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LA DEMOCRAZIA DEI GRUPPUSCOLI E DEI NOMINATI

Il vecchio e indefesso costume della  partitocrazia grande e minuscola di presentare liste di pseudocandidati ben poco candidi dopo oscurate riunioni in segrete stanze accessibili dai soliti noti in realtà ignoti agli elettori facendo trovare nelle urne un lenzuolino prefabbricato continua . Allontanando dalla politica quasi tutti se non la clientela di turno mentre i media si fanno strumenti di queste manipolazioni in cui merito passione competenza abnegazione rappresentatività empatia non contano nulla .

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ASSALTO AL PALAZZO DEI NORMANNI

Dovrà intervenire urgentemente Salvini, ministro degli Interni travestito questa volta da pupo siciliano. In Sicilia siamo alla vigilia di una vera rivolta. Il vicerè di Berlusconi, Micciché, presidente dell’assemblea regionale, ha assunto temerariamente una posizione radicalmente contraria alla maggioranza di centro destra. Ha osato dire: «Non sono disponibile a tagliare i vitalizi dei deputati regionali come ha fatto Fico alla Camera». E si fosse fermato qui… Presupponendo una resistenza a oltranza dei consiglieri regionali (pardon, deputati regionali) ha continuato con una vera e propria sfida: «Se l’Ars [Assemblea Regionale Siciliana] ritiene di fare così mi sfiduci». Un gesto così ardito non si vedeva dallo sbarco di Garibaldi. Le conseguenze saranno disastrose. Ovviamente la sfiducia a Miccichè è più che sicura. Fonti ben informate dicono che anzi è imminente un assalto armato a Palazzo dei Normanni: i deputati sono intenzionati ad usare persino la forza pur di abbattere i loro privilegi. La parola d’ordine è una sola: “VOGLIAMO ASSOLUTAMENTE TAGLIARCI I VITALIZI”. “ANZI, CI VOGLIAMO DIMINUIRE IL NOSTRO SCANDALOSO STIPENDIO”. Refrattari da sempre alle loro prerogative, i deputati regionali sono davvero infuriati contro il presidente dell’Assemblea. Ma che gli è venuto in mente a Micciché di gettare dalla finestra la sua straordinaria carriera politica. Eppure lo capiamo. Al primo posto deve restare sempre il nobile principio della difesa dei vitalizi. Anche a costo di mettersi contro coloro che sono costretti ad incassarli.

NO ALL’INDIFFERENZA SULL’ATTACCO AI DIRITTI CIVILI

No all’indifferenza sull’attacco ai diritti civili
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Possono rimanere indifferenti – Giornate della laicità e Iniziativa Laica – al clima che si è instaurato nel nostro Paese? Un Paese pervaso da paura e rancore; da razzismo e attacchi ai diritti civili e di libertà; dalla criminalizzazione dell’immigrazione accompagnata da odio e disprezzo verso il volontariato che si impegna per il salvataggio di vite umane e l’accoglienza; dal risorgere di culture patriarcali, misogine, sessuofobe, come pure da una servile obbedienza di parte consistente del popolo italiano al despota di turno.

No. Non possiamo essere indifferenti. E questo per i valori che ci ispirano: per la difesa e applicazione della nostra Carta costituzionale, frutto della Resistenza e della lotta antifascista; per le conquiste politiche, sociali e culturali da cui sono scaturiti gli apporti ideali che in una storia plurisecolare hanno plasmato la vita collettiva di noi europei.

Ci riferiamo non soltanto ai valori per i quali siamo nati (laicità, autodeterminazione, libertà di scelta, diritti civili e di libertà), ma anche ai principi, improntati alle leggi dell’umanità, delle Carte europee e della nostra Carta costituzionale: diritti umani, uguaglianza, democrazia, costituzionalismo, razionalismo, pluralismo. Costituzione italiana la cui concreta applicazione, peraltro, dovrebbe essere il vessillo principale delle forze che intendono contrastare le incombenti derive autoritarie, il sovranismo, la xenofobia del nostro paese.

Per questo condividiamo e abbiamo aderito a varie iniziative che denunciano l’attuale situazione come particolarmente pericolosa e foriera di sviluppi ancora peggiori, e conseguentemente invitano la cittadinanza alla mobilitazione. Abbiamo aderito alla manifestazione reggiana “Italia che Resiste”; al ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto “sicurezza” di vari Presidenti di Regione e la disobbedienza civile di importanti Sindaci; alla manifestazione sindacale nazionale indetta per il 9 febbraio; all’appello di People “Prima le persone” promosso da numerosissime e importanti associazioni del volontariato per una manifestazione nazionale il 2 marzo a Milano. E abbiamo condiviso anche la presa di posizione dello scrittore Andrea Camilleri “Non in mio nome”, così come la splendida dichiarazione dello studente nel corso della recente visita al campo di sterminio di Auschwitz.

