Quando ci chiederanno “Ma voi dove eravate mentre succedevano quelle cose in Siria o in Libia?”, diremo che cercavamo l’amuchina per lavarcene le mani!
[da internet]
Quando ci chiederanno “Ma voi dove eravate mentre succedevano quelle cose in Siria o in Libia?”, diremo che cercavamo l’amuchina per lavarcene le mani!
[da internet]
di pier virgilio dastoli
L’ennesima strage nel Mediterraneo è una vergogna per l’insieme dei 28 governi membri dell’Unione europea che hanno deciso a fine marzo di prorogare l’operazione Sophia fino al 30 settembre del 2019 ma «senza dispiegamento di forze navali». Chiediamo come Movimento europeo alla presidenza finlandese del Consiglio della Ue e all’Alto rappresentante per la politica estera e della sicurezza di convocare una riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa dei Paesi membri per decidere di riattivare lo spiegamento delle forze navali dell’Unione europea nel Mediterraneo allo scopo di organizzare delle operazioni di ricerca e soccorso come quelle attuate da Mare Nostrum.
Mentre al Parlamento europeo chiediamo di creare una commissione di inchiesta sulle operazioni legate al controllo delle frontiere esterne e al governo dei flussi migratori.
IN CHIUSURA IL PRIMO ELENCO DEI FIRMATARI
La Costituzione italiana, nel riconoscere i diritti inviolabili delle persone (art. 2) e la loro eguaglianza senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3), stabilisce che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale consuetudinario (art. 10). Tra queste vi è il divieto di respingimento di una persona verso un Paese dove sussista un serio rischio di essere sottoposti a tortura o a trattamenti inumani o degradanti.
La persona umana, in quanto tale, è protetta dalle convenzioni internazionali che obbligano al salvataggio in mare, come quelle per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS-Safety of Life at Sea, Londra, 1974), sulla ricerca e il salvataggio marittimo (SAR-International Convention on Maritime Search and Rescue, Amburgo, 1979) e sul diritto del mare (UNCLOS-United Nations Convention on the Law of the Sea, Montego Bay, 1982). In particolare, la Convenzione SAR reca un preciso obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare e il dovere di sbarcare i naufraghi in un posto sicuro.
di carlo greppi
Verrà il giorno in cui i nostri figli e i nostri nipoti ci chiederanno conto di tutto questo. Leggeranno sui libri di storia della guerra ai migranti di questi anni, studieranno le nostre leggi, guarderanno sgomenti i titoli dei nostri giornali, ascolteranno i discorsi dei nostri governanti carichi d’odio. Vedranno nitidamente dei mandanti, degli esecutori, dei complici, degli spettatori. Ci chiederanno, se saremo ancora vivi, chi sapeva cosa, e perché non ci siamo opposti con ogni mezzo a questa barbarie.
Noi risponderemo che non era così chiaro, quello che stava accadendo,
di matteo fago
Per tre giorni uno dei nostri social media manager, un giornalista, non potrà postare né commentare su Facebook. Questa è la sanzione comminata dal social di Zuckerberg per aver osato pubblicare una vignetta satirica di Vauro – storico collaboratore di Left – in cui si denuncia l’ultima “impresa” del ministro degli Interni contro un esempio virtuoso di integrazione tra profughi di nazionalità diverse e la comunità locale che li ospita. Stiamo parlando del Cara di Castelnuovo di Porto in provincia di Roma i cui ospiti da lunedì mattina sono oggetto di trasferimento coatto su pullman della polizia in altre regioni in base alle norme introdotte con la cosiddetta legge sicurezza approvata lo scorso dicembre. E poco importa ai responsabili di questa decisione se qualche centinaio di persone perderà il lavoro (tra italiani e stranieri) e decine di bambini stranieri non potranno più andare a scuola. Davvero geniale, non c’è che dire, oltre che umano.
Continua la lettura di FACEBOOK CENSURA LA VIGNETTA DI VAURO E LEFT
Il 10 dicembre si celebra il 70° della Dichiarazione dell’ONU sui diritti umani in un fiorire e moltiplicarsi di iniziative che rimangono in sé, se non accompagnate da buone pratiche, in primo luogo delle Istituzioni, retoriche , riferite a “diritti” astratti predicati sulla carta, anche alla presenza di “autorità”e soggetti che molto spesso li ignorano pur declamandoli o “recitandoli” in senso letterale .
Viene in mente il Mackie Messer dell’Opera da tre soldi :«Prima la pancia, poi viene la morale!».
Eterna ipocrisia del non fare o del predicare bene e razzolare male.
di enzo marzo
Premessa: CANI DA GUARDIA DEL POTERE.
