Un tempo dei pregiudicati si diffondeva la foto segnaletica, oggi il loro ritratto diventa francobollo celebrativo.
La lepre marzolina, 29 settembre 2024
Un tempo dei pregiudicati si diffondeva la foto segnaletica, oggi il loro ritratto diventa francobollo celebrativo.
La lepre marzolina, 29 settembre 2024
di vittorio coletti
Si possono capire quelli di Portofino. Desiderano intitolare le loro strade ai paperoni del mondo, in segno di gratitudine per il contributo che hanno dato alla crescita del valore immobiliare delle loro case. Basta che siano morti da almeno dieci anni e possono offrigli il nome di un caruggio, memori delle loro palanche. Ma ha fatto male il prefetto di Genova a concedere loro di intitolare una strada a Silvio Berlusconi, morto troppo fresco per salire agli onori toponomastici, visto che la legge non consente titolazioni di vie e luoghi pubblici a chi non è morto da almeno dieci anni, salvo deroga del prefetto ”per casi eccezionali, quando si tratti di persone che abbiano benemeritato della nazione” (legge 1188 del 1927). E qui sta il punto. Berlusconi ha “ben meritato della nazione” (non, si badi, di Portofino)? Alcuni milioni di italiani, che sono sicuro di rappresentare, ne dubitano e sono inclini a pensare che il Defunto abbia fatto più male che bene al nostro Paese, specie se si considera il bene che poteva fargli e che invece non gli ha fatto. Questi italiani hanno disapprovato le sue scelte politiche, hanno detestato il suo stile, lo sdoganamento della destra fascistoide, il fastidio per quella davvero liberale, l’abbassamento brutale del linguaggio politico.
[e.ma.] LA GRANDE TRUFFA. Uno dei non minori mali che affliggono la politica italiana è nella più che trentennale truffa che l’ignoranza e la malafede hanno perpetrato nel linguaggio politico e nella battaglia delle idee. Così “scientificamente” si è voluto regalare la bandiera liberale a un demagogo millantatore che fino ad allora aveva fatto affari di bassa lega con il partito socialista. L’etichetta di “liberale” a Berlusconi è servita e serve ancora a dare uno straccio di dignità politica a chi ne è totalmente sprovvisto. I complici sono molti: si va da Bertinotti alla stampa padronale, persino al Pd sempre incline all’inciucio e al compromesso di potere. Il tutto si inserisce in un equivoco costruito ad arte, che fa confondere e identifica il liberalismo col liberismo, e neppure con quello classico della scuola italiana, ma con la versione “selvaggia” di quello austriaco e americano. Fino ad arrivare a sfondare ogni diga persino del buon senso e del ridicolo: cosi si scambia il missino Tatarella con Croce, Dell’Utri con Einaudi; diventa liberale, anzi liberale doc, un putiniano-razzista-clericale come Fontana. Come ci si possa, la mattina, guardarsi allo specchio senza ridere o vergognarsi, non si sa proprio. Ci si strofina su Meloni come nel 1922 i fascioliberali su Mussolini.
Forza Italia è in tale stato comatoso che al Senato hanno dovuto chiamare d’urgenza un’infermiera.
La lepre marzolina – martedì 18 ottobre 2022
Le scellerate parole di Berlusconi sul suo amico autocrate russo e Zelenski apre un immarcescibile rimpianto di un’occasione mancata: magari Putin nel 1994 avesse aggredito l’Italia e sostituito “con un governo di persone perbene quello di Berlusconi”. Ci saremmo risparmiati per decenni tante persone permale, ovvero corruttori di giudici, di avvocati, di testimoni, di parlamentari, mafiosi, pregiudicati ed evasori fiscali, legislatori su sé stessi, truffatori d’ogni tipo… E la bancarotta dell’intero paese.
la lepre marzolina – sabato 24 settembre 2022
Berlusconi portato al San Raffaele.
Ma a lui hanno detto che è il Quirinale.