Si tratta di eccessivo allarmismo? Pensiamo di no.

Perché siamo preoccupati dagli eserciti di haters scatenati in rete e pronti ad insultare e deridere chiunque richiama l’umanità calpestata.

Perché siamo preoccupati per quanto emerge dalle indagini di Ilvo Diamanti, secondo cui “Per il 58% serve un uomo solo al comando. Gli italiani vogliono il leader forte e piace la democrazia senza partiti”. Ma anche che “In Italia il 35% degli elettori sono d’accordo” con i porti chiusi.

Perché è realistico quanto sostiene il sociologo Domenico De Masi nel recente articolo dal titolo “La sinistra va lentissima, e invece la Lega corre, l’Italia è a rischio Brasile”. Dove sostiene che il leghista (personalità autoritaria con manie di machismo e dall’amore infantile per le divise) si è mangiato il M5S, cita apertamente il linguaggio fascista (‘molti nemici, molto onore’) e presto prenderà Palazzo Chigi.

Perché siamo convinti che occorra mobilitarsi – che siano necessari un “patto per l’alternativa e una costituente popolare” proposti da alcune forze – per restituire coraggio e determinazione a quella grande fetta di paese che vuole una società aperta accogliente e solidale.

CARDINALE PELL, MI SEMBRA INCREDIBILE CHE UN GIORNALISTA POSSA DIFENDERLO

 Ma il massimo – per quel che mi riesce di leggere quotidianamente sui giornali – lo ha raggiunto Giuliano Ferrara, che sul Foglio parla di “caccia alle streghe”, mette in dubbio “l’attendibilità del reato (i fatti addebitati a Pell) sanzionato 23 anni dopo” e si chiede perché non si conosca il nome del chierichetto che accusa il cardinale “di avergli infilato il pene in bocca in sacrestia” (su questa formula brutale Ferrara torna più volte).

USCITO IL N. 37 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI –

per scaricare il pdf clicca qui.

Sommario
la biscondola
7. paolo bagnoli, allarmi, o la democrazia viene uccisa
cronache da palazzo
5. riccardo mastrorillo, la moltitudine della disperazione
res publica
6. enzo marzo, il tradimento dei casaleggini e la «legge schifosa» (e un superato intervento di roberto fico)
7. roberto fico, «una legge schifosa», «parlamento esautorato»
10. andrea costa, mi-raggi verdi a roma
nota quacchera
9. gianmarco pondrano altavilla, repetita iuvant
l’osservatorio laico
12. giorgio salsi, abusi sessuali del clero
15. pierfranco pellizzetti, laicità alla fine del disincanto
la vita buona – l’osservatore laico
13. valerio pocar, maquillage fatto di sole parole
18. comitato di direzione
19. hanno collaborato
4-10-11-12-14-17-18. bêtise
 

SALVINI, MINISTRO EVERSIVO. COME “BUCARE” LA NOTIZIA

di enzo marzo

Le elezioni sarde possono essere liquidate in due battute. Sono solo la riconferma di una tendenza che si va affermando: Salvini vince anche se propone un Trota qualunque, il vecchio Pd evita il disastro se fa di tutto per far dimenticare che è rimasto ancora renziano o “diversamente renziano” e riesce a presentare una persona perbene, il M5s del trio Casaleggio –Grillo –  Di Maio, inventori della democrazia diretta dall’alto e del “potere a ogni costo”, è destinato a fare la fine dell’”Uomo qualunque”. E se la merita tutta. Chiuso.

Ma i giornali hanno “bucato” la vera notizia delle elezioni sarde. Le hanno riservato uno striminzito accenno nelle pagine interne. Avrebbero dovuto scrivere: adesso abbiamo la prova provata che il nostro ministro degli interni è un politico sfacciatamente “eversivo” della legge e delle regole della democrazia. Vi sembra poco? (E non mi dite che ne avevate già il sospetto, perché non è una giustificazione).

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APPELLO DI GIURISTI PER Il RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DI TUTTI GLI INDIVIDUI

IN CHIUSURA IL PRIMO ELENCO DEI FIRMATARI

La Costituzione italiana, nel riconoscere i diritti inviolabili delle persone (art. 2) e la loro eguaglianza senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3), stabilisce che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale consuetudinario (art. 10). Tra queste vi è il divieto di respingimento di una persona verso un Paese dove sussista un serio rischio di essere sottoposti a tortura o a trattamenti inumani o degradanti.

