IDIOTA O PRENDE PER I FONDELLI?

Meloni: «Non so quale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista, non sarà fascista… non è questo il punto». Una “ignorante” come Meloni, è angosciata dai dubbi. Sa di non sapere. Saranno fascisti? «Non so». Come il grande Saggio, risponde «Chi lo sa?».

Noi abbiamo la risposta: i “marci” che hanno assalito la CGIL, sono adoratori della svastica, rimasti pervicacemente al neolitico. Il loro simbolo solare è il segno base di qualificazione del Bon prebuddhistico: quindi sono dei non-violenti che hanno voluto dimostrare il loro amore per la centrale sindacale. Bisogna custodirli con cura perché sono residui di un’èra preistorica precedente di poco a quella della sfacciata e grezza ipocrisia della capa di Fratelli-Coltelli di Italia. La quale ha messo in lista tale Rachele Mussolini per raccogliere i voti dei fascisti, ma forse no. Di migliaia accaniti antifascisti? Forse sì. Chi lo può dire? Ma «non è questo il punto», è il punto e virgola.

 

UN ANTISEMITA SPEDITO AL CAMPIDOGLIO (DA FORZA NUOVA E DAI GRILLINI “EQUIDISTANTI”)

ENRICO MICHETTI: «Ogni anno si girano e si finanziano 40 film sulla Shoah, viaggi della memoria, iniziative culturali di ogni genere nel ricordo di quell’orrenda persecuzione … e sin qui nulla quaestio, ci
mancherebbe». «Ma mi chiedo perché la stessa pietà e la stessa considerazione non viene rivolta ai morti ammazzati nelle foibe, nei campi profughi, negli eccidi di massa che ancora insanguinano il pianeta? Forse perché non possedevano banche e non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta…».
«Purtroppo se non sei portatore di un qualche interesse diretto o
indiretto per il cinico buonista non sei meritevole di tutela».
19 febbraio 2020 sul sito di Radio Radio..

Riportato da “Il manifesto”  9-10-2021

USCITO IL N.93 DI “NONMOLLARE” SCARICABILE GRATIS QUI

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SOMMARIO
sinistra illiberale
3. giovanni perazzoli, quando la censura è razzista
cronache da palazzo
6. riccardo mastrorillo, gli ozi di capua
la biscondola
7. paolo bagnoli, necessità di una nuova vera europa
la vita buona
9. valerio pocar, oltre alla libertà, anche la fraternità
res publica
11. angelo perrone, il successo problematico delle firme digitali
lo spaccio delle idee
14. movimento salvemini, contro la repubblica presidenziale – con noterella di e.ma.
17. enzo forcella, per una stampa libera e onesta
17. enzo marzo, mezzo secolo dopo
21. appello per la libertà d’informazione
23. comitato di direzione
23. hanno collaborato
5-8-10-13-16. bêtise d’oro – bêtise

I TRE AVVENTURIERI (E UN’AGGIUNTA: LA PROVA DEL NOVE)

Ognuno voti secondo coscienza, soprattutto secondo la sua mentalità, i suoi interessi e quelli che crede siano gli interessi del paese e della sua città.

L’ultima volta che si votò per l’amministrazione di Roma scrissi una dichiarazione in cui sottolineavo la necessità di votare contro Mafia Capitale che infestava il Pd. Era la preoccupazione principale. Che non avessi torto lo ha dimostrato il destino della classe dirigente renziana allora dominante, che si suicidò.

Anche adesso mi trovo ad avvertire che stiamo vivendo un periodo tragico in cui prevale “il mondo alla rovescia” e l’agonia della Politica: il paese è affondato nel liquame, l’etica pubblica è polverizzata, e ci troviamo a provare nostalgia per la Casta. La Casta di per sé non è incompatibile con l’intelligenza politica e una pratica realistica. Certo, è tesa a difendere i propri interessi e ciò è deprecabile, ma con tutta la sua buona volontà non riesce a fare danni come quelli che sono perpetrati dall’Ignoranza, dalla Demagogia, dall’Avventurismo politico. La Casta tende a rinchiudersi in sé stessa e alla fine a dissolversi. È avvenuto per la Prima repubblica. Invece la Demagogia corrompe le masse, alza il fango che giace nel fondo di ogni società, dà voce alle “pance”, risolleva nostalgie preistoriche, alimenta odi e passioni nefande, si approfitta dell’ignoranza e della perdita della memoria. È il trionfo della Curva sud. È la più radicale contraddizione della Politica, che è conflitto di idee, di interessi e di valori, che è memoria della Storia. Nel periodo in cui viviamo la Non-politica coccola il populismo, lo spaccia per la vera democrazia. Insomma è sommamente truffaldina. E oggi più di sempre ha strumenti micidiali a disposizione. Certo, raggiunge il grottesco e la carnevalata, ma quanti sono in grado di accorgersene? Per decenni un corrotto e corruttore seriale si è fatto passare, e ancora adesso si passa, per “liberale” con l’avallo di giornalisti e di sedicenti filosofi opportunisti che prostituiscono la propria intelligenza, oggi addirittura c’è chi confonde Bagnai con Einaudi o Morisi con Albertini senza essere seppellito da un coro di risate.