[da www.forum .spinoza.it – Il fatto quotidiano]
di La Lepre Marzolina
Venerdì 22 gennaio. Ore 16,48. Non ditemi che vi siete appassionati al gioco del Presidente. Però vi capisco, e vi vengo incontro: la grottesca ma verosimile candidatura di un pregiudicato ha mandato nel panico tutt’Italia, anche quella di destra, con la sola eccezione di qualche svergognato giornalista-lustrascarpe e il solito buffone di corte. Ora speriamo che l’arrampicata di Berlusconi sul Monte Ridicolo sia fallita e allora ci dovremo rallegrare perché il caro Silvio ha ringiovanito di venti anni noi vecchietti e ha permesso di chiarire ai giovani quale passato avesse il Caimano. È risorto persino il giudice corrotto Metta. Si è potuto far rivivere la sceneggiata di Berlusca che va al Quirinale per formare il suo primo Governo e indica come Ministro della Giustizia il suo avvocato, Previti, che sarà condannato per aver corrotto un giudice per conto del grande Corruttore. Complice Crozza, nell’immaginario collettivo si era affermata la figura comica di un vecchio rincretinito. Che faceva persino tenerezza. Ora non può che tornare in rilievo un Berlusconi superiore di qualche lunghezza a tutta la classe dirigente piddina. Un Berlusconi che le ha fatto prendere una gran bella paura. Forse ciò renderà più complicato il perenne verdiniano sogno nascosto degli ex-comunisti e degli ex democristiani di riempire il loro vuoto con ancora quattro, cinque, sei incontri “del Nazareno”. Facendo salire oltre ogni limite il già alto disgusto degli elettori. Zingaretti entrerà nella storia per aver dichiarato di “vergognarsi” di un tale partito. E D’Alema sarà ricordato anche per aver annunciato imprudentemente la fine nel Pd della malattia inoculata da Renzi. Renzi non c’è più ma il renzismo è ancora là con tutti i suoi fantasmi. L’ultimo andrà al Quirinale.
Lasciamo da parte le candidature di Mattarella e di Draghi. Nel primo caso si realizzerebbe il ripetersi di un’insopportabile scorrettezza istituzionale; e, nel secondo, si aprirebbero più problemi di quanti ne risolverebbe e getterebbe il paese nella ingovernabilità o in un truffaldino mutamento di fatto dell’assetto costituzionale.
La Lepre Marzolina sa come andrà a finire.
La Lepre non fa i salti di gioia, tira soltanto le conclusioni; il nome del nuovo Presidente della Repubblica è quasi scontato. Ragioniamo assieme: sapete dirmi qual è i principale segno distintivo di questa Seconda repubblica e soprattutto di questa diciottesima legislatura? Forza, non pensateci troppo. È ovvio: il Trasformismo. Bande di parlamentari che passano da destra a sinistra e da sinistra a destra, partiti che compongono governi ad egemonia di estrema destra e subito dopo governi di centro sinistra. Il Trasformismo domina e dà forza alla scemenza che non esista più né la destra né la sinistra. Il tutto viene anche teorizzato da menti pensose. E poi, non dimentichiamo, il Trasformismo viene da lontano, è vizietto storico della classe politica italiana. Anche se bisogna ammettere che mai come in questi ultimi anni ha fatto così tanti danni irreversibili. Gli elettori credono sempre meno nei riti democratici svuotati e se ne rimangono a casa.
Possiamo negare il diritto di rappresentare la vera essenza della politica italiana al Trasformista per eccellenza? Non un trasformista qualunque, un improvvisato, ma il Trasformista rodato da decenni di lotta politica. Non un dilettante ma un professionista. Alla fine ci arriverà persino Salvini. Sarà lui a offrire la soluzione ideale. Semmai contornata da un paio di vittime da sacrificare. E Letta, che ha condotto questa vicenda quirinalizia con l’abilità politica di un sedicenne (uno di quelli ch’egli vorrebbe far votare), dovrà accettare, anzi far finta di accoglier il nome fatto da Salvini come la soluzione di ogni problema. Avere al Colle il democristiano doc, con decenni di militanza nello schieramento di destra ma che ora siede a sinistra (si fa per dire), proprio nella file pd… Già doroteo, berlusconiano, renziano. Non gli manca nulla. E così vincono tutti. Chi meglio di lui?