La persona umana, in quanto tale, è protetta dalle convenzioni internazionali che obbligano al salvataggio in mare, come quelle per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS-Safety of Life at Sea, Londra, 1974), sulla ricerca e il salvataggio marittimo (SAR-International Convention on Maritime Search and Rescue, Amburgo, 1979) e sul diritto del mare (UNCLOS-United Nations Convention on the Law of the Sea, Montego Bay, 1982). In particolare, la Convenzione SAR reca un preciso obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare e il dovere di sbarcare i naufraghi in un posto sicuro.

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IL LENINISMO DEL NUOVO MILLENNIO

di francesco pisarri

Il 3 aprile (16 per il calendario gregoriano) del 1917 Lenin appena arrivato alla stazione Finlandia di San Pietroburgo (rientrava dall’esilio in Svizzera) lanciava la parola d’ordine “tutto il potere ai soviet”. Sono le famose “tesi di aprile”. Il partito, sotto la sua inflessibile guida, si organizza secondo le linee del centralismo democratico e inizia la sua marcia per guidare quella che passera alla storia come “rivoluzione d’ottobre” o rivoluzione bolscevica.  

Lenin cercava una forma efficace di democrazia diretta che portasse finalmente avanti e attuasse le richieste e i bisogni delle masse popolari (contadini, operai e soldati in primis). I primi soviet erano sorti nella rivoluzione del 1905 e avevano costituito la base del potere popolare in quella prima rivoluzione. Nello stesso tempo Lenin riteneva che un pugno di professionisti della rivoluzione, determinati e assolutamente uniti negli obbiettivi e nei metodi di lotta, avrebbe dovuto guidare la rivoluzione in nome del popolo per giungere ad un effettivo potere sovietico.

Da allora il conflitto Soviet-partito non farà che acuirsi e Lenin si vedrà costretto a privilegiare l’avanguardia rivoluzionaria – ovvero il partito – per portare avanti il processo rivoluzionario. Alla fine il partito estenderà il suo potere ed il suo controllo su ogni attività del nuovo stato, e di sovietico rimarrà solo il nome. I soviet in realtà saranno del tutto esautorati e di quell’esperimento di democrazia diretta non rimarrà traccia alcuna. Il centralismo democratico sarà di fatto svuotato di ogni aspetto democratico e sarà sostituito dal potere personale di una ristretta cerchia di funzionari di partito ovvero dal Politburo. Infine arriverà la dittatura staliniana ed una pietra tombale cadrà sulla rivoluzione

Da tutto il potere ai Soviet si è passati in pochi anni a tutto il potere al partito e quindi a Stalin e la sua cricca.

Ancora oggi qualcuno parla di democrazia “diretta” e di democrazia “popolare” ignorando, o peggio facendo finta di ignorare, di quante sconfitte sia lastricata questa strada, questa sì millenaria. Dalla polis sino ai giorni nostri. 

Oggi nel nostro paese il Movimento 5 stelle

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“DEMOCRAZIA DIRETTA” SINONIMO DI TRUFFA

Siamo molto soddisfatti per le votazioni operate sulla Piattaforma Rousseau, perché hanno definitivamente chiuso ogni discussione sulla “democrazia diretta”. Ringraziamo Casaleggio per aver chiarito in maniera così incontrovertibile che la democrazia diretta “alla M5s” è una vera e propria truffa, su cui paradossalmente dovrebbe indagare la Procura della repubblica. Si può rintracciare nell’ultima votazione su Salvini, che ha decretato la definitiva entrata del M5s nella Casta, il “combinato disposto” di tre “delitti” 

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ROUSSEAU E’ MORTO, VIVA ROUSSEAU

 
J.J. Rousseau : “… Avrei voluto dunque che nello Stato nessuno potesse considerarsi al di sopra della legge, e che dall’esterno nessuno avesse potuto imporre qualcosa che lo Stato fosse obbligato ad accettare; poiché, qualunque sia la costituzione di un governo, se c’è un solo uomo che non sia sottoposto alla legge, tutti gli altri si trovano di necessità sottoposti al suo arbitrio … “

da Alla Repubblica di Ginevra. Dedica sull’origine dell’ineguaglianza

CHI E’ SALVINI

di emilio mola

Quando i cittadini italiani hanno iniziato a mantenere con i loro soldi Matteo Salvini in Italia non era ancora stato inventato il primo sito internet, i Nirvana erano la band del momento, Berlusconi doveva ancora entrare in politica, e i 25enni di oggi ancora non erano nati.
Mentre gli italiani lavoravano in fabbrica o in ufficio per guadagnarsi lo stipendio a fine mese producendo qualcosa, lui scopre che per avere soldi e prestigio non deve far altro che parlare, fare sceneggiate e incitare gli italiani a odiare altri italiani.
Non sopporta il Sud perché lì, con la scusa del “tengo famiglia”, campano tutti con i soldi dello Stato senza fare nulla.
Dice lui.

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