A poche ore  dal voto la coscienza mi impone di far riflettere sul vero pericolo che corriamo. Ci sono tre Avventurieri, tutti e tre di destra, più o meno estrema, tutti e tre trasformisti incalliti che stanno cavalcando l’onda della Demagogia.

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UNA MACCHIETTA “LIBERAL-FASCIO-LEGHISTA”

di raffaello morelli
Un deputato romano della Lega si è messo in scia al Ministro Giorgetti  sostenendo spudoratamente che la Lega è “il vero nuovo partito liberale”. Afferma di aver titolo in quanto “liberale storico”. Sono  cose false tutte e due. 
Lui del PLI storico è stato solo  un iscritto, mai un dirigente, tanto che nel ’96 è stato  deputato di Alleanza Nazionale (lontana anni luce dal liberalismo). La Lega, il partito cui è iscritto ora, non ha alcun legame con il liberalismo italiano o europeo e non è il nuovo partito liberale. 
Tale estraneità trova riscontro nel lungo scritto del deputato. Parole parole parole. Per narrare l’invenzione che la Lega, da Bossi in poi, si è sempre mossa nel solco della libertà individuale e dell’europeismo. Per spacciare il liberismo come liberale.  Per equiparare le libertà al solidarismo comunitario. Per assimilare  i social a radio radicale. Per nascondere il sempre riaffiorante favore della Lega verso le secessioni regionali dietro all’appello (mai fatto dalla Lega)  alla coesione di tutta la Nazione. Per  evocare la religione quale identità nazionale al posto del separatismo Stato Chiesa sostenuto dai liberali fin dall’epoca risorgimentale.
Una carnevalata talmente assurda da far  ben sperare  sulla  tenuta della Lega affidata a rappresentanti simili. 

ATTONITI

Non è detto che Lucano possa non risultare colpevole. Ma l’entità della pena lascia perplessi alquanto. Il rispetto della sentenza di primo grado va coniugato con la presunzione di non colpevolezza sino a sentenza definitiva. Fermo restando che verità processuale e sostanziale non sempre coincidono da Pilato in poi e anche prima.

Un dispositivo, quello del Tribunale di Locri, che ha quasi raddoppiato la pena richiesta dal PM, che lascia attoniti. Al di là di tutto, per l’entità della pena che appare in sé abnorme e sproporzionata alle imputazioni e fatti contestati. Molti associati alla mafia e alla ndrangheta per fatti più gravi hanno subito condanne decisamente più lievi a memoria di tutti. C’è un senso di esemplarità’ nella pena comminata che disorienta e poco si concilia con la parola giustizia equa. In ogni modo per me e per tutti deve valere la presunzione di non colpevolezza e sarebbe davvero triste per la nostra Repubblica se con successivi proscioglimenti nei gradi di giudizio superiori dovessimo avere conferma di ciò che appare accanimento comunque sproporzionato. Fa riflettere a distanza di 2 giorni dalle regionali in Calabria che vedono Lucano candidato nella lista dell’ex pm De Magistris in passato titolare di una inchiesta sulla criminalità organizzata in Calabria molto controversa che provocò un aspro scontro tra procure e all’interno del CSM.

Tra i motivi di appello contro la sentenza del Tribunale di Locri non mancherà quello riassunto nel titolo “eccessività e/o sproporzione e/o iniquità della pena”.

USCITA LA NEWSLETTER N.11/2021 DI ITALIALAICA

Il sito dei laici italiani vi segnala:

Editoriale
IL RAPIMENTO DI EITAN E LE RELIGIONI POSSESSIVE
Attilio Tempestini 29.09.2021
Il piccolo Eitan, rapito in Italia dal nonno e portato in Israele, rappresenta un eloquente esempio di come l’istruzione possa rappresentare un campo di battaglia per le religioni. Era stato, dai suoi parenti italiani, iscritto alla prima classe elementare in un istituto di suore; dove aveva già… 