Due soli corollari: uno, i franchi tiratori possono guastare la “perfezione” del quadro; due, dal gioco rimane fuori il M5s, che avrebbe l’opportunità di darsi finalmente un’identità non facendosi integrare dal Pd e votando dalla prima votazione fino all’ultima un personaggio civile come Segre. Una dell'”Altra Italia”. Ma saprà Conte resistere alla tentazione dell’ammucchiata da Prima repubblica? Di Maio sicuramente no. (Di Maio è, come la cucina Scavolini, “il più amato” dai politici italiani perché ha trasformato il M5s in un bancomat dove prelevare ad libitum elettori e parlamentari).
P.S.: Una considerazione a parte: mentre imperversavano il Covid, Berlusconi e una micidiale crisi economica, le burocrati talebane della sinistra si sono fatte la loro piccola battaglia per avere un po’ di visibilità reclamando una Presidente-donna. Una presidente non già proveniente da una qualche definita cultura politica, non una Bindi, bensì semplicemente una qualsiasi “in quanto donna”. “Genere” per “genere”, allora perché no a un Presidente “in quanto” gay o una presidente “in quanto” lesbica? Basta fare un po’ di rumore e di presenzialismo sul palcoscenico ai danni della vera battaglia per l’uguaglianza di diritti e di opportunità tra tutti… Purtroppo, se va come prevede la Lepre marzolina, ci perderemo lo spettacolo imbarazzante della Grande elettrice che deve scegliere con coerenza talebana tra Casellati e Zagrebelsky, tra Santanché e Giorgio Parisi… “Fatuità delle fatuità, tutto è fatuità”.
di enzo marzo
Ieri, giovedì 20 gennaio, il “Corriere della sera” ha scritto la pagina più buia della sua storia. A pag. 7 è apparsa una pagina ad personam di propaganda spudorata (e persino ridicola) a favore di Berlusconi presidente della Repubblica. L’identica pagina già era stata pubblicata su quel giornale truffaldino che è “il Giornale” di Berlusconi Paolo (truffaldino perché aggira di fatto la legge che proibisce la proprietà di quotidiani a coloro che sono proprietari di concessioni statali, come è Berlusconi Silvio; ma con evidenza il pregiudicato Berlusconi Silvio “prescinde” dalle leggi). Persino la propaganda occulta dei tempi del “Corriere” in mano alla P2 fu meno grave perché, appunto, “occulta”. Il “Corriere” di Cairo-Fontana, al contrario, ha violato tutte le regole deontologiche e di buon gusto sfacciatamente. Entrare a gamba tesa nella campagna quirinalizia con un inserto pubblicitario e un furbesco “combinato disposto” con altri articoli e fotografie corrive è un’offesa ai lettori, al giornalismo, agli stessi giornalisti che lavorano al “Corriere”, ed è uno sfregio alla storia di quello che era il più autorevole quotidiano italiano. È molto grave che il Direttore Fontana, com’era suo diritto e dovere, non abbia impedito questo scandalo, assumendosene la responsabilità. Ma i tempi di Albertini e di Ottone sono distanti anni luce. Però è altrettanto avvilente che il sindacato interno pensi di cavarsela con una blanda lettera al Direttore e non si renda conto della violazione deontologica e persino dell’erosione del “capitale” morale e anche economico del giornale.
P.s. del 22-1-2022: Al secondo giorno dalla scandalosa pubblicazione, il Direttore ha risposto: “Cari colleghi, la pubblicità di cui parlate nel vostro messaggio rispetta tutte le regole stabilite negli accordi tra direzione, sindacato e azienda per la pubblicazione delle inserzioni pubblicitarie”. Come risponderà il Comitato di redazione? Secondo me digerirà il rospo e continuerà a farsi complice delle quotidiane violazioni del contratto nazionale di lavoro in tema di pubblicità e di correttezza professionale. E il Corriere persisterà a uscire pieno zeppo di pubblicità redazionale. Alla faccia dei lettori.
ALLEGHIAMO IL SERVIZIO PUBBLICATO DA “PROFESSIONE REPORTER” DI ANDREA GARIBALDI SULLO STESSO ARGOMENTO
PROTESTE AL CORRIERE: PUBBLICITÀ DI BERLUSCONI ACCANTO ALLE NOTIZIE SUL QUIRINALE – 20 Gennaio 20220
Si discute nei corridoi di via Solferino 28. Sull’Avviso a pagamento (scritto in caratteri minimi) a tutta pagina di Silvio Berlusconi, edizione di giovedì 20 gennaio. Il Comitato di redazione ha scritto al direttore Luciano Fontana, per chiedere ragione e chiarimenti.
