Cospito e la banalità del male

di angelo perrone

 Tra gli effetti collaterali della vicenda di Alfredo Cospito, autore di una protesta estrema contro il regime di carcere duro, c’è anche la rinascita della galassia anarchica. Un evento inaspettato rivelatosi grave. La vicenda del detenuto ha fatto riemergere, in certi ambienti, passioni sopite, pulsioni eversive, eccitazioni protestatarie. Ne sono derivati scontri, manifestazioni violente, danneggiamenti.

Poi questa storia ha sollecitato infinite discussioni su temi cruciali: funzione della pena e trattamento dei detenuti, moralità e disinteresse dei gesti pubblici, valutazione dei ricatti contro lo Stato. E ancora altro. Il caso, di difficile decifrazione, non deve essere semplificato. È stato sicuramente affrontato in ritardo e in maniera inadeguata. Tuttora mancano idee, oltre che soluzioni.

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un no al regionalismo all’italiana con uno sfondo (a)democratico

di antonio caputo
Dopo il flop dell’affluenza alle urne in Lombardia e nel Lazio, un paese serio metterebbe in discussione l’intero regionalismo all’italiana partitocratico e dilapidatorio esasperato dell’infausto e infelice titolo V.. Che ha accompagnato la dissoluzione servizio sanitario nazionale. Nessuno dei partiti che si sono presentati alle regionali ha messo al primo punto di un programma che per altro nessuno ha presentato una seria e radicale riforma per superare il dissennato regionalismo sanitario ripristinando in toto un servizio
sanitario nazionale universale che non ha bisogno di Lep definiti dal governo o con le autonomie differenziate addirittura da un atto amministrativo unipersonale, il dpcm. Ma è tutela concreta di qualunque malato se malato con mezzi e adeguate dotazioni ovvero in aderenza alle prescrizioni e indicazioni dei medici e del personale sanitario in tutto
il paese. Ci manca solo essere o meno curati e come solo in forza della decisione del presidente del consiglio con dpcm casomai in diretta Facebook. Il giorno prima di tirare le cuoia in attesa della diretta. Con il necessario decentramento sul territorio a fini e solo a fini di gestione. Questo regionalismo partitocratico non è quello di Cattaneo e nemmeno quello di Miglio . Un ibrido alimentato dal denaro pubblico e dalla pessima deforma del titolo V del 2001. Il risultato del voto in Lombardia e nel Lazio certifica ora: Continua la lettura di un no al regionalismo all’italiana con uno sfondo (a)democratico

IL NIPOTE DI MUBARAK

«Lo bacerei in bocca». Così disse Vauro, riferendosi a Berlusconi e alla sue dichiarazioni a favore dell’amico Putin, l’autocrate macellaio moscovita. Travolto dal clima di San Remo, il neoberlusconiano e stalinista incallito, appena sente profumo di invasioni e di stragi comuniste si ringalluzzisce. Gli auguriamo di incontrare davvero presto il suo eroe di Arcore e di baciarlo in bocca con la passione di un nipote di Mubarak.

La lepre marzolina – mercoledì 14 febbraio 2023

europeismo mendicante

Leggo che Meloni ha fatto mettere a verbale che il programma della Commissione “finirà per premiare chi ha più spazio fiscale”, dunque la Germania. La quale spenderà 300 miliardi di aiuti di stato. Mentre l’Italia prende 5 miliardi dalla Commissione. Sono affascinato dalla stramba logica di queste dichiarazioni. Il rovesciamento della realtà che è comune a destra e a sinistra, non è una specialità della Meloni. Il paese che non è MAI rientrato del debito pazzesco che ha generato senza crescita, che ha parlato di Keynes a sproposito, che è andato contro tutti gli impegni che si è preso, che non si è mei preparato per i tempi difficili, adesso ha scoperto che non ha spazio fiscale per affrontare un’emergenza. Però la Germania è avvantaggiata… dall’aver rispettato le regole della Commissione, di Maastricht e del buon senso. Se nessun paese europeo avesse rispettato le regole, oggi l’Italia non avrebbe potuto ottenere un euro. Eppure, ci si lamenta di non avere altri soldi, oltre alla valanga di denaro già accordata, che sicuramente sarà utilizzata nel peggiore modo possibile.