Editoriale
CROCEFISSO MOBILE, RELIGIONE CATTOLICA STABILE
Marcello Vigli 22.09.2021
Per tredici anni un docente di una scuola superiore di Terni, Franco Coppoli, ha tenuto duro resistendo all’Amministrazione scolastica, che lo aveva condannato a restare un mese senza stipendio, per aver rimosso il crocefisso dall’aula in cui insegnava. La Corte di Cassazione, che lo ha…


Editoriale
AFGHANISTAN MISSIONE FALLITA
Ileana Montini 18.09.2021
“Missione fallita” di Gastone Breccia (ed. Il Mulino, 2020) è un libro da leggere ora, nel bel mezzo della nuova tappa della questione afgana. Nel 1978 –scrive l’autore- la presa del potere da parte degli “studenti coranici” fu inizialmente un vantaggio, perché il disordine…


Editoriali
UN “ACCOMODAMENTO RAGIONEVOLE”
Antonia Sani 16.09.2021
COMMENTO ALLA SENTENZA SULLA PRESENZA DEL CROCEFISSO NELLE CLASSI
La battaglia di Franco Coppoli l’abbiamo seguita per oltre 10 anni in contatto diretto con lui come Comitato Nazionale Scuola e Costituzione e Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica. Lo scoglio era il comportamento… Continua la lettura di USCITA LA NEWSLETTER N.11/2021 DI ITALIALAICA

EUROPEAN DREAMS FOR TOMORROW’S GERMANY

riccardo mastrorillo and enzo palumbo

in fondo la versione in italiano

Germany’s election results open up an innovative perspective, also for Europe, if Liberals and Greens will be able to converge on a common pragmatic and pro-European approach, agree on a common program and take a joint political initiative towards the two other parties, the most voted ones.

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SEQUESTRIAMO, ANZI NO. IL TRIBUNALE DI ROMA FA MARCIA INDIETRO

di francesco cancellato

Revocati il sequestro e l’oscuramento di Fanpage.it: grazie, ma non c’è niente da festeggiare
Dopo sole 24 ore la Procura di Roma ha revocato il sequestro preventivo e l’oscuramento dei video relativi all’inchiesta Follow the money sui fondi della Lega. Un risultato possibile solo grazie all’enorme mobilitazione di colleghi, politici e cittadini in favore di Fanpage.it. Ma anche il segnale che la libertà di stampa è sotto attacco, anche in Italia.
Grazie.
È l’unica cosa che riusciamo a dire, dopo queste incredibili ventiquattro ore.
Pochi minuti fa, infatti, la polizia postale di Napoli ci ha notificato il decreto con cui la Procura di Roma ha disposto la revoca del sequestro preventivo e dell’oscuramento dei video relativi all’inchiesta Follow The Money sui fondi della Lega.
Grazie, quindi.
Perché senza l’enorme mobilitazione in difesa di Fanpage.it di colleghi, politici e di tanti, tantissimi cittadini, non crediamo che tutto questo sarebbe accaduto.
Grazie, anche se non c’è nulla festeggiare.
Non c’è nulla da festeggiare, per prima cosa, perché abbiamo semplicemente difeso un diritto che credevamo acquisito, quello della libertà della stampa, che invece ci era stato improvvisamente e incredibilmente negato.
Non c’è nulla da festeggiare, perché da ieri abbiamo maturato ancor di più la consapevolezza che esiste un pezzo di Paese per cui si possono sequestrare e oscurare inchieste e interi giornali senza colpo ferire.
Non c’è nulla da festeggiare, perché da nessuna parte, nemmeno nella revoca, si attesta il principio che mai e poi mai un contenuto giornalistico debba essere messo sotto sequestro o oscurato in via preventiva, salvo che nei casi previsti dalla Costituzione, casi tra cui non rientra la diffamazione.
Non c’è nulla da festeggiare, perché noi siamo un giornale grande, con tantissimi lettori e una community enorme.
Ma se quello che è successo a noi fosse accaduto a un giornale più piccolo, con pochi lettori e senza alcuna possibilità di difendersi, o di farsi difendere? Ci sarebbe stata lo stesso, secondo voi, una revoca del decreto di sequestro e oscuramento nel giro di ventiquattr’ore?
Conoscete già la risposta. Forse non l’avrebbe saputo nessuno.
Forse, addirittura, è già successo, e nessuno l’ha saputo.
E di fronte a notizie scomode, a inchieste difficili, a nomi potenti avremmo meno giornalisti disposti a rischiare per fare bene il loro lavoro.
Sembra impossibile? Anche quel che è successo a noi lo sembrava. Fino a che non è successo.
Ecco perché non dobbiamo abbassare la guardia.
Oggi abbiamo vinto una piccola grande battaglia.
Ma la guerra è lunga. Ed è appena cominciata.

 

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