La Fondazione Basso ha promosso il testo allegato (redatto da Lugi Ferrajoli, Gaetano Azzariti e Franco Ippolito), rivolto ai grandi elettori, sulla candidatura di Berlusconi alla Presidenza della Repubblica. Il testo, pubblicato sul sito della Fondazione, è stato sottoscritto da tre ex presidenti della Corte costituzionale (Valerio Onida, Gaetano Silvestri, Gustavo Zagrebelsky), da molti autorevoli giuristi e costituzionalisti (tra cui Roberto Bin, Paolo Caretti, Lorenza Carlassare, Mario Dogliani, Riccardo Guastini, Francesco Pallante, Barbara Pezzini, Giuseppe Ugo Rescigno, Roberto Romboli, Federico Sorrentino, Massimo Villone, Mauro Volpi, Vladimiro Zagrebelsky, Roberto Zaccaria), da filosofi della politica (tra cui Giacomo Marramao, Marco Revelli, Nadia Urbinati), da personalità della cultura (tra cui Simona Argentieri, Dacia Maraini, Carlo Ginzburg, Ginevra Bompiani).
Continua la lettura di Sulla candidatura di Berlusconi – Considerazioni per gli elettori del Presidente della Repubblica
Sul “Mattino” di Napoli Clemente Mastella dà utili consigli a Berlusconi per controllare il voto segreto dei Grandi Elettori per il Quirinale: «Alla quarta votazione chieda ad esempio a Fi di far scrivere sulla scheda “Silvio Berlusconi”, alla Lega “Berlusconi Silvio” e a FdI “Berlusconi”. Gli altri partiti potranno utilizzare, a piacimento, “S. Berlusconi” o “Cavalier Berlusconi”, le forme non mancano». È sottinteso che facilmente si può trovare una formula anche per distinguere i parlamentari comprati dal Cavaliere. Il quale nello stesso giorno ha la faccia tosta e l’arroganza di far uscire sui giornali che eleggerlo è «il minimo che può fare l’Italia» per lui. Ormai siamo oltre limite: un rottame della Prima repubblica pubblicamente consiglia una truffa “alla democristiana” a un pregiudicato senza vergogna, il quale – ricordiamolo – debuttò in politica, proprio al Quirinale davanti a Scalfaro, designando come Ministro della Giustizia il suo Previti, ufficiale pagatore in corruzioni di giudici, avvocati e via dicendo…
E contemporaneamente un “intellettuale” di estrema destra come Marco Gervasoni, sul “Giornale” del suo Padrone denuncia come «spregio delle istituzioni» l’idea del Pd di abbandonare l’aula durante la quarta votazione e lasciare i Grandi Elettori da soli a votarsi il più miserabile Presidente della Repubblica di tutti i tempi. Diciamo la verità: da Mastella non ci siamo mai aspettati nulla di meglio. Né dai professori di provincia. Il primo è stato ed è parte integrante di quella classe politica politicante che da decenni sta dando più che una mano allo sfascio politico, sociale e morale del paese, e pur da vecchio continua a rimestare nel fango; così sale in cattedra raccomandando su come trasformare i parlamentari a burattini al guinzaglio stretto del Padrone… Il secondo fa parte di quella sempiterna categoria di “paglietta” già maltrattata un secolo fa da Salvemini, per cui non c’è bisogno di aggiungere altro…
di riccardo mastrorillo
Intervento a nome di Critica liberale al presidio del “Popolo Viola” il 4 gennaio “Il Quirinale non è un bunga bunga”
per vedere il video: https://fb.watch/ao5wuLlbJq/
Critica liberale sin dal 1994 si è sempre spesa per mettere in guardia la società italiana dal pericolo del Berlusconismo, la nostra tradizione che da oltre cinquant’anni ha rappresentato l’altra sinistra Continua la lettura di sconfiggere il berlusconismo che è in noi
La manifestazione si svolgerà nel rispetto delle misure anticontagio: distanziamento e mascherine
Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza dei cookie. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. Maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.