Giovanni Perazzoli

IL LIMBO DELLA POLITICA

di marco cianca

«Per la prima volta non sono andato a votare. Ma quello che mi sgomenta di più è che non mi importa niente, nemmeno dei risultati». A parlare così è un convinto cultore della democrazia, talmente attaccato ai suoi valori fondanti che la notte prima del referendum voluto da Matteo Renzi dormì con il testo della Costituzione sotto il cuscino paventando insani stravolgimenti. Adesso constata con tristezza, quasi sorpreso, di essere anch’egli caduto nel gran calderone dell’astensionismo. Il limbo della politica.

«Or discendiamo qua giù nel cieco mondo». Non c’è impeto, non c’è calore, solo sospiri «ne l’aura che trema». Ecco, tutto si può dire delle elezioni nel Lazio e in Lombardia, sulle quali gli analisti già si stanno sbizzarrendo, tranne che ci sia passione, intesa non come sofferenza (questa, almeno a sinistra, abbonda), ma nel significato di tensione emotiva. Tali non possono certo essere definiti il livore e il senso di rivalsa che trasudano a destra.

Effetto Fedez &C: sinistra asfaltata, titola “Il Giornale”. Canta la destra”, fa eco “Libero”, precisando nel sommario «La sinistra s’aggrappa a Fedez, Egonu e Zan e finisce asfaltata. Doppia sberla». «La sinistra vince solo a Sanremo», gongola “La Verità”. «C’è solo il centrodestra», esulta “Il Tempo”, aggiungendo: «A pochi giorni dalle primarie altra batosta per i Democratici». «Se la sono presa in quel posto», chiosa in strada una verace sorella d’Italia.

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voterò bonaccini segretario pd — lettera apocrifa di giorgia meloni

a cura di enzo marzo

Certo non ce l’aspettavamo, data la distanza siderale tra noi della sinistra liberale e l’efficiente creatrice delle fortune di un’estrema destra dalla mentalità fascista. Siamo stati attenti sempre a distinguere il fascismo storico da una formazione del nostro tempo che ha nella propria pancia valori e interessi reazionari e clericali tipici in tutt’Europa di un’estrema destra nostalgica. Per ciò abbiamo trovato interessante questa lettera pervenuta in redazione con un mittente così incredibile. Abbiamo deciso di condividerla con i nostri lettori perché l’abbiamo trovata verosimile, anzi realistica, e purtroppo in linea con le linee di fondo della storia italiana recente e non recente.

 “Domenica 26 andrò ai seggi del Pd e voterò per Bonaccini. Glielo devo. E voglio vedere se gli scrutatori mi vorranno fermare. Io sono ITALIANA, ho la carta di identità e due euro, quindi ho tutti i diritti di avvalermi di una procedura scelta dal Pd per eleggere il loro, direi il nostro, Segretario. È vero che non c’è nel mondo un sistema di scelta più idiota, demagogico e antidemocratico di quello: primarie aperte a tutti, senza alcun controllo, senza alcuna discussione, senza alcun confronto congressuale. Così ogni cittadino può decidere anche qual è l’avversario che preferisce. Invito quindi tutti i miei sostenitori ad andare in massa a votare per chi ha avuto parole così gentili per me. E io, lo dico chiaro, scelgo uno che ci farà vincere per decenni. Continua la lettura di voterò bonaccini segretario pd — lettera apocrifa di giorgia meloni

Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni…

di annalisa savino, preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze

Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose. 

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. Continua la lettura di Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni…

Una sentenza riscatta i diritti di atei e agnostici

dell’ufficio stampa uaar

La Corte d’Appello condanna al risarcimento di 50mila euro il Comune di Verona che nel 2013 aveva rifiutato l’affissione dei manifesti della campagna dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti “Viviamo bene senza D”

Dopo un iter travagliato che dal 2013 vede l’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti in causa con il Comune di Verona, con sentenza resa nota ieri, la seconda sezione della Corte d’Appello di Roma ha definitivamente condannato la città veneta al risarcimento di 50mila euro nei confronti dell’associazione, al pagamento integrale delle spese di giudizio, nonché alla immediata affissione dei manifesti a suo tempo censurati. Manifesti della campagna informativa circolata nel 2013 liberamente in tutto il resto d’Italia, “Viviamo bene senza D“: una grande immagine giallo-nera (i colori sociali Uaar) con la scritta Dio, la cui iniziale sbarrata da una X ricordava ai cittadini che “dieci milioni di italiani vivono bene senza D”. E che “quando sono discriminati, c’è l’Uaar al loro fianco”.

