti milanesi vanno a prendersi l’aperitivo senza mascherina, uno sull’altro.

Purtroppo i lombardi si dividono in tre gruppi.

Continua la lettura di NORMALI, PECORONI MASOCHISTI, INFELTRITI

I DUE BAFFI

Il travestimento del pagliaccio Renzi in Berlusconi è quasi completato. Con decenni di ritardo copia il Berlusconi 1.0 riesumando il progetto, tanto caro agli amici di Dell’Utri, della  costruzione del Ponte di Messina. Ho scritto “quasi”. Perché l’operazione sarà davvero conclusa quando giurerà che la renziana trasformista neo-fontaniana, Patrizia Baffi,  è la persona più coerente del mondo poiché è la nipotina  di un uomo di rigore come Paolo Baffi, rimpianto governatore di Bankitalia.

la lepre marzolina – lunedì 1 giugno 2020

USCITO IL N.63 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI e ANCHE SUL FATTO.IT

per scaricare il pdf clicca qui  e anche sul https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/06/coronavirus-lappello-a-mattarella-sui-diritti-violati-e-un-minestrone-insapore/5791848/

Sommario
editoriale – la vita buona
5. valerio pocar, fase 2, meno male che tutti sanno che fare
coronavirus e libertà
7. mario vargas llosa, che la pandemia non sia un pretesto per l’autoritarismo
appello
10. basta con gli agguati
la biscondola
11. paolo bagnoli, libertà da e libertà di
stati uniti d’europa
12. massimo la torre, europa: il declino della fratellanza
res publica
15. franco grillini, coronavirus e aids
17. angelo perrone, il volto disumano del lavoro
nota quacchera
18. gianmarco pondrano altavilla, il brodo dei diritti (con una postilla di e.ma.)
lo spaccio delle idee
20. benedetto croce – 1° maggio 1925, manifesto degli intellettuali antifascisti
24. paolo fai, arrigo cajumi, bastian contrario
25. comitato di direzione
26. hanno collaborato
6. bêtise d’oro
6-9-14-18-19-22-23. bêtise
 

UNO SFOGO SACROSANTO

di la paglia, dottoressa covid hospital di Enna

Per tutti quelli che sento lamentarsi da ieri sera, per una fase 2 simile alla fase 1 direi (compresa la CEI) : 60 giorni dentro tute ermetiche, occhiali, visiere, notti insonni, colleghi sclerati, bipolarismo estremo, psiche sotto stress, morti in corsia, colleghi e amici che diventano pazienti, medici che al posto di visitare diventano anch’essi pazienti, pazienti a cui muoiono figli e non riescono a vedere il loro corpo e salutarlo, case di riposo e nonni ammazzati ..
Ecco, a voi tutti che vi lamentate da giorni, in trepida attesa della Minchia di tintarella , pensate solamente ad una cosa;
secondo voi alla ripresa dei contagi la sanità pubblica ripartirà e reagirà con la stessa forza d’animo? Avete idea delle ore trascorse vestiti da astronauti (e non è ancora estate) , avete idea dello stress che ci portiamo nelle nostre case? Avete idea di come andiamo a lavoro, ogni santissimo giorno con la paura del contagio? Avete idea di quanti tamponi veniamo sottoposti ? Avete idea delle distanze a cui siamo obbligati noi lavoratori nei reparti covid? Allora se non avete una cazzo di idea ascoltate quel povero di Conte con umiltà , eliminate le ideologie di Salvini e Meloni che consentitemi, non si possono più né ascoltare né vedere, tacete poiché siete ignoranti in materia e pregate (a casa) che non ci siano ricadute perché noi tutti, intendo noi che lavoriamo con la pandemia (con tutto rispetto per chi è a casa con i propri cari da 2 mesi) siamo stanchi di questo virus, e delle minchiate che vengono dette ..

Scusate per lo Sfogo e per la parola MINCHIA ripetitiva ma è un intercalare voluto e dovuto 💋😊 Amen

QUALE FESTA DEL LAVORO

di angelo perrone *

Tutto è cambiato, anche nelle manifestazioni che accompagnano la Festa del lavoro il 1 maggio. Non devono mancare però né la consapevolezza dei problemi che il Covid-19 ha reso più drammatici, né momenti di allegria e spensieratezza. Per dirci che, soprattutto nelle difficoltà, abbiamo bisogno di fiducia e tenacia.

La tela dipinta da Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901 è l’immagine più iconica da associare alla Festa del lavoro, che si celebra il 1 maggio. Chi sono i soggetti ritratti ed elevati a simbolo della lotte operaie e contadine? «Son uomini, donne, vecchi, bambini: affamati tutti che vengono a reclamare ciò che è di diritto. Sereni e calmi, come chi sa di domandare né più né meno di quel che gli spetta», scrisse lo stesso autore. Un’immagine della sofferenza composta, dell’affermazione pacata ma vigorosa dei propri diritti, il desiderio del riscatto dopo una vita di sacrifici e talora di stenti. Una manifestazione di protesta, che si basa sulla compattezza, sulla comunione di intenti, sulla vicinanza delle sorti.

Continua la lettura di QUALE FESTA DEL LAVORO

LA APP PER LA FASE 2

di lorenzo sartori

Con la Fase 2 sarà fondamentale utilizzare una preziosissima App. Non parlo di Immuni, ma di un’app ben più potente e sicura, Neuroni.
Sviluppata da Madre Natura, Neuroni è un’app gratuita che non sfrutta la tecnologia Bluetooth, bensì la ben più collaudata tecnologia Sinapsi. Si tratta di una tecnologia per nulla invasiva della privacy e che rende l’app comunque utile anche quando il 60% della popolazione non ne fa uso.

Continua la lettura di LA APP PER LA FASE 2

BUON PRIMO MAGGIO GOBETTIANO

di pietro polito

Silenzio, precisione, presenza continua; una psicologia nuova si tempra a questo ritmo di vita: il senso di tolleranza e di interdipendenza ne costituisce il fondo severo; mentre la sofferenza contenuta alimenta con l’esasperazione le virtù della lotta e l’istinto della difesa politica. Quando Mussolini venne a cercare il loro applauso, questi operai dovettero guardarlo con il muto disprezzo che leggo adesso nei loro occhi. Essi sanno far rispettare le distanze.

Piero Gobetti,

Visita alla Fiat, “Il Lavoro”, Genova, 15 dicembre 1923.

 

          Le vicende di questa terribile pandemia hanno portato a un effetto inaspettato e inimmaginabile fino a qualche mese fa: rendere di nuovo visibile ciò che era diventato invisibile, anzi, dicendolo meglio senza contare la mezza messa, veniva nascosto, contrastato, deriso, vilipeso, ritenuto sorpassato, superfluo, inutile: il lavoro operaio e più in generale il cosiddetto (in maniera impropria) lavoro dipendente. Chi firma un contratto di lavoro, a tempo determinato o indeterminato, o con una azienda privata o con lo stato o con un ente di terzo settore non sottoscrive certo la rinuncia alla propria autonomia personale.

Continua la lettura di BUON PRIMO MAGGIO GOBETTIANO