Apriamo una nuova Rubrica, severa contro il sistema mediatico, non perché siamo contro la libertà di stampa come molti nostri governanti che si augurano la chiusura dei giornali affinché siano sostituiti dalle veline della Real Casa “Casaleggio Associati”, bensì perché lo stato pietoso dell’informazione italiana è tale che qualunque cialtronata del potere è coccolata, nascosta, gonfiata dai giornalisti in gran parte dimentichi del loro ruolo e ridotti a tappetini senza dignità. E non siamo che all’inizio. Non è questa la sede per discutere sulle cause di questo degrado, né per proporre rimedi, lo stiamo facendo da tempo e con grande fatica. Qui possiamo solo ricordare il passaggio dalla disastrosa teoria “funzionalista” del giornalista degli anni ’60 (come se l’informazione dovesse avere la missione di veicolare acritici valori di maggioranza ) a un ruolo esclusivamente impiegatizio con tanto di laurea e il compito di legare l’asino dove vuole il padrone.
Due le tappe decisive: l’introduzione nei giornali del lavoro nero, con la fine delle garanzie di libertà del singolo giornalista, e la sottomissione dei nuovi cronisti al ricatto permanente della precarietà. In campo televisivo pubblico, poi, la riforma di Renzi ha posto tutto il potere nelle mani del governo. E i giornalisti televisivi o vengono sostituiti o cambiano precipitosamente essi stessi. Questo è il quadro generale.
«Comando Supremo, 16 ottobre 2018, ore 12 Bollettino di guerra n. 1268
Sotto l’alta guida di S.M. Matteo Salvini, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, il 15 ottobre 2018, con Fede incrollabile e tenace Valore condusse ininterrotta ed asprissima battaglia per tutta la giornata, e respinse la massiccia Aggressione della Francia. La gigantesca battaglia ingaggiata ieri è finita con le scuse del Galli. La fulminea e arditissima nostra risposta ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. La Francia, che aveva invaso l’Italia con ben 2 (due) migranti, è annientata. I due migranti invasori risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza».
FIRMATO SALVINI
Noi ci lamentiamo giustamente che Salvini stia cavalcando il vento di estrema destra con scurrilità neofasciste alla “Libero”, imitando pateticamente chi sapete. Purtroppo in Europa – non ci crederete – c’è anche di peggio. In Baviera ha un certo spazio un partito ultranazionalista (AfD) con forti venature naziste che ha come co-leader tale Alice Weidel. Ovviamente i suoi cavalli di battaglia fanno parte dello stesso repertorio di Salvini.
Il comportamento della Francia sui migranti è di una gravità estrema. Molto peggio dei respingimenti verso la Libia perpetrati da Minniti prima e Salvini poi. È infatti notorio che l’Italia, piena di razzisti, nazionalisti, sovranisti e manine non possa essere considerata luogo sicuro per i migranti. A loro dovrebbe chiedere scusa Macron… non all’Italia.
di riccardo mastrorillo – 20 ottobre 2018
Non avremmo mai creduto di dover ringraziare un velleitario dittatorello dell’Est europeo, nonché il Capo di Lega ladrona, per la loro incessante opera a favore dell’unità europea. Grazie alla meticolosità di Wundt si è potuto mettere a punto un concetto, quello della “eterogenesi dei fini” che ci avverte come azioni intenzionali possano portare a conseguenze non intenzionali, spesso anche assolutamente contrarie a quelle volute. Orbàn è il più chiassoso tra quelli che vogliono ricostituire in chiave antieuropea (ma conservando tutti i vantaggi economici) un’alleanza del tutto simile alla vecchia Austria–Ungheria. Nella sua mente nostalgica c’è la volontà di esprimere egemonia o forza di attrazione verso la Baviera, la Croazia, persino verso il lombardo-veneto. Ha dalla sua il fatto che l’Ungheria (a parte alcune fiammate libertarie) è stata sempre un paese sottomesso a poteri esterni e quando si è auto governata – come nella Reggenza tra le due guerre mondiali – ha prodotto solo governi fascisti, addirittura nazisti, fondati su un accanito antisemitismo. La popolazione ungherese non si è fatta molto onore, ha perseguito gli ebrei con determinazione. E’ scesa in guerra al fianco di Hitler e, come fecero pure gli italiani, quando la guerra volgeva a male cercò di tradire i suoi alleati. Fu ovviamente occupata, non risulta una sua resistenza ma molto collaborazionismo. Dopo fu punita duramente dalla sua posizione geografica.
Ma gli ungheresi di Orbàn non hanno appreso la lezione.
di IDOS E CONFRONTI
Straniero uno studente su dieci
ma in tre casi su cinque è nato in Italia:
nuove priorità per la scuola multiculturale
Nell’imminenza della riapertura delle scuole, in Italia le classi saranno ancora spiccatamente multiculturali. Secondo i dati raccolti nel Dossier Statistico Immigrazione 2018, che il Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato col Centro Studi Confronti, presenterà il prossimo 25 ottobre, sono stati 826.000 gli iscritti di cittadinanza straniera nell’a.s. 2016/2017, circa un decimo (9,4%) della popolazione scolastica complessiva.
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