Messaggio censurato dall’allora giunta leghista di Flavio Tosi come “offensivo e potenzialmente lesivo di qualsivoglia religione”. Finalmente la Corte d’Appello – seguendo peraltro la Cassazione che si era già pronunciata nel 2020 annullando con rinvio la precedente sentenza – ritiene al contrario meritare “la tutela di cui all’articolo 19 della Costituzione accordata alla “libertà di coscienza”, in questo caso riferita alla “professione di un credo religioso negativo” (…) e alla prospettazione in senso positivo dell’esistenza senza Dio. Il messaggio contenuto nel manifesto merita altresì la tutela di cui all’articolo 21 della Costituzione, riguardante la libertà di manifestazione del pensiero”. 

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USCITA LA NEWSLETTER N. 01/2023 DI ITALIALAICA

Il sito dei laici italiani vi segnala:

Editoriale
BENEDETTO XVI E L’AZIONE DEL DIAVOLO
Attilio Tempestini 09.02.2023
La notizia, della morte dell’ex pontefice, è stata data da “La repubblica” con come vistoso sottotitolo, l’affermazione di monsignor Georg: “Ho sentito l’azione del diavolo contro di lui”. Scalfari, cioè il fondatore di tale quotidiano, aveva anni fa curato un volumetto dal…


Articoli
LA PEDOFILIA NELLA CHIESA

Ileana Montini 07.02.2023

Trentanove sono le pagine dello speciale pubblicato dal quotidiano Domani il 6 gennaio sulla pedofilia nella Chiesa Cattolica, con un dettagliato riferimento alla situazione italiana. Il direttore Stefano Feltri nell’editoriale “Il momento di far cadere il muro dell’omertà” accusa…


Articoli
L’ASSISTENZA SESSUALE PER LE PERSONE CON DISABILITÀ: UN AMORE IMPOSSIBILE UN DIRITTO NEGATO

Alessandro Giacomini 07.02.2023

Che fine ha fatto il disegno di legge 1442 del 2014 in materia di sessualità assistita per persone con disabilità?
Perché non è stato dibattuto in senato, ove giace da quasi dieci anni?
Forse la risposta la si trova rileggendo l’aberrante reazione dell’agenzia di informazione cattolica… Continua la lettura di USCITA LA NEWSLETTER N. 01/2023 DI ITALIALAICA

Lo stato… dell’anarchismo in Italia. Un punto di vista non-violento … e femminista.

di francesca palazzi arduini

Pop-corn

pare che oggi l’anarchismo sia diventato uno, quello insurrezionalista. la stampa descrive una “galassia”, nella quale tutti* solidarizzano con un anarchico insurrezionalista incarcerato, una galassia emotiva, che strepita, piange, urla, respinge ed attrae …una galassia di senza nome. anonimi  amici di Maria. del resto, non è questo lo stesso risultato ottenuto dell’anarchismo insurrezionalista degli ultimi decenni in Italia? cancellare chi non la pensa alla stessa maniera, esattamente come fanno i mass media di potere. usando un acronimo, FAI, per sbeffeggiare e sovrapporsi alla storica Federazione Anarchica Italiana. così l’anarchismo diventa una pentola di pop corn, pronta a scoppiettare, in libertà. o “informalmente” come dice la sigla-abusante  (‘ognuno decide per sé’, descrive fiabescamente la stampa) ad ogni movimento dell’autoritarismo statale.

Cellule

così “gli anarchici” (ovviamente al maschile),divengono sulla stampa delle “cellule” indipendenti, vestite di nero. Vogliono ricordare qualcosa tipo spy story? L’Isis? I Black bloc? Sta di fatto che i mass media, soprattutto quelli televisivi e web, descrivono l’anarchismo come una specie di mostro acefalo, formicaio con in mano una bomboletta spray, che esce di notte a bruciare auto e fare scritte sui muri… diventa facile impersonare “gli anarchici”, basta una bomboletta e una bottiglia di benzina. Un metodo che è sempre piaciuto a chi ha interesse a diffamare e reprimere chi sta scomodo. Continua la lettura di Lo stato… dell’anarchismo in Italia. Un punto di vista non-violento … e femminista.